Ecumene

Martedì, 17 Agosto 2004 02:20

Le Chiese Orientali

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di Sergio Mercanzin

A. CHIESA APOSTOLICA CATTOLICA ASSIRA DELL'ORIENTE (CALDEA)

Fa risalire la sua origine all'apostolo Tommaso. È una delle chiese più antiche e venerabili. Lingua liturgica è il siriaco orientale, la più vicina alla lingua che parlava Gesù.

450.000 fedeli circa (Iraq, Iran, India, Libano, Siria, ecc.). Nel medioevo arrivava a 70 milioni di fedeli.

È sempre stata una chiesa missionaria: India, Asia Centrale, Cina.

Dal 1976 è patriarca Mar Dinka IV, nato in Iraq, vescovo in Iran, residente negli Usa.

Chiesa nestoriana (non ha accettato le definizioni del concilio di Efeso 431 sull'unica persona di Cristo, seguendo invece Nestorio, patriarca di Costantinopoli che affermava la duplicità delle persone in Cristo).

Nel 1830 una parte consistente ritrova l'unione con Roma. Nasce il patriarcato "caldeo", che conta oggi 300.000 fedeli (Caldea = Mesopotamia).

Nel novembre 1994 Mar Dinka IV è ospite di Giovanni Paolo II. Il Papa lo presenta all'udienza generale del mercoledì successivo, il 10.

Il 13 firmano una dichiarazione cristologica comune, che chiarisce un malinteso, durato 1.500 anni. È il frutto di un lungo lavorio. Nella enciclica Ut unum sint, Giovanni Paolo II descrive così questo traguardo: "Abbiamo potuto professare insieme la vera fede in Cristo. Il Signore mi ha dato questa grande gioia" (62).

Preghiamo per questa Chiesa e preghiamo con questa Chiesa. Lo facciamo con una antichissima preghiera di S. Efrem Siro, uno dei figli migliori di questa Chiesa. Vissuto nel IV secolo (ca. 306 - 373) è uno dei grandi maestri della spiritualità orientale e universale.

Si tratta di una preghiera eucaristica. S. Efrem confronta tra loro tre miracoli: la moltiplicazione dei pani, le nozze di Cana, l'Eucaristia.

PREGHIERA ALL'EUCARESTIA

di S. Efrem Siro

L'unica spiga, Cristo, ha dato il pane del cielo infinito.
Finirono i cinque pani da lui spezzati,
ma un pane egli spezzò che vinse la creazione:
più lo spezzi, più si moltiplica.
Ricolmò a Cana le giare di vino abbondante:
lo si attinse, lo si bevve e finì
benché fosse moltiplicato.
Ma la bevanda che offrì nel calice,
anche se modesta, fu di potenza senza limiti.
E' un calice che contiene tutti i vini.
Unico è il pane che spezzi senza limite,
unico è il calice in cui mesci il vino senza fine.
Il grano, Cristo, seminato per tre giorni nella terra
ha germinato e ha riempito il granaio della vita.

B. CHIESE ORTODOSSE ORIENTALI O ANTICHE ORTODOSSE ORIENTALI

Sono 6 antiche chiese, in comunione tra loro, ma ciascuna indipendente. Che hanno in comune? Non hanno accettato il Concilio di Caledonia (451), che ha definito l'esistenza in Cristo di due nature. Queste chiese hanno creduto che in Cristo ci fosse la sola natura divina, per questo sono definite "monofisite" (monos = uno solo; physis natura) o chiese non calcedoniane.

B.1 CHIESA APOSTOLICA ARMENA

Secondo un'antichissima tradizione è stata fondata dagli apostoli Bartolomeo e Taddeo. "Padre" è considerato S. Gregorio l'Illuminatore, che converte il re Tiridate. Il re proclama il cristianesimo religione di stato. Il primo caso nella storia. Un santo, S. Mesrob, inventa l'alfabeto armeno.

La liturgia, assai antica, è in lingua armena. La musica religiosa, stupenda.

