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Sabato, 15 Gennaio 2005 10:10

Qual è l’essenza del nome di Gesù? -Parte 2-

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Primo Ciclo

USO DELL'INVOCAZIONE DEL NOME
IV Momento

 

Se perciò trascorriamo del tempo nella invocazione del Nome e non “proviamo” qualcosa non facciamone un problema. Non pensiamo di avere sprecato del tempo perché questa preghiera apparentemente sterile è certamente gradita a Dio in quanto è priva di ogni ricerca egoistica di “sensazioni”.

 Anche se ti sembrerà che questa preghiera ti lascia freddo, arido, ti prego di perseverare.

Questo esercizio, indubbiamente gratuito, guidato dall’amore, questa calma perseverante nel Nome non potrà non rafforzare la tua vita di credente.

 

Inoltre, la preghiera del Nome normalmente non lascia in uno stato di aridità ma gradualmente porta alla gioia serena ed alla luce.

Dice il Cantico dei Cantici: “Il tuo nome è come unguento sparso… trascinami correremo dietro a Te”

 

Secondo Ciclo

INVOCAZIONE DEL NOME COME VIA SPIRITUALE

I Momento

 

- L’invocazione del Nome di Gesù può essere:

  • un semplice episodio del nostro cammino spirituale

  • una via spirituale tra le altre

  • la via spirituale che scegliamo in modo predominante

Per essere più espliciti, l’invocazione del Nome può essere per te che leggi:

  • un atto transitorio
  • una preghiera che ti aiuta per un certo tempo e che poi lasci per altre forme
  • un metodo che usi abitualmente non escludendo gli altri
  • il metodo sul quale organizzi tutta la tua vita di preghiera.

La scelte di una forma o di un’altra dipende da tendenze personali, situazioni particolari, possibilità.

In ogni modo va tenuto presente che queste sono semplicemente delle prime nozioni per un primo contatto con il Nome.

- Non si giunge alla preghiera del Nome di Gesù né per curiosità né per un “capriccio spirituale”.

Dobbiamo attendere di essere chiamati o condotti da Dio.

Dobbiamo avvicinarci al Nome di Gesù sotto la guida dello Spirito Santo, solo così l’invocazione del Nome sarà un frutto dello Spirito.

- Non esistono segni infallibili che ci assicurino che siamo chiamati alla preghiera del Nome; ma alcuni indizi che dobbiamo esaminare possono incoraggiarci ad intraprenderla.

· Se ci sentiamo attratti verso l’invocazione del Nome

· Se essa produce in noi una crescita di amore e di pace

· Se l’uso di altre preghiere diviene difficoltoso

Possiamo ritenere che nella nostra vita si sta aprendo la via del Nome.

- Naturalmente il percorrere questa via non ci autorizza a disprezzare le altre forme di preghiera. E neanche affermare che essa sia la migliore forma di preghiera.

La migliore preghiera per ognuno è quella alla quale lo Spirito Santo lo giuda, qualunque sia la sua forma.

 

Secondo Ciclo

INVOCAZIONE DEL NOME COME VIA SPIRITUALE

II Momento

- Indubbiamente l’invocazione del Nome di Gesù semplifica ed unifica la nostra vita spirituale.

Perché il Nome di Gesù facilmente ricompone tutto in sé, possiede infatti una forza che unifica ed integra i soventi numerosi “io” della personalità “il mio nome è legione perchè noi siamo molti” (Marco 5,9) e perché la conduce alla unificazione nel Nome “unifica il mio cuore nel timore del tuo nome” (Salmo 86,11).

- La via del Nome non è una scorciatoia nella vita spirituale, implica invece una costante vigilanza sopra noi stessi.

A questo riguardo due possono essere gli atteggiamenti possibili:

· custodire mente, memoria, volontà per proferire il Nome con più raccoglimento ed amore.

· dire il Nome per essere consapevoli e con un cuore assorto nell’amore.

