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Domenica, 22 Aprile 2012 23:29

Salmo 113 B

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Inno di lode e di fiducia

3° salmo dell'Hallel

1Non a noi, Signore, non a noi,

ma al tuo nome dà' gloria,

per la tua fedeltà, per la tua grazia.

2Perché i popoli dovrebbero dire:

"Dov'è il loro Dio?".

3Il nostro Dio è nei cieli,

egli opera tutto ciò che vuole.

4Gli idoli delle genti sono argento e oro,

opera delle mani dell'uomo.

5Hanno bocca e non parlano,

hanno occhi e non vedono,

6hanno orecchi e non odono,

hanno narici e non odorano.

7Hanno mani e non palpano,

hanno piedi e non camminano;

dalla gola non emettono suoni.

8Sia come loro chi li fabbrica

e chiunque in essi confida.

9Israele confida nel Signore:

egli è loro aiuto e loro scudo.

10Confida nel Signore la casa di Aronne:

egli è loro aiuto e loro scudo.

11Confida nel Signore, chiunque lo teme:

egli è loro aiuto e loro scudo.

12Il Signore si ricorda di noi, ci benedice:

benedice la casa d'Israele,

benedice la casa di Aronne.

13Il Signore benedice quelli che lo temono,

benedice i piccoli e i grandi.

14Vi renda fecondi il Signore,

voi e i vostri figli.

15Siate benedetti dal Signore

che ha fatto cielo e terra.

16I cieli sono i cieli del Signore,

ma ha dato la terra ai figli dell'uomo.

17Non i morti lodano il Signore,

né quanti scendono nella tomba.

18Ma noi, i viventi, benediciamo il Signore

ora e sempre.

Leggi con attenzione le seguenti righe esplicative

L'orazione liturgica e corale di questo salmo non risulta legata a un determinato episodio o a una particolare celebrazione, ma piuttosto ad una situazione costante del dramma d'Israele, sempre circondato da popoli pagani, chiamato ad essere tra di loro testimone del Dio vero custode del suo santo nome, e purtroppo sempre così proclive a cedere alla tentazione degli idoli. Questo salmo costituisce una affermazione comunitaria di fede, un atto solenne di riparazione, con cui in occasione di assemblee, liturgiche il popolo di Dio riaffermava a se stesso come preghiera, come testimonianza e come proposito di fedeltà l'unicità trascendente, la verità, la, fedeltà e la potenza del Dio d'Israele,contrapposte, alla fatuità, polemicamente ridicolizzata, degli "idoli delle genti". L'inno si svolge su strofe ben modellate, con ritmico incalzare di iterazioni e parallelismi, che denotano una destinazione al canto, a cori alterni. Signore, dice il salmista. Quel che ci sta a cuore è la tua gloria, non la nostra. Non lasciare che i popoli dicano: "Dov'e il loro Dio?", per il solo fatto che tu non sei visibile come i loro dei. Tu, Dio nostro, "sei nei cieli", e di lassù "operi tutto ciò che vuoi". Che cosa sono, invece, gli idoli, delle genti? Anche se in oro e in argento, sono solo "opera delle mani l'uomo". Chi li fabbrica, chi confida in loro, scende al loro livello. Israele invece confida nel Signore, e in particolare la casa di Aronne, e tutti "quelli che lo temono". confidano in lui, e riconoscono solo in lui il "loro aiuto e il loro scudo". E il Signore, a differenza degli idoli muti e impotenti, li benedice davvero, tutti, "piccoli e grandi". Egli "che ha fatto cielo e terra", li benedica con una feconda posterità.-Perché è vero che la casa del Signore è il cielo, ma é anche vero che a noi "figli dell'uomo",. egli ha dato la terra. E la terra è per i vivi: per i morti c'è la tomba. I morti, però, non lodano il Signore: noi invece, che siamo vivi, "noi sì benediciamo il Signore. ora e per sempre"

Proprio a cagione di questa sua tematica il salmo venne inserito in questo preciso punto della celebrazione Pasquale dell'Hallel. Il salmo precedente aveva commemorato l'esodo dall'Egitto. attraverso il deserto. Era seguita la rituale cena dell'agnello. II filo conduttore della liturgia pasquale guida, a questo punto, all'insediamento di Israele nella terra di Canaan, dove il rischio dell'inquinamento religioso da parte delle "nazioni" è molteplice e pressante. In questo contesto il salmo 113 B (che nell'originale ebraico non è affatto una frazione del precedente, dal quale si distacca nettamente per argomento, per stile e per genere letterario) assolve la sua funzione introduttiva alla seconda parte dell'Hallel.

Confrontale con il salmo che dovrai interiorizzare

Riferisciti ora al N.T.

Quale accordo tra il tempio di Dio e gli idoli? Perché noi siamo il tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto "Abiterò e camminerò in mezzo a loro, e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo. Ed io vi accoglierò e sarò per voi un padre e voi mi sarete figli e figlie", dice il Signore l'Onnipotente. 2 Cor 6, 16.17.18.

Concludi con la colletta.

Preghiamo

Le benedizioni di cui ricolmi il tuo popolo che in te confida, mostrino a chi ti rifiuta che tu, il Dio dei cieli, sei il Dio vivente.

 

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Letto 3748 volte Ultima modifica il Venerdì, 03 Gennaio 2014 18:12

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