Il popolo armeno è stato perseguitato e massacrato, per esempio all'inizio del XX° secolo, dai Turchi. I cristiani armeni non cattolici sono circa 6 milioni. I cattolici circa 200.000.

Preghiamo utilizzando una invocazione che i cristiani armeni rivolgono al Signore per i sacerdoti. Fin dai tempi antichi questa preghiera si trova nel rituale armeno.

PREGHIERA PER I SACERDOTI

Signore, Dio onnipotente, tutto misericordia e provvidenza, creatore di tutte le creature, visibili e invisibili, che abiti in una luce temibile e inaccessibile: gli scuri abissi sono chiari ai tuoi occhi che vedono tutto.

Attorno a te stanno le milizie celesti, angeli e arcangeli, principati, potenze, troni, dominazioni, serafini e cherubini e tutte le potenze incorporee; ti lodano sempre con una lode trionfale. Tu, Signore delle potenze, tutto in tutti, forte al quale nulla manca, che nella tua volontà amica degli uomini hai avuto pietà della razza umana nel suo abbassamento, tu hai messo da parte per te fra gli uomini un popolo particolare, la tua santa Chiesa, che hai chiamata tuo corpo e tue membra. Tu hai stabilito in essa dei sacerdoti per pascere il tuo popolo.

Ascolta ora, Signore, la voce delle nostre suppliche: i tuoi servitori, che hai eletto e accolto per il sacerdozio, conservali incrollabili nel sacerdozio al quale li hai chiamati.

Dona loro un cuore avveduto perché conservino con cura tutti i comandamenti, ti amino con tutta la loro forza, con tutto il loro cuore e con tutta la loro anima, e così camminino nella verità per i sentieri della giustizia, con cuore puro e fede non finta, abbondando nelle opere buone secondo la tua volontà che ama il bene.

Rimangano fermi e senza rimprovero alla tua presenza nella Chiesa cattolica, edificata e confermata sulla pietra della fede degli apostoli e dei profeti.

Siano operai che non devono arrossire, per ben comprendere e spiegare la parola di verità, per seminare la fede vivificante e ortodossa della Chiesa apostolica in tutti gli uditori. Concedi loro, Signore, la grazia apostolica per cacciare e allontanare da tutti gli uomini le passioni cattive e gli spiriti impuri, imponendo le mani e invocando su di loro il tuo nome onnipotente per aiutare e guarire quelli che ne sono infetti.

E siano degni di chiamare dal cielo il tuo Spirito Santo per la vita spirituale di quelli che sono rinati e sono stati illuminati nella tua santa piscina, perché ottengano la grande grazia della tua adozione, per divenire eredi del regno dei cieli e il tempio dello Spirito Santo.

Con fede compiano il temibile e celeste mistero del Corpo e Sangue del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, per la remissione dei peccati di quelli che si comunicano degnamente. Compiendo tutte le funzioni del sacerdozio con una virtù perfetta, glorifichino anche la santa Trinità e ricevano la ricompensa con i beati apostoli nella vita eterna, divenendo degni d'un duplice onore, per la grazia e l'amore verso gli uomini del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, che ci ha invitati e chiamati al suo regno e alla sua gloria: lui, col quale, Padre onnipotente, in unione con il Santo Spirito vivificante e liberatore, ti convengono gloria, autorità e onore, ora e sempre!

B.2 CHIESA COPTA

Copto significa egiziano. Copta è la chiesa cristiana d'Egitto. Sarebbe stato l'evangelista Marco a fondarla, infatti, secondo la tradizione egli avrebbe subito il martirio ad Alessandria d'Egitto nel 63 d.C. Il primate ha i titoli di Papa di Alessandria e Patriarca della Sede di Marco. La sua sede non è più ad Alessandria ma al Cairo, la capitale. Conta 4 milioni di fedeli (200.000 circa i cattolici). L'inizio del calendario ecclesiastico non è la nascita di Cristo, ma la tremenda persecuzione di Diocleziano.

La chiesa copta ha dato un contributo enorme e imperituro alla Chiesa universale: teologi con Clemente, Origene e Cirillo, scuole, monachesimo, santità. E molti martiri.

