Il buddhismo si divide in due yana o veicoli, cioè maniere per raggiungere l’illuminazione o il Risveglio: il Teravada o buddhismo antico diffuso nell’Asia del Sud, e il Mahayana, impiantato nel Nord dell’Asia fino al Giappone. Le quattro scuole del buddhismo tibetano derivano tutte dal Vajrayana o Veicolo di Diamante (considerato come un ramo del Mahayana o Grande Veicolo) che unisce agli insegnamenti del Buddha alcuni elementi esoterici , in particolare alcune tecniche di meditazione trasmesse da maestro a discepolo, destinate a raggiungere rapidamente il Risveglio, se possibile in una sola vita. Queste scuole condividono gli stessi insegnamenti e gli stessi riti; si distinguono per dettagli di dottrina e di pratiche trasmesse dai loro rispettive lignaggi di maestri.
Nyingmapa (gli Anziani)
La scuola più antica, stabilita nel sec. VIII, rivendica di discendere da Padmasambhava, “il maestro prezioso” che introdusse il tantra buddhista nel Tibet e che essa considera come il secondo Buddha. Essa afferma che egli avrebbe lasciato nel cielo, nelle grotte e nei laghi degli insegnamenti che devono essere scoperti al momento giusto da esseri ispirati (tertons). Sostiene che esistono due vie di trasmissione: la “trasmissione dei tesori spirituali” (terma), detta breve perché salta le generazioni, e la trasmissione orale lunga (karma) che risale al Buddha secondo una filiazione continua da maestro a discepolo. I Nyingmapa non conoscono organizzazione centralizzata, ma si riuniscono intorno a maestri che spesso hanno reputazione di santità. Molti di questi maestri sono sposati (i maestri delle altre scuole sono quasi sempre monaci). Gli insegnamenti si fondano su un itinerario in nove veicoli – i più elevati, che sono i più segreti, sono in qualche modo le anticamere del Risveglio.Alla vetta si trova la pratica del dzoghen, la Grande Perfezione che conduce al “corpo di luce”. Una fra le deità principali dei Nyingmapa è Vajrakilaya. Il capo di questa scuola è Penor Rimpoché.
Kagyupa (la Via della Trasmisione orale)
Fondata nel sec. XI da Milarepa, discepolo di Marpa, il suo insegnamento segue un itinerario di sei veicoli di cui la vetta è il Grande Sigillo (mahamudra) – l’unione della vacuità e della luminosità. Sotto l’influenza di Gampopa, discepolo del fondatore, i Kaguypa si sono dotati di numerosi monasteri che sono diventati centri importanti di insegnamento. Se accordano, come i Nyingmapa, molto spazio allo yoga e alla meditazione, mettono tuttavia l’accento sull’importanza della teoria.
Vari lignaggi sono usciti da questa scuola: La più conosciuta è quella dei Karma Kagyupa, diretta dal Karmapa che ha iniziato il sistema dei tulkus. Il XVII° karmapa risiede attualmente in India. Fra gli altri lignaggi citiamo i Shangpa Kagyu, ai quali apparteneva Kalou Rimpoché (è una delle rare scuole fondate da donne, Nigouma e Sukhasiddhi); i Drukpa Kagyu, oggi diretti dal XII° gyalwang drukpa. Una della deità principali è Chakrasamvara.
Sakyapa (la Terra chiara).
Nel sec. XI Virupa, un potente maestro tibetano, trasmette il suo insegnamento tantrico al Tibetano Drokmi Shakya Yeshe, che a sua volta ha come discepolo Khon Köntchok Gyalpo. Questi fonda un monastero nel Tibet centrale, in un luogo dove la terra è di color grigio chiaro e perciò lo chiama Sakya, “terra chiara”. Questa scuola è famosa per la perfezione dei suoi rituali e i suoi studi metafisici molto avanzati. Il suo insegnamento specifico è il lamdré, “la Via e il frutto”, che postula l’unità ultima del samsara (il ciclo delle rinascite) e del nirvana (il Risveglio). Questa scuola è l’unica la cui trasmissione sia familiare, da zio a nipote, ma il ramo ngorpa è noto per il suo rigore monastico. Due figure importanti sono il grande erudito Sakya Pandita (11882 – 1251) e il filosofo Gorampa (1429 – 1490). Il suo dirigente attuale è Sakya Tridzin, 41° occupante del trono Sakya. La scuola è centrata sulla divinità tantrica Hevajra.
Guelugpa (i Virtuosi)
La più recente delle scuole tibetane è stata fondata all’inizio del sec. XV. Essa mette l’accento sul rigore della disciplina monastica e sullo studio, riservando le pratiche tantriche agli studenti più avanzati. Senza dubbio proprio su questo punto si trova la differenza maggiore fra le scuole: i Nyingmapa e i Kagyupa sono dei mistici, i Guélougpa sono anzitutto degli eruditi. Ventun anni di studi portano all’esame di dottore (guéshé), coloro che riescono possono essere nominati abate (rettore di una università monastica). Si pone un’attenzione del tutto particolare sullo studio della logica e della filosofia buddhista, e più particolarmente sulla vacuità. Il capo dei Guelugpa è Ganden Tripa. Il dalai lama, capo spirituale e temporale del Tibet, è uscito dai Guelugpa, ma riceve insegnamenti da maestri di tutte le scuole di cui è il protettore. Il panchen lama, seconda autorità spirituale del Tibet è anche lui uscito dalla scuola Guelugpa.
Fabrice Midal *
* Dottore in filosofia e insegnante buddista, dirige l’associazione buddista “Prajna e Philia”
Berretti rossi e gialli
La scuola Guelugpa è quella dei berretti gialli, mentre tutte le altre hanno un berretto rosso. I copricapi dei primi eruditi (panditas) buddhisti sarebbero stati gialli, colore che evoca la terra e la stabilità. Nel sec. VII, per manifestare la loro volontà di trionfare sui seguaci di altre religioni in occasione di dibattiti che spesso si tenevano, gli oratori buddhisti avrebbero adottato dei berretti rossi, colore del fuoco e dell’eloquenza. Con l’adottare il berretto giallo, Tsongkhapa, fondatore della scuola Guelugpa, affermava di ritornare alle origini. La tradizione si è mantenuta.
(da Le monde des religions n. 30, p. 24-25)