Il Nome, ricordalo, è in sé un mezzo di purificazione, un filtro attraverso il quale pensieri, parole, azioni possono essere liberati da scorie ed impurità.

Riempi perciò il tuo cuore con il Nome, con il pensiero di Gesù. Conservalo come un tesoro prezioso. Difendilo da tutto ciò che crea confusione.

Ricorda…è necessario un morire a se stessi, tendere con l’aiuto della grazia, a divenire dimenticanza di sé così che il Nome possa crescere in te.

“Egli deve crescere, ma io debbo diminuire” (Giovanni 3,30)

 

Secondo Ciclo

INVOCAZIONE DEL NOME COME VIA SPIRITUALE

III Momento

 

- L’invocazione del Nome va vista in relazione alle altre forme di preghiera, sempre nella prospettiva della preghiera individuale.

 - Sono importanti la preghiera contemplativa, la “preghiera di unione ed altre”. Lasciare le altre ed usare soltanto la “Preghiera del Nome”? usarle tutte?

La risposta va lasciata a Dio.

In generale la via del Nome è larga e libera ed in molti casi è perfettamente compatibile con momenti di ascolto della Parola e con intervalli di completo silenzio interiore.

 

- Ricordiamo sempre che la migliore forma di preghiera è quella verso la quale siamo mossi dallo Spirito Santo.

Perciò l’accompagnamento di un “fratello Spirituale” esperto può essere molto utile al principiante.

È una realtà che va riscoperta. Non è una novità nella vita della Chiesa cristiana.

In ogni caso ricorda:

“Quando lo Spirito di verità è giunto, egli vi guiderà entro tutto il vero” (GV 16/13).

 

Terzo Ciclo

INVOCAZIONE DEL NOME COME CULTO

I Momento

 

 

- Consideriamo il primo aspetto dell’invocazione del Nome: l’adorazione ed il culto.

- Nel pregare non limitiamoci alla supplica, all’intercessione, al pentimento.

La preghiera di lode, l’atto di rispetto e di amore devono avere la priorità.

“MIO SIGNORE E MIO DIO”

- L’invocazione del Nome deve renderci presente Gesù.

La Sua presenza è il reale contenuto, la sostanza del Nome.

Il Nome significa la persona di Gesù.

- Pronunciando il Nome dobbiamo sentirci alla presenza di Gesù.

Dire il suo Nome significa riconoscerlo come il SIGNORE.

“Dio lo ha esaltato e gli ha dato il NOME che è più alto di ogni altro nome” (Filippesi 2/9).

- Gesù è presente nel suo Nome come Salvatore.

“ Non vi è nessun altro nome sotto il cielo, donato agli uomini che possa salvarci” (Atti 4/12).

- “Qualsiasi cosa chiederai al Padre nel mio nome, te la concederà” (Gv 16/23).

Pronunciamo il suo Nome con fiducia perché Gesù è l’adempimento definitivo delle richieste umane.

Ovviamente nel tempo e nei modi che Lui considera come meglio per noi.

- Siamo deboli.

Spesso le nostre difese crollano e la tentazione sale.

A questo punto non guardiamo noi stessi né il nostro pensiero e fissiamo lo sguardo lo sguardo su di LUI.

Il Nome, invocato con fiducia, si oppone alle suggestioni della tentazione.

Nella tentazione invoca il NOME con insistenza, pace, serenità; non ad alta voce, senza affanno, agitazione, turbamento.

Esso deve scendere in noi lentamente finchè pensieri e sensi convergano e si uniscano a Lui.

- Il Nome di Gesù porta perdono e pacificazione.
Invocarlo, ripeterlo, con fiducia, quando abbiamo peccato, con dolore ed amore ci fa riprendere la vita.

Invocare il suo nome fa sì che riprendiamo il cammino con Lui che avevamo abbandonato.

Gesù, abbi pietà.

Signore, Gesù, abbi pietà di me.