Il rito è in lingua bohairica, un dialetto della lingua copta.

Nonostante il monofisismo di partenza, oggi tra Chiesa copta e cattolica non sussiste più un problema cristologico. Il papa, Paolo VI, prima e Giovanni Paolo II poi hanno professato insieme al patriarca copto la stessa fede in Cristo. È giusto e simpatico l'orgoglio con il quale i cristiani d'Egitto ricordano d'aver dato ospitalità a Gesù Bambino, Maria e Giuseppe, salvandoli così dall'ira di Erode.

C'è una preghiera che ricorda quella che essi chiamano naturalmente non la fuga in Egitto, ma l'ingresso in Egitto. Così si intitola questa preghiera.

L'INGRESSO DI GESÙ IN EGITTO

Sia lode al nostro Dio, il Verbo del Padre, a colui che prese carne e si fece uomo, al fine di salvare noi, che siamo cristiani.
Apparve l'angelo a Giuseppe il Carpentiere nel sogno e disse a lui: "Alzati presto, prendi il Fanciullo con la Madonna e fuggi in Egitto".
Si alzò Giuseppe, prese la Vergine, e con lei il Fanciullo e Salome la Vecchia. Discese in Egitto, se ne andarono a Koskam, e abitarono là sinché Erode morì.
L'angelo del Signore apparve a Giuseppe e ordinò a lui di tornare a Nazaret. Nel suo ritorno il Signore fece scaturire una fontana per essi.
Si attinge sino a questo giorno in quel luogo: guarisce ognuno che fa uso di essa, e ricevono la benedizione della Vergine, Madre del Nostro Signore e Tuttasanta.
È la benedizione della chiesa che edificarono al suo Nome, il suo, che rimarrà per le generazioni. Lodiamo il Cristo, nostro vero Dio, e glorifichiamo la sua Vergine Madre. Iddio che è glorificato dal consiglio dei santi, che siede sopra i Cherubini, fu visto in terra d'Egitto.
Colui che fece il cielo e la terra, fu visto in quanto giusto in grembo a Maria, nuovo cielo, assieme al santo Giuseppe il giusto.
L'Antico dei giorni, lodato dagli Angeli, venne oggi in terra d'Egitto per salvare il suo popolo. Gioiosi e allietati, o Egitto, con tutti i tuoi figli e tutte le tue città, poiché venne da te l'amante degli uomini, colui che è prima di tutti i secoli.
Il grande Isaia disse: "Viene il Signore in Egitto sopra una nube leggera, egli è il re del cielo e della terra".
Lo lodiamo e lo glorifichiamo e lo sopraesaltiamo, in quanto buono e amante dell'umanità. Abbi pietà di noi secondo la tua grande misericordia.

E' speciale la devozione a Maria dei cristiani d'Egitto. La si vede da questa preghiera che si intitola "Saluto alla Vergine dei fiori".

SALUTO ALLA VERGINE DEI FIORI

Ave a te! Trono del sole e corona del cielo e delle stelle, terra ornata di fiori, di uve e di palme, Maria, tempo di gioia!
Ave a te! Quando Adamo uscì dal Paradiso, terra dei fiori, fece salire l'incenso della preghiera a te, o Maria, bellezza del nardo.
Ave a te! Profumo di fiori, quadruplice unzione del sacerdote Aronne', sistri d'oro sono su te come fiori di melograno, Maria, tunica.
Ave a te! il bastone di Aronne fiorì un tempo nella tenda di Mosè, simbolo e immagine della tua purezza, madre del Creatore.
Ave a te! Spargi sul mio capo, o Madre di lui, il profumo della tua pace, Maria, fiore del vestito dello Sposo dalle fragranze di cassia.
Ave a te! Ti vengano offerte parole di lode con canti dai dolci accenti, o profumo di giardino al tempo delle confetture, Maria, fiore dei campi.
Ave a te! Quando la bellezza del tuo fulgido viso mi rallegra, lo paragono ad un bel fiore, Maria, perla del mare.
Ave a te! Come l'assetato desidera l'acqua, così la mia bocca desidera lodare te, Maria, fiore delle mie vigne.
Ave a te! La tua lode non ha forse il gusto del latte e del dolce miele, o fiore perfetto?
Ave a te! Ornami del tuo fiore, splendore dei santi, Maria, tu che sei misericordiosa verso tutti i peccatori, pronta alla pietà e al perdono.
Ave a te! Per ciascun'ave che ti dico, come l'angelo Gabriele, ricevi dalla mia bocca un fiore mattino e sera, o Madre di Dio.
Ave a te! Rivela di nuovo il tuo miracolo, in modo che, dopo l'assopimento della morte, la mia lingua diventi un fiore a motivo dell’ave che racchiude la gioia.

