Ecumene

Giovedì, 12 Agosto 2004 00:54

La croce del sud

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di Giuseppe Caffulli

Quando ragioniamo dell'Africa, siamo spesso portati a considerare superficialmente l'evangelizzazione come un fatto recente, come conseguenza dell'età coloniale. Se é vero che l’impegno per la predicazione ha ricevuto un più forte impulso a partire dall'800 con la nascita delle società missionarie, il Vangelo giunge in Africa addirittura nella prima età apostolica. Ben prima che in molte regioni d'Europa. Per seicento anni sulla costa nord dell'Africa, prima che i califfi imponessero l'islam, la Chiesa poté prosperare grazie a giganti quali Agostino e Atanasio, mentre l'Egitto e l'Etiopia divennero terreno fertilissimo per la fede e culla del monachesimo orientale.

Secondo la tradizione la Chiesa egiziana sarebbe stata fondata addirittura dall'evangelista Marco, che morì martire ad Alessandria nel 63 d.C. Nei primi quattro secoli la Chiesa di Alessandria fu un importante centro di diffusione del cristianesimo e di riflessione teologica. Nel deserto fiorirono i monasteri dove Pacomio elaborò una regola di vita comune basata sulla preghiera e il lavoro. Accanto al monachesimo si sviluppò una straordinaria scuola ascetica che ebbe in Antonio la guida spirituale. Va ricordata la scuola catechetica alessandrina, sorta di "università" sviluppatasi sotto la guida di maestri come Origene, Clemente, Atanasio, Cirillo e Dionisio.

Ma il ruolo di Alessandria d'Egitto terminò con l'invasione islamica, che aprì una lunga stagione di sofferenze (dopo il periodo altrettanto cruento della persecuzione di Diocleziano, nel 303-306).

L’altra grande tradizione del cristianesimo africano è quella etiopica, che affonda le sue radici nell'antico Testamento. Secondo la leggenda, la "regina del sud" che fece visita a Salomone (cfr. 1 Re 10, 1-13) era Makeda di Axum, la quale ebbe un figlio dal re ebreo, Melik. Quando questi dovette far ritorno ad Axum, dopo essersi formato alla scuola della sinagoga, Salomone lo fece accompagnare da Azaria, figlio del gran sacerdote Zadok. Secondo la tradizione Azaria non volle però partire senza avere con sè l'Arca dell'Alleanza, sottratta al tempio con un sotterfugio e trasferita così ad Axum, dove si troverebbe ancora celata, e l'antica capitale axumita divenne così la novella Sion.

Grazie a questi legami con Israele e col mondo mediterraneo e mediorientale, il regno di Axum era naturalmente aperto agli influssi culturali e religiosi provenienti da nord, anche in virtù delle rotte commerciali dei mercanti greci e siriani. Proprio lungo queste rotte doveva giungere il Vangelo nelle terre dei "visi bruciati". Fonti storiche indicano in Frumenzio il primo missionario in terra etiope.

Frumenzio e il fratello Edesio, siriani, discepoli di Merope, filosofo di Tiro, erano partiti per l'India al seguito del loro maestro. La loro nave, che percorreva il Mar Rosso, fece naufragio sulla costa etiope. Alcuni soldati condussero i due giovani alla corte di Axum. Qui, grazie alla loro intelligenza, si guadagnarono importanti incarichi e iniziarono a predicare il Vangelo, fondando la prima comunità cristiana d'Etiopia. La tradizione fissa nel 333 l'anno della conversione del regno etiopico.

Tornato in Siria dopo lunghi anni trascorsi alla corte axumita, Frumenzio venne consacrato vescovo dal patriarca d'Alessandria d'Egitto e incaricato della cura pastorale del regno dei Negus.

Ancor oggi viene ricordato col titolo Abma Salama, "il nostro padre di salvezza".

(...) Con l'inizio dell'espansione islamica, nel 640, il cristianesimo in Africa ricevette un colpo durissimo: si estinse praticamente nell'attuale Maghreb, sopravvivendo a prezzo di enormi sacrifici in Egitto. Unico Paese cristiano dell'Africa rimase l'Etiopia, nonostante le incursioni islamiche (...).

 

 

 

 

Letto 1935 volte Ultima modifica il Mercoledì, 14 Settembre 2011 18:40
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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