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Giovedì, 18 Novembre 2004 00:49

Se la pace viene tradotta online

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La strada che da un'idea porta a un progetto spesso attraversa itinerari tortuosi. E ci sono idee che nei cassetti mettono radici. Fino a quando non si realizzano eventi che accelerano di colpo la storia, piccola o grande che sia.

Oggi queste congiunture assumono nomi più raffinati, incubatori tecnologici, atelier di idee e senza dubbio il più frenetico e determinante di questi pungoli operativi è costituito proprio da Internet. Strano però che un oggetto nato espressamente per ovviare al collasso comunicativo di una guerra nucleare, abbia offerto ai suoi più fervidi antagonisti gli strumenti e l'opportunità per diffondere parole di pace in tutte le direzioni.

Nel 1999 quando nel Kosovo la guerra etnica invadeva le cronache, un gruppo di professionisti della parola rendendosi conto di quanto le notizie fornite in un certo modo o forzatamente omesse per mancanza di traduzione potevano incidere sull'opinione pubblica, decise di organizzarsi per offrire a un più ampio pubblico la possibilità di accedere direttamente a documenti, notizie e comunicati di prima mano, svolgendo gratuitamente la traduzione dei testi più significativi.

Gli inizi, come sempre, furono militanti e sospinti dall'entusiasmo, ma l'idea ha preso piede e si è consolidata, al punto che, proprio con l'inizio della primavera di quest'anno, è nata ufficialmente l’associazione "traduttori per la pace". Si tratta di circa 250 persone dislocate in diversi Paesi: il loro sito (www.traduttoriperlapace.org) è il punto d'incontro per le varie attività; vi sono presenti due mailing list, una per le richieste di traduzione e l'altra che svolge la funzione di palestra per il confronto e lo scambio di opinioni.

Il sito contiene i link ai vari testi tradotti, che ormai vanno ben oltre la guerra dei Balcani. Sicuramente avremo già incontrato il loro prezioso lavoro disseminato sulla rete, perché la lista delle collaborazioni è notevole e significativa. Troviamo infatti traduzioni dei volontari di "Traduttori per la pace" sulle pagine di Peacelink, del Centro studi per la pace (www.studiperlapace.it), di Emergency (www.emergency.it), di Paxchristi (www.paxchristi.it), del l'agenzia PeaceReporter (www.peacereporter.net) e di molte altre associazioni e Ong schierate dalla parte dei senza voce.

Uno degli ultimi progetti è stato quello di supportare il sito Selvas (www.selvas.org) durante lo svolgimento del Forum sociale delle Americhe, svoltosi a Quito alla fine di luglio. Documenti tecnici, articoli specializzati, notizie fresche sulla situazione sociale o sullo sfruttamento delle risorse ambientali, originariamente disponibili solo in spagnolo sono stati rapidamente tradotti.

Una idea semplice ma estremamente preziosa, che permette a tanti naviganti della rete di condividere competenze e conoscenze forse troppo spesso ritenute di scarso peso. In un mondo dove le lingue segnano ancora la differenza e confinano la verità in spazi a volte invalicabili, la differenza tra conoscere e ignorare è determinante.

Per collaborare a simili iniziative non servono dotazioni avveniristiche o competenze di nicchia. Penso ai tanti che hanno prestato parte della propria vita nelle missioni o collaborato con realtà straniere, acquisendo conoscenze e informazioni preziose.

Il richiamo della Pentecoste, quando tutti riuscivano a comprendere nella propria lingua, ci ricorda come la verità abbia bisogno di incarnarsi ancora oggi. E oltre alle fiammelle di fuoco può portare un po' di luce anche una schermata tradotta.

(da Jesus settembre 2004)

Letto 1930 volte Ultima modifica il Sabato, 11 Febbraio 2012 17:42
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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