B.3. CHIESA ETIOPICA

Questa chiesa cristiana è unica, per il fatto che conserva ancora diversi costumi giudei come la circoncisione, alcune leggi del digiuno e la festività del Sabato, oltre naturalmente quella della Domenica. La Chiesa ortodossa etiopica fu Chiesa di Stato fino alla rivoluzione marxista del 1974 che detronizzò l'imperatore. Un tempo dipendente dal patriarcato copto d'Egitto, le furono da questo riconosciuti, nel 1959, l'indipendenza e lo status di patriarcato. Il Patriarca della Chiesa ortodossa etiopica risiede ad Addis Abeba. La Chiesa conta 16 milioni di fedeli in Etiopia e in una piccola diaspora. (I cattolici 140.000 circa).

La liturgia è in gheez, lingua di tipo semitico (con un alfabeto di 267 lettere).

Nell'enciclica "Ut unum sint", il papa scrive: "Con il venerato patriarca della Chiesa di Etiopia, Abuna Paulos, che mi ha fatto visita l'11 giugno 1993, abbiamo insieme affermato: "Abbiamo la stessa fede, gli stessi sacramenti, lo stesso ministero radicato negli apostoli, ... e la stessa fede in Cristo, che per tanto tempo è stata la causa di divisione tra di noi" (n. 62).

La liturgia etiopica usa due diversi simboli di fede. Il primo è quello niceno-costantinopolitano, che usano tutte le Chiese antiche. Il secondo è quello detto Credo degli apostoli, tipico della sensibilità etiopica e meno conosciuto in Occidente.

CREDO ETIOPICO

Crediamo in un solo Dio, creatore di tutte le cose e Padre del nostro Signore, Dio e Salvatore Gesù Cristo, la cui natura è insondabile. Egli è senza inizio nè fine, vive sempre, possiede la luce che mai si spegnerà ed è inaccessibile.

Non è due o tre (nulla gli può essere aggiunto), ma uno solo, vivo in eterno. Non si è nascosto per non essere conosciuto: sappiamo, al contrario, di lui, tramite la Legge e i Profeti, che è onnipotente e possiede autorità su tutta la creazione. Uno è Dio, Padre del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, che è nato prima della creazione del mondo, Figlio unico, uguale a Lui, creatore di tutte le schiere, principati e dominazioni. Volle diventare uomo negli ultimi giorni ed assunse la carne da nostra Signora, la santa Vergine Maria, senza seme di uomo; crebbe come tutti gli uomini, ma senza peccato nè male, nella sua bocca non si trovò alcun inganno. Soffrì, morì nella carne, risuscitò il terzo giorno dai morti, salì al cielo presso il Padre che l'aveva inviato, sedette alla destra della Potenza, ci inviò il Paraclito, lo Spirito Santo, che procede dal Padre ed è coeterno al Padre e al Figlio, e salvò il mondo intero. Affermiamo ancora che tutte le creature di Dio sono buone, che non c 'è niente da rigettare e che lo spirito, vita del corpo, è puro e santo in tutto. Affermiamo che il matrimonio è puro e che generare non è peccato, poiché Dio creò Adamo ed Eva invitandoli a moltiplicarsi. Affermiamo inoltre che il nostro corpo ospita un'anima immortale, che non perisce col corpo. Respingiamo tutte le opere degli eretici e tutti gli scismi e le trasgressione della Legge, perché impuri ai nostri occhi. Crediamo anche nella resurrezione dei morti, giusti e peccatori, e nel giorno del giudizio, quando ciascuno sarà retribuito seconde le sue opere. Crediamo anche che Cristo non è inferiore a causa della sua incarnazione, ma che è Dio. Non siamo perciò circoncisi come gli ebrei. Sappiamo che colui che doveva compiere la Legge e i Profeti è già venuto. A Gesù Cristo, attesa di tutte le genti, della tribù di Giuda, della radice di Jesse, sulle cui spalle è stato posto il dominio, a lui la gloria, rendimento di grazie, grandezza, benedizione, lode e salmodia, ora e sempre e nei secoli dei secoli, amen.

