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Venerdì, 20 Agosto 2004 21:29

Lettera a Immanuel Kant (Samuel Collenbusch)

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Si posseggono di Collenbusch sette lettere a Kant, che però probabilmente vennero spedite solo in piccola parte. La lettera seguente è la prima della serie e pervenne a Kant, ma, a quanto sappiamo, rimase senza risposta.

23 gennaio 1795

Mio caro professore!

La speranza rallegra il cuore.

Non vendo la mia speranza nemmeno per mille tonnellate d'oro. La mia fede spera di ricevere una mirabile ricompensa da Dio.

Sono un vecchio di settant'anni, quasi cieco; come medico, ritengo che fra breve sarò cieco del tutto.

Non sono nemmeno ricco, ma la mia speranza è così grande che non mi cambierei con un imperatore.

Questa speranza rallegra il mio cuore!

L'estate scorsa mi son fatto leggere un paio di volte la Sua Etica e la Sua Religione, ma non posso convincermi che Lei pensi sul serio quanto ha scritto. Una fede purgata di ogni speranza e una morale purgata di ogni amore è uno strano fenomeno nella repubblica dei dotti.

Forse lo scopo ultimo che si persegue scrivendo cose simili è questo: di divertirsi alle spalle di coloro che sono abituati a meravigliarsi di tutto quanto è fuor dell'ordinario. Io credo a una fede piena di speranza, operosa grazie all'amore che migliora noi stessi e il nostro prossimo.

Nel Cristianesimo non han valore gli statuti, né la circoncisione e neppure il prepuzio, Gal. 5, né le fraterie, le messe, i pellegrinaggi, il mangiar pesce, e così via. Io credo a quel che scrive Giovanni, Giov. 4, 16: Dio è l'amore e chi rimane nell'amore rimane in Dio, e Dio in lui.

Dio è l'amore che migliora le sue creature dotate di ragione; chi serba questa fede in Dio e nell'amore che migliora il prossimo, avrà in premio da Dio su questa terra una benedizione spirituale, Eph. 1, 3-4, e nell'aldilà godrà la ricompensa della propria gloria personale e di una ricca eredità. La mia ragione e la mia volontà non possono barattare questa fede piena di speranza con una che ne sia affatto priva.

Mi rincresce che I. Kant non speri nulla di bene da Dio, né in questo né nell'altro mondo; io spero molto da Lui. Le auguro non dissimili pensieri e rimango con stima ed affetto

Il Suo amico e servitore Samuel Collenbusch

Gemarke, 23 gennaio 1795

Poscritto: La Sacra Scrittura è un progetto dell'amore che migliora le sue creature: un progetto graduale, progressivo, armonico, coerente, completo. Per esempio: io credo che nella resurrezione dei morti si eserciti l'amore di Dio che migliora le sue creature.

E me ne rallegro.

Samuel Collenbusch

(in Walter Benjamin, Uomini tedeschi, Milano, 1979, pp. 32-33).

 


 

Per la presentazione di Samuel Collenbrusch riportiamo ciò che Walter Benjamin offre nella sua antologia dedicata agli Uomini tedeschi (Milano, Adelphi, 1979, p. 31).

«Di Samuel Collenbusch possediamo un ritratto in miniatura del 1798. Un uomo gracile, di statura media, con un berretto di velluto sui riccioli bianchi, senza barba, naso aquilino, bocca aperta in un sorriso cordiale, mento energico, viso butterato dal vaiolo, occhi velati dalla cateratta - tale era l'aspetto di quest'uomo cinque anni prima della sua morte.

Visse prima a Duisburg, poi a Barmen e infine a Gemarke, donde è datata anche la lettera seguente. Di professione medico, non pastore, fu il rappresentante più autorevole del pietismo nel Wuppertal. Il suo influsso spirituale si esplicò nella conversazione, ma altresì in un ampio epistolario, il cui stile magistrale è intessuto di una quantità di particolari bizzarri. Ad esempio, come nei suoi detti, che facevano il giro della comunità, così anche nelle lettere collega con speciali lineette certe parole, sottolineate in un determinato contesto, con altre, anch'esse sottolineate, senza che fra le due ci sia il minimo rapporto.

Si posseggono di Collenbusch sette lettere a Kant, che però probabilmente vennero spedite solo in piccola parte. La lettera seguente è la prima della serie e pervenne a Kant, ma, a quanto sappiamo, rimase senza risposta. Quanto al resto, i due erano coetanei nel vero senso della parola. Nacquero entrambi nel 1724. Collenbusch morì nel 1803, un anno prima di Kant».

 

Letto 2784 volte Ultima modifica il Martedì, 21 Febbraio 2012 23:33
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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