Formazione Religiosa

Lunedì, 01 Novembre 2004 21:02

Porte chiuse (Fausto Ferrari)

Vota questo articolo
(1 Vota)

Nel mattino di Pasqua si frangono le barriere. La pietra del sepolcro è spazzata via, le porte del cenacolo - nonostante siano sprangate - non impediscono l’accesso al Cristo risorto. Non esistono più porte chiuse.

Le porte sono chiuse. Porte rinforzate. Blindate. Per difendere dal nemico, dallo straniero, dal diverso. Da qualsiasi elemento estraneo alla familiarità dei nostri rapporti. Per difendere le nostre case, la nostra roba, il nostro denaro.

Le porte sono chiuse. Le porte del nostro essere. Parliamo e non comunichiamo. Incontriamo gente e siamo irrimediabilmente rinchiusi nelle stanze delle nostre solitudini. Viviamo all’interno delle altissime pareti che abbiamo costruito intorno a noi. Resta il timore, la paura, la diffidenza. Mettiamo in fila altri mattoni, rinforziamo le sbarre delle porte, aggiungiamo altre serrature, altri lucchetti. Anche l’informatica ci viene in aiuto in questo nostro compito con telecamere, cancelli a chiusura elettronica e password ad impronta digitale.

Le porte sono chiuse. Da esse ci aspettiamo salvezza. Speriamo che ci salvino da un mondo sempre più aggressivo ed invadente. Che ci salvino dal braccaggio della morte.

Se venite a casa mia, troverete soltanto porte chiuse.

Ma noi siamo polvere ed acqua, carne e desiderio, passione e sogno. Noi abbiamo bisogno di vedere, di toccare, di sentire, di gustare. Noi abbiamo bisogno d’incontro...

Nel mattino di Pasqua si frangono le barriere. La pietra del sepolcro è spazzata via, le porte del cenacolo - nonostante siano sprangate - non impediscono l’accesso al Cristo risorto. Non esistono più porte chiuse.

Nel mattino di Pasqua ogni cosa si schiude a nuova vita: l’uovo del mondo, il cuore dell’uomo, la morte stessa.

Più nulla può essere tenuto chiuso, incatenato, separato. Più nulla.

Nel mattino di Pasqua passione, desiderio e sogno si ricompongono in un’unità indicibile. La polvere, l’acqua e la carne non sono più segni di una realtà transeunte. La carne è la realtà nuova, non più negata a se stessa, ma trasfigurata. Questa debole carne, segnata dalla sofferenza, dalla malattia e dalla morte. Nella sua fragilità possiamo ora intravedere il paradosso della nostra salvezza.

Nel mattino di Pasqua uno squarcio è stato aperto in ogni barriera che ancora cercheremo di costruire lungo tutti i nostri giorni.

Se verrete a casa mia, troverete soltanto porte chiuse?

Fausto Ferrari 

 

Letto 1991 volte Ultima modifica il Venerdì, 30 Novembre 2012 21:39
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

Search