B.4 CHIESA SIRIANA

Nasce nella comunità cristiana delle origini, quella di Antiochia (dove per la prima volta i discepoli di Gesù cominciano a chiamarsi "cristiani"), città dove hanno predicato sia Pietro che Paolo e da dove sono partiti i primi missionari per l'Oriente e per l'Occidente. Il capo supremo di questa chiesa porta il titolo di Patriarca siriano ortodosso di Antiochia e di tutto l'Oriente, anche se ora la sede è a Damasco, in Siria. Conta circa 250.000 fedeli (i cattolici circa 100.000), in Siria, Libano, Turchia, Israele.

Un grande vescovo della Chiesa siriana è stato Giacomo Baradeo, donde il termine di "giacobita", con cui spesso essa viene definita.

Il rito è in lingua siriaca (aramaico occidentale).

Presso i Siri, così come presso i maroniti, il celebrante prima di lasciare l'altare, gli dice addio con questa bella preghiera:

ADDIO ALL'ALTARE

Resta in pace, santo altare del Signore.
Non so se in avvenire tornerò a te o no.
Che il Signore mi conceda di vederti nell'assemblea dei primogeniti che sono nei cieli;
in questa unione pongo la mia fiducia.
Resta in pace, altare santo e propiziatore;
che il Corpo santo e il Sangue propiziatore siano per il perdono delle mie colpe,
la remissione dei miei peccati e la mia fiducia dinanzi al temibile tribunale del nostro Signore Dio,
per sempre.
Resta in pace, santo altare,
mensa di vita, e supplica per me nostro Signore Gesù Cristo
affinché io non cessi di pensare a te d'ora innanzi e nei secoli dei secoli.

B.5. CHIESA SIRO-MALANKARESE

Quando i portoghesi, alla fine del 1400, arrivarono in India, incontrarono una comunità cristiana, convinta di essere stata fondata dall'apostolo Tommaso. Localizzati nella costa sud-occidentale, in una regione che oggi costituisce lo stato indiano del Kerala, questi cristiani erano figli della Chiesa assira dell'Oriente e in comunione con essa da sempre.

I portoghesi vollero cattolicizzare e latinizzare questi cristiani. Questo provocò insanabili divisioni che perdurano anche oggi.

Attualmente, gli eredi di quei cristiani sono circa 5 milioni, divisi in diverse Chiese orientali: a) malabaresi cattolici, 3.000.000; b) malankaresi non cattolici, 1.000.000; c) malankaresi cattolici, 310.000.

I siro-malankaresi, anche quelli non cattolici, usano, come la Chiesa Madre Assira, antiche preghiere, come quella di S. Efrem Siro (306 ca. - 373). La seguente intitolata Preghiera penitenziale, candisce gli uffici della Quaresima.

PREGHIERA PENITENZIALE

Signore e padrone della mia vita,
allontana da me lo spirito di pigrizia, di scoraggiamento,
di dominio, di vane parole;
concedi a me, il tuo servo,
uno spirito di castità, di umiltà, di pazienza e d'amore;
sì, Signore Re, rendimi capace di vedere i miei peccati
e di non giudicare il mio fratello,
tu che sei benedetto nei secoli dei secoli.
Amen.