Quando diciamo “Gesù”, dopo aver peccato e dopo un tempo di smarrimento, allora “Egli” non ci chiede lunghe giustificazioni ma vuole che subito ricolleghiamo la nostra vita di tutti i giorni con la sua persona.

 

Terzo Ciclo

INVOCAZIONE DEL NOME COME CULTO

II Momento

 

- Il nome ci dona esperienza del perdono divino.

Pronunciare il nome di Gesù è trovare il segno della Redenzione esteso a tutti i tempi ed all’intero universo. È trovare:

“L’Agnello ucciso dalla fondazione del mondo” (Apoc. 13/ 8) e
“L’Agnello di Dio che prende su di sé il peccato del mondo” (Gv 1/ 29)

- Parliamo qui di un ‘assoluzione non sacramentale, ma interiore che il pentimento sorretto dall’amore ottiene di per sé.
È il perdono che il pubblicano ricevette dopo la sua preghiera nel Tempio “Quest’uomo tornò a casa sua perdonato” (Lc 18/ 14)

- Il nome è anche un mezzo per ricordare l’incarnazione.

- Pronuncia il nome perché “Cristo possa dimorare nel tuo cuore” (Ef. 3/ 17)

Per provare la realtà di Gesù in te
“Ecco…sto alla porta e busso…se uno mi apre…” (Apoc. 3/ 20)

Metti la sua persona, il suo Nome sul trono, dentro di te.
“Essi ti hanno costruito un santuario nell’intimo per il tuo Nome” (II Cr 20/ 8)

Siamo membra di Cristo, rami della vita vera. L’uso riverente del Nome rende salda
questa appartenenza.

- Incarnazione, Parola e Nome traboccano “sempre” nella nostra vita.
“Il tuo Nome è unguento profuso all’intorno” (Cantico dei Cantici 1/ 3)

Ripetere con fede ed amore il Nome crea una forza capace di soggiogare il peccato

 

- L’uso del nome

= ci porta la conoscenza della nostra unione con Gesù nell’incarnazione;
= ci dona una visione più ampia dell’unione esistente tra Gesù e la creatura;
= ci aiuta a trasfigurare il mondo di Cristo.

 

- Quindi l’invocazione del nome è anche in relazione alla natura.

“Il Signore che fece cielo e terra” (Salmo 14/ 3)
Questi divengono simbolo visibile della bellezza universale.
“ I cieli narrano la gloria di Dio” (Salmo 19/ 1)


- La creazione non è statica, tende, soffrendo e gemendo, verso Cristo come suo compimento.
“L’intera creazione si lamenta e soffre…finchè non sarà liberata…” (Romani 8/ 21-22)

Il mondo inanimato è spinto in avanti da un movimento verso Cristo.
Tutte le cose convergono verso l’Incarnazione: terra, roccia, legno, acqua, grano, vino acquistano un nuovo valore: diventano segni e strumenti della grazia.
Tutto il creato manifesta il nome di Gesù
“Io vi dico che, se costoro tacessero, griderebbero le pietre” (Lc 19/ 40)

- Pronuncia il Nome sopra le creature: pietre, piante, frutti, fiori, mare, paesaggio; esprimerai così il mistero di questi esseri e li condurrai a compimento, dando la risposta alla loro attesa silenziosa.
“Tutto l’universo aspetta con grande impazienza il momento in cui Dio mostrerà il vero volto dei suoi figli” (Romani 8/ 19)

Pronuncia il Nome in unione con tutta la creazione così che:
“Al nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi in cielo, in terra e sotto la terra” (Filippesi 2/ 10)

 

Terzo Ciclo

INVOCAZIONE DEL NOME COME CULTO

III Momento

 

 

- Anche il mondo animale può raggiungere la trasfigurazione per nostra mediazione.
Gesù durante i quaranta giorni nel deserto era con le bestie selvagge (Mc 1/13).
Rimasero queste indifferenti all’influenza di Gesù? Non credo.
Gesù disse dei passeri: “Non uno di questi è dimenticato davanti a Dio” (Lc 12/6).
Noi siamo come Adamo quando doveva dare il nome a tutti gli animali; “e li condusse davanti ad Adamo perché imponesse loro il nome” (Genesi 2/19).
Noi invocando il Nome di Gesù sugli animali, li riconduciamo alla loro primitiva dignità.

