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Venerdì, 04 Dicembre 2009 23:45

XXVI. La Chiesa Apostolica Ortodossa d'Estonia

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Liturgia per l'ottantesimo anniversario dell'autonomia Liturgia per l'ottantesimo anniversario dell'autonomia

Le Chiese dell'oriente cristiano

La Chiesa Apostolica Ortodossa d'Estonia

Gli Estoni finirono sotto il controllo degli Svedesi verso la fine del sec. XVI e presto adottarono le leggi luterane. Pietro il Grande conquistò la regione agli inizi del sec. XVIII. Sotto il dominio russo, durante il sec. XIX un numero significativo di Estoni diventarono ortodossi e ci fu nella provincia un influsso dei russi.

Tuttavia in Estonia si formò un numero considerevole di comunità ortodosse. Dopo il rovesciamento dello Zar nel 1917, l’Estonia si proclamò indipendente e nel 1920 i Sovietici ratificarono la sua indipendenza.

In previsione della indipendenza e della persecuzione della Chiesa ortodossa russa, il vescovo Alessandro di Tallinn chiese al Patriarcato di Costantinopoli di ricevere la sua Chiesa sotto la sua giurisdizione. Nel luglio 1923 il Patriarca Meletios IV di Costantinopoli editò un Tomos con cui accettava la Chiesa estone e le concedeva lo stato di autonomia. Nominò il vescovo Alessandro metropolita di Tallinn e di tutta l’Estonia. Nel 1940 la Chiesa contava oltre 210.000 fedeli, tre vescovi, 156 parrocchie, 131 preti, 19 diaconi, 2 monasteri e un seminario teologico. La maggioranza dei fedeli era di etnia estone.

Nel 1940 l’Unione Sovietica si annesse l’Estonia. I tedeschi occuparono il paese durante la seconda guerra mondiale e i Sovietici vi ritornarono nel 1944. Il metropolita Alessandro andò in esilio a Stoccolma con 23 membri del suo clero. La Chiesa stanziatasi a Stoccolma rimase  collegata al Patriarcato Ecumenico e serviva circa 10.000 ortodossi estoni esiliati in vari paesi. Morto il metropolita Alessandro nel 1953, il Patriarcato ecumenico consacrò un nuovo vescovo ortodosso estone, Juri Valbe, come pastore della Chiesa estone sita in Stoccolma. Alla sua morte nel 1961, le parrocchie estoni furono affidate ai vescovi locali del Patriarcato ecumenico.

La stessa Chiesa ortodossa d’Estonia è stata incorporata al Patriarcato di Mosca dopo l’annessione soviretica. Nel 1978, a richiesta della Chiesa ortodossa russa, il Patriarcato ecumenico ha dichiarato inoperativo il Tomos del 1923 che aveva stabilito l’autonomia della Chiesa estone. A causa della contrazione demografica, i Russi rappresentano la maggioranza della popolazione d’Estonia alla fine del dominio sovietico.

A seguito della dissoluzione dell’Unione Sovietica e della raggiunta indipendenza dell’Estonia nel 1991, nella comunità ortodossa nacque una disputa tra quelli che volevano rimanere legati al Patriarcato di Mosca e quelli che volevano il ristabilimento dell’autonomia ecclesiastica sotto il Patriarcato ecumenico. Lunghe trattative tra Mosca e Costantinopoli non hanno portato ad una soluzione del problema. Nel febbraio 1996 il Santo Sinodo del Patriarcato di Costantinopoli ha formalmente riattivato il Tomos del 1923, che aveva stabilito l’autonomia della chiesa sotto la sua giurisdizione e ha nominato l’arcivescovo Giovanni di Finlandia come locum tenens di capo fino all’elezione del primate. Il Patriarcato di Mosca ha reagito con forza a tale mossa interrompendo le relazioni col Patriarcato ecumenico e rimuovendo il nome del Patriarca ecumenico dai dittici della liturgia.

Nell’aprile 1996 delegazioni delle due parti si sono incontrate a Zurigo e hanno raggiunto un accordo di massima. Il maggio seguente ambedue i Santi Sinodi hanno formalmente adottato le raccomandazioni fatte al meeting di Zurigo. L’accordo prevedeva una giurisdizione parallela in Estonia, e concedeva alle singole parrocchie e gruppi clericali di aderire sia alla Chiesa autonoma d’Estonia sotto Costantinopoli o alla diocesi che voleva rimanere dipendente da Mosca. Da parte sua Costantinopoli ha accettato la sospensione per quattro mesi della sua decisione (presa in febbraio), di ristabilire l’autonomia della Chiesa d’Estonia. Mosca ha accettato di togliere le sanzioni imposte al clero che aveva aderito alla chiesa autonoma. Entrambi i Patriarcati si sono accordati di lavorare insieme con il governo d’Estonia perché tutta l’ortodossia estone godesse gli stessi diritti, incluso il diritto di proprietà. Risultato di questo accordo è stato il raggiungimento della piena comunione tra Mosca e Costantinopoli e il nome del Patriarca ecumenico Bartolomeo è stato di nuovo incluso nei dittici di Mosca.

patriarca visita estonia

Delle 84 parrocchie ortodosse in Estonia, 50 con circa 7.000 membri hanno aderito alla nuova chiesa autonoma sotto Costantinopoli. Altre 30 parrocchie con tra i 50.000 e i 100.000 membri, insieme alla comunità monastica di Pjukhtitsa, hanno optato per rimanere con la diocesi ortodossa russa di Tallinn.

Sito internet: http://www.orthodoxa.org/GB/estonia/estoniaGB.htm

 

Letto 3450 volte Ultima modifica il Sabato, 05 Dicembre 2009 08:13
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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