Quando mussulmani e cristiani
pregano Maria
di Gabrielle Halpern
"Un lavoro paziente" è stata questa l'espressione usata da Benedetto XVI al suo arrivo a Chartres il 4 giugno 2010, per sottolineare gli sforzi necessari al dialogo inter-religioso.
Qualche giorno prima, in Francia, un centinaio di persone, munite di kiway e di ombrelli, si erano date appuntamento alla Villette Saint-Prest (Eure-et-Loire) per camminare fino a Chartres. Durante due ore, le carrozzine hanno fiancheggiato i bastoni delle persone anziane, mentre preghiere comuni punteggiavano il percorso.
Un pellegrinaggio è prima di tutto la storia d'un avvicinarsi all'altro e d'una riconciliazione con se stessi.
Il punto di contatto di questa giornata? La figura di Maria, sola donna citata con il proprio nome nel Corano. Venerata per le sue virtù, è considerata come un modello di fede. Niente di più naturale allora, se mussulmani e cattolici recitano insieme un’Ave Maria. «La cosa più importante per noi è di trovare delle figure comuni, dei valori da condividere, delle storie e dei fatti simili e differenti solo per pochi dettagli, in modo da poter comunicare» spiega Assia, una giovane mussulmana, nell'oscurità della cattedrale di Chartres, mitigata dalle luci azzurrognole delle invetriate.
Nobert Ducrot, presidente del Movimento internazionale dei responsabili cristiani (MIRC) comincia la lunga storia di questo pellegrinaggio.
«Un dialogo può essere costruito perchè c'è più d'una figura biblica su cui condividere».
Tutto è cominciato nel 1958 all'occasione del centenario delle apparizioni della Vergine Maria a Lourdes, racconta M. Ducrot. Con il sostegno del papa Giovanni XXIII, dell'islamologo Louis Massignon ed anche di Monsignor Théas vescovo di Lourdes, dei mussulmani e dei cristiani, poveri e malati si riuniscono durante cinque giorni e pregano questa donna in cui riconoscono uno stesso modello di devozione (pietas). Per il 150° delle apparizioni, nel 2008, l'idea di questo pellegrinaggio è stata ripresa a Chartres e, da quella data, ha luogo ogni anno.
Un anziano, che porta una croce sul petto, afferma che «un dialogo può essere instaurato perché c'è più d'una figura biblica su cui condividere». Le invetriate della cattedrale raccontano storie «in cui ciascuno si ritrova perchè si leggono sia nella Bibbia sia nel Corano». In primo luogo quella di Noé provato da Dio, perché perde uno dei suoi figli incredulo, nel Diluvio, prima di essere irremidiabilmente separato dai miscredenti.
Il pellegrino è prima di tutto colui che decide di marciare con Dio anche se la strada è rischiosa.
Una fede a volte incostante
Tutto il gruppo si ritrova nella cripta glaciale della cattedrale, sotto l'occhio attento della Vergine Maria. Due donne si succedono per raccontare come la fede può essere incostante e superficiale. Del Senegal, da cui Hadjii è partita, lei ha conservato i rituali festivi e i più bei canti caratteristici della religione mussulmana. Nadine una giovane cristiana, spiega come ha dimenticato la sua adolescenza mistica, vissuta in Libano, nelle uscite serali e nelle feste parigine. Poco importa la religione, quando si parla di dubbio e di fede, sotto questo aspetto, si somigliano tutte. Anche se le due donne non avevano nulla in comune, pure le loro storie si potrebbero confondere. E la Senegalese musulmana e la Libanese cristiana arrivano alla stessa conclusione: non è pellegrino chi vuole, questo appellativo si merita. Nelle storia di Noé, quelli che hanno scelto di marciare con Dio sono stati salvati. Ciò non significa che una tale marcia sia esente da prove. A Chartres tutta l'architettura della cattedrale è orientata verso il percorso, l'itinerario. L'edificio racchiude anche, nel suo centro, un labirinto nascosto purtroppo dalle sedie.
L'ultima prova destinata al pellegrino? Gli organizzatori sembrano contentarsi naturalmente di un Padre Nostro in siriano, ma lo stupore dello sguardo dei credenti prova che il dialogo inter-religioso non è facile. Le invetriate della cattedrale non mancheranno di ricordarlo. Quando il gruppo dei cristiani e dei mussulmani passa accanto ad un Carlomagno, che giura davanti a testimoni di lanciarsi in una grande crociata contro l'Islam, la guida resta molto imbarazzata...
Non idealizziamo la storia.
Per contattare gli organizzatori, Huber de Chargé e Kaled Roumo.
http://www.legaic.org/contact.php
(da Le monde des religions, settembre-ottobre 2010)