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Sabato, 18 Febbraio 2006 20:28

LECTIO -A- Lc 24, 13-35

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I DISCEPOLI DI EMMAUS:

GESU’ CAMMINA CON NOI

 

Cristo ci invita alla sua mensa dove spezza per noi il pane e la Parola

 Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro.

Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Ed egli disse loro: “Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino? ”. Si fermarono, col volto triste; uno di loro di nome Clèopa, gli disse: “Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni? ”. Domandò: “Che cosa? ”. Gli risposero: “Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l’hanno crocifisso.

 

Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto”.

Ed egli disse loro: “Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria? ”. E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: “Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino”. Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero l’un l’altro: “Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture? ”. E partirono senz’indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: “Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone”. Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

In silenzio leggi e rileggi il testo biblico finché penetri in te e vi metta delle salde radici.

 

Meditatio

II racconto di Luca (Lc 24, 13-35) parla di due discepoli, di due uomini che erano stati accanto a Gesù, avevano ascoltato le sue parole e visto i segni straordinari che egli aveva compiuto.

Tutto fa capire che avevano vissuto un'esperienza coinvolgente. Loro stessi, riferendosi a Gesù, lo definiscono: "profeta potente davanti a Dio ed agli uomini, sia per quello che faceva sia per quello che diceva (parole e opere)".

Ma poi avvennero dei fatti gravi che sconvolsero la loro vita, disorientarono la loro mente e scossero la loro fede. Gesù, quel Gesù in cui avevano riposto fiducia, era stato processato, condannato, crocefisso.

Ed eccoli lungo la strada discutere, amareggiati, mentre si allontanavano da Gerusalemme.


La strada

La strada in questa pagina del Vangelo, come in tante altre, mantiene tutto il suo significato simbolico.

È innanzi tutto luogo di passaggio, non una situazione stabile come ad esempio una casa. Lungo la strada le persone camminano, si spostano per raggiungere qualcosa o qualcuno, oppure per allontanarsi da qualcosa e da qualcuno.

Nella vita si può essere costruttori od anche distruttori della propria felicità, tutto dipende verso quale direzione vogliamo orientare le nostre scelte. .

La strada è anche luogo di incontri; si può incappare nei banditi come l'uomo della parabola del "Buon Samaritano" che scendeva da Gerusalemme verso Gerico, derubato e percosso a morte.

Ci possono essere però anche degli incontri fortunati come questo; «Gesù si avvicinò, e si mise a camminare con loro».

 

Gesù accanto a noi

Gesù cammina accanto alle nostre esperienze di famiglia e ci apre gli occhi sul senso della nostra esistenza, dei fatti che accadono e della nostra vocazione. Abbiamo sentito come Gesù spiegava le scritture «a partire da Mosè fino agli scritti di tutti i profeti».

Chi ha celebrato il Sacramento del Matrimonio non può rimanere tutto chiuso nel proprio, stretto, recinto casalingo, in una situazione di "fai da te" dove Dio è il grande assente e la comunità cristiana solo quell'ente che eroga determinati servizi.

C'è una storia di fede da sviluppare e costruire in famiglia e fuori con gli altri, perché in funzione di essi esiste il nostro ministero coniugale. La Parola di Dio sarà il riferimento e l'orientamento di tutte le scelte importanti del nostro vissuto familiare.

 

Gesù a tavola con noi

Poi si mise a tavola con loro, prese il pane e pronunciò lo preghiera di benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli”.

Forse non abbiamo ben compreso che occorre mettersi a tavola con Gesù per attualizzare il nostro matrimonio e la nostra fecondità.

Celebrare un sacramento significa mangiare il pane con lui tutti i giorni, vale a dire che ogni famiglia ha il compito di vivere in modo concreto su questa terra l'amore di Dio.

L'eucarestia domenicale, o magari più frequente, è la base per poter vivere e sviluppare la nostra unione cristiana e la nostra paternità - maternità. Occorre metterci a tavola con Gesù, o meglio, alla tavola di Gesù.


Segno della sua presenza

Alla fine Gesù sparì dalla loro vista.

Gesù sparisce perché tocca a noi continuare la sua opera nel mondo dentro l'ambiente, la situazione e lo stato di vita in cui ci troviamo.

Questo brano del Vangelo di Luca ci invita:

- a metterci in cammino;

- a leggere e meditare la Parola di Dio;

- a vivere l'evento sacramentale.

Solo così lo riconosceremo quando spezzerà per noi il pane e la sua Parola.

Sempre in silenzio leggi attentamente questo commento. Poi, la Parola letta applicala a te stesso/a perché Dio parla a te oggi.

 

Per aiutare la tua meditatio puoi servirti delle seguenti domande:

 

Che rapporto ho con la persona di Gesù?

È presente nel mio modo di pensare, agire, parlare?

Il Vangelo è per me il principale punto di riferimento e di orientamento?

Ho cura di avere esperienze significative di approfondimento della fede?

 

Oratio

Quanto la Parola ti ha detto e quanto è scaturito dalla meditatio trasformalo in preghiera.

Non importa se breve, ciò che conta è che sgorghi dal tuo cuore.

 

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Letto 9215 volte Ultima modifica il Mercoledì, 26 Febbraio 2014 15:48

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