Ecumene

Venerdì, 29 Novembre 2013 10:33

Gli ebrei d'America stanno morendo di laicità (Giulio Meotti)

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Il Pew Forum dice anche che due terzi degli ebrei non appartiene a una sinago­ga, un quarto non crede in Dio e un terzo ha un albero di Natale in casa durante le feste. La secolarizzazione riguarda anche l'educazione.

Alan Dershowitz, il giurista ebreo di Harvard, il principe del foro, lo strenuo difensore dei diritti civili, aveva intitolato un suo libro The Vanishing American Jew. L'ebreo americano in via di estinzio­ne. Un libro nato da una ferita tutta perso­nale, il matrimonio del figlio dell'avvoca­to con una ragazza cattolica e il disagio di pensare che i propri nipoti non sarebbero più stati ebrei, almeno secondo la legge ebraica. Adesso un rapporto del prestigio­so Pew Forum americano getta una luce si­nistra sul futuro della grande diaspora americana.

Si tratta, come scrive il New York Times, del "primo sondaggio in dieci anni" sullo stato di salute dell'ebraismo statunitense. Dati choc per un fenomeno conosciuto, ma mai davvero analizzato scientificamente. Il matrimonio interreligioso è salito al 58 per cento (l'ultimo, eclatante, quello del re di Facebook Mark Zuckerberg con Priscilla Chan), e arriva addirittura al 71 per cento per gli ebrei non ortodossi (negli anni Set­tanta il tasso era appena al diciassette per cento). Quando l'ebreo americano Marc Mezvinsky si è sposato con Chelsea Clin­ton, figlia di Bill e Hillary, Yated Neeman, uno dei giornali degli ebrei più ortodossi d'Israele, ha parlato di "genocidio spiri­tuale" del popolo eletto e di "annichili­mento del popolo ebraico, della sua iden­tità e della sua eredità".

Il Pew Forum dice anche che due terzi degli ebrei non appartiene a una sinago­ga, un quarto non crede in Dio e un terzo ha un albero di Natale in casa durante le feste. La secolarizzazione riguarda anche l'educazione: due terzi degli ebrei ameri­cani non impartisce ai figli una educazio­ne ebraica. La percentuale di chi si dice "non religioso", salita a quota ventidue per cento, è la più alta di sempre.

L'ultimo sondaggio di questo tipo lo ave­va realizzato nel 2000 la Jewish Federations of North America. I risultati, fra mil­le polemiche, erano stati deprimenti. Da qui la decisione di non compiere un nuo­vo progetto demoscopico. Il Pew Forum ha riempito il vuoto, sondando 70 mila perso­ne in tutto il paese.

Già alcuni anni fa il rabbino Ephraim Buchwald, fondatore del National Jewish Outreach Program, aveva parlato del "pa­radosso ebraico americano", simbolico più in generale del confronto fra tradizione e secolarismo nelle democrazie avanzate. La sopravvivenza è sempre stata vista dagli ebrei come difesa contro l'antisemitismo. Così gli ebrei sono diventati dei liberal convinti, favorendo "la separazione dello stato dalla chiesa". Ma in questo modo, dis­se Buchwald, "la laicità è diventata parte integrante dell'ebraismo" e ha provocato questa crisi per la sopravvivenza. Così og­gi in America crescono soltanto gli ebrei ortodossi. Già nel 1997 l'Unione dei rabbi­ni ortodossi aveva sconfessato le correnti riformista e conservatrice, cui appartiene il novanta per cento circa dei quasi sei mi­lioni di ebrei americani, adducendo che queste ormai "non sono più ebraismo ma un'altra religione".

L'ex rabbino capo del Regno Unito, Jo­nathan Sacks, ci ha scritto anche un libro, dal titolo emblematico: "Avremo ancora nipotini ebrei?". Gli ebrei potrebbero spa­rire, assimilati ai non ebrei. La domanda posta da Sacks è terrificante: "Riuscirà l'assimilazione a ottenere ciò che a Hitler non riuscì?". Invece della Shoah, la disso­luzione. Anche il premio Pulitzer Charles Krauthammer, forse l'editorialista ebreo più rispettato e influente d'America, ha commentato i dati del Pew Forum. "Come fa una comunità a decimarsi nelle condi­zioni benigne degli Stati Uniti? Facile: bassa fertilità e matrimoni misti. In tre ge­nerazioni, la popolazione sarà dimezzata. Negli Stati Uniti oggi gli ebrei si sposano più con i cristiani che con altri ebrei". Forse più importante per la continuità ebraica è proprio l'identità. "Due terzi dei matrimoni ebraici stanno producendo bambini che per tre quarti sono persi al popolo ebraico". A rischio anche lo stori­co e vitale legame fra gli ebrei d'Israele, che invece diventano sempre più religiosi, e la diaspora statunitense, ricca e influen­te ma sempre più distante dai legami identitari.

Hagai Segal, columnist di Yedioth Ahronoth, nel commentare i nuovi dati america­ni, ha usato la definizione di Maimonide di "Olocausto non violento". Più dei sangui­nari pogrom riuscirà l'attraente secolariz­zazione? C'è persino chi paragona l'attua­le secolarizzazione della comunità ebraica americana a quanto accadde durante l'In­quisizione in Spagna. Con la differenza che allora fu la paura e il terrore a spin­gere gli ebrei a occultare la propria iden­tità, mentre adesso avviene alla luce del sole e sotto i fasti della più aperta e tolle­rante delle democrazie occidentali.

Giulio Meotti

(pubblicato in Il Foglio, 10-10-2013, p. 4)

 

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Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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