Vita nello Spirito

Sabato, 08 Maggio 2021 11:31

La nostra casa è sempre oltre (Giovanni Vannucci) In evidenza

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Come deve essere, allora, la nostra vita cristiana? Un avvento continuo, una continua attesa dello Sposo che viene.

Cristo ci dice: “Io sono la vita”. Abbiamo visto che la vita è una mutazione continua, un passaggio incessante da una figura all’altra figura; la permanenza della vita è garantita da questa continua morte per risorgere, morte e resurrezione, distruzione e apparizione di una nuova figura. Questo avviene implacabilmente nel ritmo del tempo per tutte le cose viventi. È avvenuto nel Cristo e avviene anche di noi che vogliamo seguire la via del Cristo e vivere la vita del Cristo. Dobbiamo implacabilmente essere pronti e vigilanti alla novità che incontriamo nel giorno che si dischiude al nostro cammino.

Ogni giorno Dio è nuovo: lo chiamiamo “l’eterno dei giorni” ma Dio non ha tempo, è presente eternamente. Per la nostra esperienza umana in continua mutazione è presente ed è assente. Cristo è venuto e lo attendiamo; è un paradosso questo. Cristo è venuto, perché lo attendiamo? Diciamo: “La seconda venuta. Attendiamo ancora che Cristo nasca in noi. È nato a Betlemme e deve nascere in noi…”

Se invece ci chiudiamo nelle nostre visioni religiose, corriamo il rischio di essere pietre morte nel fluire della vita. Allora Cristo passa in noi e noi non lo avvertiamo, non ci guarda neppure, perché non ci sente, non siamo viventi: siamo morti di una morte senza risurrezione.

Questa è la vita di Cristo, la realtà di Cristo, la realtà della vita. Noi dobbiamo continuamente confrontare il mistero di Dio, che è vita, con le manifestazioni della vita. Se chiudiamo Dio soltanto nell’esperienza della nostra mente o della nostra emotività, dimenticando la realtà vivente, rischiamo di morire soffocati dai nostri sentimenti pietistici e rischiamo di rimanere inerti, inariditi dalle definizioni della nostra mente.

Anche la nostra vita cristiana bisogna sia permeata da un continuo rinnovamento, dalla continua ansia di seguire la novità di Cristo. Cristo ci passa vicino, ci saluta, ci dice: “Va’ oltre”: E diventiamo inquieti, agitati, finché non sentiamo che il nostro passo segue le orme di Cristo. E quando gli chiediamo: “Dove abiti?”. Lui ci dice: “Il Figlio dell’Uomo non ha una tana dove dimorare né una pietra dove posare il capo”(Mt 8,20. Lc 9,58). È il pellegrino eterno, qui nel tempo e nello spazio, e noi che siamo alla ricerca di Dio dobbiamo essere i pellegrini eterni, sempre in un movimento vitale per poter seguire le orme del maestro che ci porta a più vita, più amore, più verità, più saggezza, più equilibrio; e questo “più”, questo “oltre”, che l’esperienza religiosa introduce nel nostro organismo psicologico e mentale non trova mai pace. Noi cerchiamo una città che non è costruita da mano d’uomo, ma è costruita da Dio stesso, la Gerusalemme celeste che è oltre il tempo e oltre lo spazio, la maturazione del nostro essere in Dio, che è oltre il presente e non avverrà altro che nel momento in cui il bacio di Dio si poserà sulle nostre labbra. Allora saremo assorbiti dalla luce e dalla vita di Dio, e avremo una vita senza fine. Come deve essere, allora, la nostra vita cristiana? Un avvento continuo, una continua attesa dello Sposo che viene. Allo Sposo dobbiamo andare incontro con le lampade accese, cioè con tutto il nostro essere vivente, non racchiuso in nessuna visione religiosa, perché tutte le visioni sono buone nel momento presente, ma tutte devono essere superate nel momento successivo. Vorrei che sentiste così il mistero di Cristo: egli ci chiama ad andare oltre, vuole che la nostra vita abbia sempre accanto il segno più, mai il segno meno. Noi sogniamo una vita più piena, più intensa, sogniamo un amore più caldo, più umano, più esteso, sogniamo una libertà sempre maggiore, una possibilità di comunicare con tutti gli esseri, una dilatazione di coscienza che ci permetta di essere presenti a tutte le creature che attualmente vivono negli sconfinati universi che attorniano la nostra terra. Questo aspettiamo e dobbiamo essere insofferenti fintanto che non avremo raggiunto la vera pienezza di vita.

Giovanni Vannucci

(da Il passo di Dio. Meditazioni per l’Avvento, Edizioni Paoline, Milano, 2005)

 

Letto 1511 volte Ultima modifica il Sabato, 08 Maggio 2021 11:38
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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