- E’ soprattutto nei confronti degli umani che possiamo esercitare l’opera di trasfigurazione. Cristo risorto è apparso più volte sotto un aspetto diverso da quello che i discepoli conoscevano:
un viandante sulla strada di Emmans
un giardiniere vicino al sepolcro
uno sconosciuto sulla sponda del lago sempre con le sembianze di un uomo comune.


E’ questo un aspetto importante della sua presenza tra noi: la sua presenza nell’uomo.

D’altra parte è ciò che aveva insegnato

Ero affamato e .......
Ero assetato e ..................
Ero nudo e ............
Ero ammalato e ............
Ero in prigione e .............

(Mt 25/35-40)

Così appare a noi ora Gesù.
Ogni forma umana è l’unica sotto la quale ognuno può vedere il volto del Signore.

- Gesù si lascia vedere, toccare, interpellare dalle persone umane, suoi fratelli e sorelle.
Gesù mostra a noi i poveri, gli ammalati, i peccatori, in generale tutti gli esseri umani e ci dice: “Guarda le mie mani ed i miei piedi .....toccami e guarda: poiché uno spirito non ha carne ed ossa, come voi vedete che io ho” (Lc 24/39).

Gli uomini e le donne sono la carne, le ossa, le mani, i piedi, il costato trafitto do Cristo.
Il Nome di Gesù è un mezzo concreto di trasfigurare gli uomini nella loro nascosta intima realtà.
Proviamo ad avvicinare le persone nella strada, negozi, uffici, fabbriche, autobus, specialmente quelli che ci appaiono noiosi e repellenti; avviciniamoli con il Nome di Gesù sulle labbra e nel cuore.
Adoriamo Cristo in essi.
Serviamo Cristo in essi.
In molti di costoro, nel perverso, nel peccatore incallito, nel criminale Gesù è imprigionato.
Dobbiamo imparare a riconoscerlo in essi silenziosamente.

Vai nel mondo con questa visione.

Pronunzia Gesù su ogni uomo.

Vedi Gesù in ogni uomo.

Più sarai pronto a dare te stesso agli uomini più la nuova visione sarà chiara e vivida.

- Invocando il Nome di Gesù incontriamo interiormente tutti quelli che sono uniti al Signore e dei quali Lui ha detto:
“Dove due o tre sono riuniti nel mio Nome, io sono in mezzo ad essi” (Mt 18/20)

- Incontriamo le persone nel cuore e nell’amore di Gesù. Applichiamo il suo Nome a chi si trova in difficoltà.
Siamo per loro, in Gesù amore ed intercessione.

- Dove è Gesù, ivi è la Chiesa, chiunque è in Gesù è nella Chiesa. Quale?
Quella parte esterna, spirituale, immacolata che è raccolta nel Nome di Gesù e che trascende tutte le realtà terrestri.
Invochiamo il Nome di Gesù, uniti alla sua persona, arrendendoci a Lui, così parteciperemo alla pienezza della chiesa nella sua essenziale unità, più profonda delle nostre divisioni umane.

- l’invocazione del Nome di Gesù ci permette di incontrare il lui i nostri morti.
Perché Egli è la risurrezione e la vita di tutti gli uomini.
L’invocazione del Nome di Gesù ci dona la presenza di Lui ed anche la loro presenza.

- Nel Nome di Gesù incontriamo l’intera società dei santi.
“Il mio Nome sarà nelle loro fronti” (Apoc. 22/4).
Penetriamo dunque con calma e fiducia nell’abisso dell’adorazione, obbedienza e pace.

Letto 3907 volte Ultima modifica il Mercoledì, 26 Febbraio 2014 16:42

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