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Lunedì, 03 Ottobre 2011 21:16

Lo Spirito santo porta i suoi doni

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di Enzo Bianchi

priore della comunità di Bose

Lo Spirito santo presente nel cuore del cristiano lo è con tutta la sua pienezza, le sue energie distinte, quale policroma, variopinta sapienza di Dio (cf. Ef 3,10). Questa presenza però non impone ma, come l'amore, innanzitutto offre;

nel cristiano lo Spirito dice: «Tutto ciò che è del Padre è anche tuo; dunque tutto è tuo... ricevi, accogli, riconosci il dono, distribuisci, dilata, ridona il dono stesso affinché tutto sia koinonìa tra Dio e gli uomini». Doni infiniti quelli dello Spirito santo: infatti «agisce nella mente dando l'intelligenza, agisce nel cuore dando l'amore, agisce in tutto il corpo dando la vita, agisce nelle singole membra dando la forza: l'intelligenza contro l'ignoranza, l'amore contro l'egoismo, la vita contro la morte, la forza contro la debolezza»12.

In Isaia (11,1-2) lo Spirito di Dio che agisce sul Messia si manifesta innanzitutto con i doni (sei nel TM, sette nei LXX e quindi nella Vulgata), doni diversi, distinti, che caratterizzano la fonte come unica, il soggetto come unico, mentre diverse sono le distribuzioni, le operazioni, le manifestazioni: così interpreterà Paolo questi carismi donati alla chiesa per l'utilità comune (1Cor 12,4 ss.). Essi sono molti, sono copiosi, sono sempre donati dal Signore, soprattutto se vengono richiesti nella preghiera, ma certamente appartengono all'essenza della chiesa stessa. Vanno discreti, riconosciuti, ordinati e compaginati perché siano a utilità comune di tutti i credenti e siano a servizio della comunione di tutto il corpo che è corpo reale di Cristo nella storia. L'apostolo Paolo torna più volte su questo tema dei carismi esortando le differenti chiese in cui questi appaiono in modi diversi... Tra questi doni alcuni, secondo l'apostolo, sembrano essere essenziali per la vita della chiesa: ad esempio, il dono dell'apostolato, della profezia e della didaskalìa; altri sembrano poter essere anche assenti dalla chiesa senza attentare alla sua vita, ma tutti sono doni, tutti da riconoscersi per non «contristare» (Ef 4,30) o «spegnere lo Spirito santo» (1Ts 5,19), tutti motivo di ringraziamento a Dio... Certamente tra tutti i doni eccelle l'agape, condizione necessaria perché i doni siano doni dello Spirito santo (1Cor 13,1-3). Questa è la via migliore (1Cor 12,31) da percorrere dal cristiano che vuole la comunione e l'edificazione della chiesa nell'unità.

Sì, lo Spirito santo non è solo pioggia di doni alla comunità cristiana, ma è anche ordinamento della chiesa, compaginazione di tutto l'edificio13. Sempre il dono è particolare, fatto a un battezzato ripieno di Spirito santo, ma sempre è per l'utilità comune senza possibilità di concorrenza, di invidia, di gelosia. Agostino ricorda a questo proposito: «Se ami, ciò che possiedi non è poca cosa! Se tu ami l'unità, tutto ciò che in essa è posseduto da qualcuno è posseduto anche da te! Bandisci l'invidia e sarà tuo ciò che è mio, e se io bandisco l'invidia sarà mio ciò che tu possiedi. L'invidia separa, la carità unisce»14. Il dono dello Spirito santo diventa doni nella vita spirituale del cristiano, manifestazioni dello Spirito che certamente si inverano nella propria vocazione e sono dati per la compaginazione sinfonica della chiesa...

 

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Letto 4950 volte Ultima modifica il Sabato, 22 Ottobre 2011 17:49

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