B.6. CHIESA ERITREA

Prima del 1993 non esisteva, perché inglobata nella Chiesa etiopica. Conta circa 2.000.000 di fedeli, con a capo l'arcivescovo di Asmara. Ha patito molto sotto l'invasione musulmana. L'Eritrea è stata colonia italiana dalla fine del secolo scorso fino al 1941, quando è passata sotto gli inglesi. Federata, poi annessa all'Etiopia nel 1952, ne divenne una semplice provincia nel 1962. Cominciò una guerriglia, con la quale l'Eritrea conquistò la totale indipendenza nel maggio 1993. A luglio i vescovi chiesero al patriarca della Chiesa copta (egiziana), Papa Shenouda III, di essere separati da quella etiopica. Dopo pochi mesi, nel settembre dello stesso armo, ricevettero lo status di autocefalia, senza incontrare opposizione da parte della Chiesa etiopica.

I cristiani dell'Etiopia e dell'Eritrea sono sempre stati convintissimi fin dall'antichità che Gesù bambino, Maria e Giuseppe, profughi in Egitto, abbiano visitato anche l'Etiopia e l'Eritrea, anzi che vi abbiano soggiornato per qualche tempo. Nei luoghi del loro ipotetico soggiorno sono sorti santuari molto frequentati, uno per esempio è quello mariano di Senit (Eritrea).

Un vescovo del secolo VII, Ciriaco di Al-Bahnasa, ha composto in onore della Madonna una Anafora di Nostra Signora Maria, soave profumo di santità, che si usa nella liturgia.

Preghiamo con le stesse parole con cui il celebrante si rivolge alla Madre di Dio, durante la Messa.


A NOSTRA SIGNORA MARIA, SOAVE PROFUMO DI SANTITÀ

O Vergine piena di lode, a che cosa ti paragonerò?

Tu sei un 'officina tessile, perché 1 'Emanuele indossò da te la veste ineffabile della carne; dalla carne nata da Adamo egli fece l'ordito, mentre trama fu la tua carne e spoletta lo stesso Verbo; l'ombra di Dio Altissimo fu il subbio e tessitore lo Spirito Santo.

O prodigio e cosa mirabile! O guado, attraverso il quale gli antichi padri passarono dalla morte alla vita!

O scala, dalla terra al cielo! Per te il primogenito di tutta la creazione è stato rinnovato. Tu fosti la speranza di Adamo quando fu cacciato dal paradiso, la pietà di Abele ingiustamente ucciso, la bontà di Seth, le buone opere di Enoch, l'arca di Noè che lo salvò dal disastro del diluvio, la benedizione di Sem e sua porzione, la peregrinazione di Abramo, il profumo di Isacco e la scala di Giacobbe, la consolazione di Giuseppe, la tavola di Mosè, il roveto del Sinai, i campanelli della veste del sacerdote Aronne, il bastone anche che germogliò, fiorì e portò frutto, la stele di testimonianza di Giosuè, il vello di Gedeone, il vaso d'unguento e il corno d'olio di Samuele, la verga di cui Jesse si gloriava, il carro di Aminadab, la cetra di Davide, la corona di Salomone, il giardino chiuso, la fonte sigillata, il canestro d'oro di Elia, il Calice di Eliseo, la concezione verginale di Isaia, la primogenitura senza nozze di Ezechiele, l'emanazione della Legge di Betlemme, la terra di Efrata, di Michea, l'albero della vita di Silonidis, la medicazione della ferita di Nahum, il gaudio di Zaccaria, il tempio puro di Malachia.

O vergine, tu sei modello della predicazione dei profeti, il vanto degli apostoli, la madre dei martiri e la sorella degli angeli, l'onore dei giovani, delle vergini e dei monaci i quali, giorno e notte, si tengono svegli alle loro porte.

C. LE CHIESE ORTODOSSE

Le Chiese ortodosse, non la Chiesa ortodossa.

Si tratta di un mosaico, assai variegato, con tessere piccole (la Chiesa ortodossa del Monte Sinai, 900 fedeli) e tessere grandi (quella russa, 60 milioni di fedeli). Tutte si chiamano ortodosse, perché giustamente orgogliose di aver conservato e di conservare la retta fede (ortodossia = retta fede). Si suddividono in antichi patriarcati o Chiese nazionali (russa, bulgara, ecc.).

