Ci inginocchiamo davanti al nostro Dio fatto bambino, ammutolendo di fronte al suo mistero. Forse, come i magi dell'Oriente, riceviamo da lui l'indicazione di «un'altra strada» per raggiungere il nostro paese, per ritornare nel mondo della quotidianità.
Nel Vangelo di Marco, dopo che Gesù ha annunciato per la seconda volta la sua morte e risurrezione, e dopo aver invitato i suoi discepoli ad esercitare un servizio umile e caritatevole verso tutti vincendo il male ad ogni costo,
Il rito mozarabico (detto anche visigotico, ispanico, toledano o isidoriano) è una liturgia sorta nel IV secolo nella Penisola iberica e praticata fino all'XI secolo nei territori ispanici, tanto in quelli cristiani, quanto in quelli musulmani. Il Sacramentario (Liber mozarabicus sacramentorum) è del IX secolo, ma rappresenta la liturgia del VII.
Durante la notte di Natale del 1223, a Greccio (provincia di Rieti), San Francesco d'Assisi rievocò la nascita di Gesù, organizzando una rappresentazione vivente di quell'evento. Dall'episodio ebbe origine la tradizione del presepe.
Il vicino Natale di Cristo ci ricorda la legge della incarnazione, che regola tutti i processi della storia salvifica: quando l'azione generatrice di Dio viene accolta da creature, nasce un uomo nuovo, un figlio di Dio.
Nessun autore antico ebbe mai tante attribuzioni pseudoepigrafiche quante ne ebbe il Crisostomo. Questa omelia è citata da Teodoreto ed è stata composta prima della metà del V secolo.
Ahmad Chawki (1868-1932), islamico, è stato un grande poeta e drammaturgo. Ha aperto la strada al movimento letterario moderno egiziano. È chiamato "principe dei poeti".
Nel grembo di Maria si è realizzato il grande mistero dell'Incarnazione nel quale il Figlio di Dio non solo è venuto tra noi, ma ha preso una carne umana e si è fatto nostro congiunto. Più che dare delle definizioni del mistero della divina maternità, Basilio ci presenta Maria nell'esercizio delle sue funzioni materne.