Il coraggio di fare autocritica
di Samir Khalil Samir
terroristi nel mondo sono musulmani. I rapitori dei bambini dell'Ossezia sono musulmani, e gli assassini degli operai e cuochi nepalesi sono musulmani. Chi ha violentato e ucciso in Darfur sono musulmani, come le loro vittime. Chi ha fatto esplodere le case di residenza a Riyad e ad al-Khobar sono musulmani, e chi ha rapito i due giornalisti francesi sono musulmani. Le due donne che hanno fatto esplodere i due aerei la settimana scorsa sono musulmane, e Bin Laden ed al-Huti lo sono anche. La stragrande maggioranza di chi ha compiuto le operazioni suicide nei bus, nelle scuole e nelle case attraverso tutto il mondo, in questi ultimi dieci anni sono ugualmente musulmani» E ancora: «Che terribile record! Non ci rivela qualcosa su noi stessi, sulla nostra società e la nostra cultura? (...) Anziché giustificare questi atti, ci tocca prima di tutto riconoscere il fatto, piuttosto che scrivere articoli e fare dichiarazioni eloquenti per discolparsi. (...). Potremo ristabilire la nostra fama solo quando avremo ammesso il fatto, ovvio e vergognoso, che la maggioranza degli atti terroristici nel mondo sono compiuti da musulmani.
Dobbiamo prendere coscienza che la condizione necessaria per correggere la situazione dei nostri giovani che compiono queste operazioni vergognose è di curare la mente dei nostri sceicchi, che sono diventati predicatori rivoluzionari. Mandano i figli degli altri a morire mentre i propri figli sono nelle scuole europee». Khaled Hamad Al-Suleiman sul quotidiano ufficiale saudita 'Uqaz ha pubblicato un intervento intitolato: «Macellai nel nome di Dio». Inequivocabile il contenuto: «I propagandisti del jihad sono riusciti in pochi anni a deformare l'immagine dell'islam, laddove i nemici dell'islam non erano riusciti in centinaia di anni. Hanno ridotto l'islam ad essere associato a decapitazioni, tagli di gola, rapimenti di civili innocenti e kamikaze. L'immagine dei musulmani che hanno dato al mondo è quella di barbari e selvaggi, giusto capaci di massacrare gente. (...). È tempo che i musulmani siano i primi ad impegnarsi contro chi prende l'islam in ostaggio. Questo è oggi il vero jihad, questo è nostro dovere verso la religione dell'Unicità, in quanto musulmani».Sul quotidiano Al-Siyassa del Kuwait, Faisal Al-Qina'i scrive: «È triste leggere e sentire quelli che dovrebbero essere dei religiosi musulmani, come Yusuf al-Qaradàwi e altri, anziché difendere il vero islam, incoraggiare questi atti crudeli e autorizzare la decapitazione, l'uccisione e la presa di ostaggi». Suleiman al-Hatlan, sull'altro quotidiano saudita ufficiale, al-Watan, si domanda: «Se gli eroi della violenza e del terrorismo islamico non rappresentano il vero islam, chi dunque lo rappresenta? La triste verità è che gli atti di violenza e di barbarie che si moltiplicano oggi non sono altri che la conseguenza naturale di generazioni di musulmani ingannati e indottrinati con dichiarazioni di ostilità e di odio verso gli altri negli ultimi decenni, cosa che ha aumentato il ritardo e l'ignoranza del mondo musulmano. Tutte le nazioni del mondo hanno conosciuto l'oppressione e la guerra, ma tutte hanno difeso i loro diritti con la ragione e la scienza (...), mentre nel nostro mondo musulmano dominano le voci dell'oscurantismo e dell'ignoranza». All'interno del mondo arabo musulmano troppo spesso si accusa l'Occidente di essere la causa indiretta di tutti i guai, evitando così di fare l'autocritica, unica via di salvezza. Queste prese di posizione sono un inizio, un timido segno che qualcosa può forse cambiare.(da Mondo e Missione, novembre 2004, p. 14)