Quanto alla giurisdizione, possono essere:

    • autocefale (che significa "un proprio capo", senza cioè autorità esterne)
    • autonome (con grande autonomia, ma legate ad una Chiesa madre, che per esempio ha il diritto di confermare l'elezione del primate)
    • "sotto Costantinopoli" (nel senso che hanno chiesto e ottenuto la protezione di questo antico patriarcato)
    • "irregolari" (nel senso che si sono auto-proclamate "Chiese indipendenti", ma senza essere state riconosciute tali dalle Chiese sorelle).

In totale le Chiese ortodosse sono 35 e i cristiani di tutte queste Chiese insieme assommano a circa 120 milioni. Hanno tra loro in comune quasi tutto l'essenziale: la fede, la liturgia, la disciplina, ecc. In particolare per tutte, naturalmente il giorno più santo e più grande dell'anno è la Pasqua, molto più che in Occidente. Nella notte di Pasqua, detta la Notte Santa, tutte queste Chiese cantano con commozione il Signore con le parole di S. Giovanni Crisostomo.

LA SANTA NOTTE DI PASQUA
omelia di San Giovanni Crisostomo

Chi è pio ed amico di Dio goda di questa e luminosa solennità. Chi è servo fedele entri gioioso nel gaudio del suo Signore. Chi è affaticato digiunando riceva ora il denaro. Chi ha lavorato dalla prima ora riceva ora il giusto salario. Se qualcuno è venuto dopo la terza ora, faccia festa con riconoscenza. E colui che è giunto alla sesta ora non dubiti: nulla sarà trattenuto del suo salario. Si appressi senza esitazione, senza temere, l'operaio che ha tardato fino alla nona ora. Se c 'è qualcuno che è arrivato solo all'undecima ora non tema per la sua negligenza: il Signore è infatti generoso, riceve l'ultimo come il primo; fa riposare l'operaio dell'undecima ora come quello della prima; dell'ultimo si prende compassione e del primo si prende cura; a questo dà e a quello regala; riceve le opere ed accoglie l'intenzione; onora l'azione e loda il proposito. Così dunque entrate tutti nel gaudio del vostro Signore; sia i primi come gli ultimi ricevete la ricompensa! Ricchi e poveri, tripudiate insieme. Astinenti e pigri, onorate questo giorno. Chi ha digiunato e chi non ha digiunato, rallegratevi oggi. La mensa è piena, datevi tutti alle delizie; il vitello è stato ingrassato; nessuno se ne vada affamato. Partecipate con delizia al banchetto della fede; gustate tutti la ricchezza della misericordia. Nessuno lamenti la povertà, perché è apparso il nostro comune regno; nessuno si rattristi per le cadute, perché il perdono è scaturito dal sepolcro; nessuno abbia paura della morte, perché la morte del Salvatore ci ha liberato; Egli l 'ha estinta, dopo essere stato afferrato da essa. Ha spogliato l'Inferno, colui che è disceso all'Inferno; lo ha amareggiato per aver quello gustato la sua carne. Isaia l'aveva celebrato: l'Inferno è stato amareggiato, venendoti incontro laggiù. Amareggiato, perché annullato; amareggiato, perché schernito; amareggiato, perché mortificato; amareggiato, perché distrutto. S'era impadronito di un corpo e si trovò davanti un Dio; s'era impadronito di terra e s'incontrò con il cielo; s'era impadronito di ciò che vedeva e cadde a causa di ciò che non vedeva. Dov'è, o morte, il tuo pungiglione? Dov'è, o Inferno, la tua vittoria? Cristo è risorto e tu sei stato abbattuto; Cristo è risorto e i demoni sono caduti. Cristo è risorto e gli angeli si rallegrano; Cristo è risorto e vige la vita; Cristo è risorto e non c'è più un morto nella tomba, perché Cristo risorto dai morti è diventato la primizia dei defunti. A Lui gloria e potenza nei secoli dei secoli.



 

 

 

Letto 3012 volte Ultima modifica il Giovedì, 15 Settembre 2011 13:52
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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