Formazione Religiosa

Venerdì, 10 Aprile 2020 14:55

Celebrare il silenzio (Faustino Ferrari) In evidenza

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Il silenzio è ambivalente – ambiguo. Esperienza, al pari della solitudine, amata o odiata – leggera o grave, ardua o liberante. Esperienza che era stata sempre più ridotta, quasi vanificata, dal nostro vivere quotidiano, fatto di fretta e di rumori.

Da molti giorni le strade della città restano vuote. Così le piazze, i giardini, i parchi… Tutto è avvolto dal silenzio. Esperienza primigenia, cui non eravamo abituati. Ci ripetiamo, infatti, quasi increduli, che non avremmo mai ritenuto di dover vivere una cosa simile. Al più poteva essere la trama per un romanzo di fantascienza, ma che sarebbe rimasto soltanto un racconto da leggere – e non un'esperienza vissuta. Ed ora, eccoci qua, nel silenzio mattutino della città.

Il silenzio è ambivalente – ambiguo. Ci sono, infatti, anche i silenzi imposti dalle censure e dalle dittature, dai soprusi e dalle violenze. C'è il silenzio generato dall'indifferenza e dagli egoismi. Un silenzio che rappresenta una barriera invalicabile nelle nostre relazioni umane, ben più dei muri di cemento o di filo spinato. Quello che nasce da dolori profondi, da solitudini acerbe, da ferite insanabili o da malattie indecifrabili. C'è il silenzio della morte…

Esperienza, al pari della solitudine, amata o odiata – leggera o grave, ardua o liberante. Esperienza che era stata sempre più ridotta, quasi vanificata, dal nostro vivere quotidiano, fatto di fretta e di rumori. E che ora siamo costretti a trattenere con noi, senza la necessità di doverci isolare in un bosco, in un eremo o su di un monte. Un silenzio che è penetrato nei vicoli ed è risalito lungo i muri delle case. Ed è qui, s'è fatto compagno dei nostri giorni e delle nostre notti.

La chiesa è vuota. Cammino a lungo tra le navate, per poi sostare davanti ad un gruppo di statue. Si tratta di un'anonima opera tardomedievale, che rappresenta il compianto, che alcuni personaggi del racconto evangelico compiono sul Cristo morto. Sono stati raffigurati in una silenziosa immobilità meditativa. Soltanto la figura di Maria Maddalena si distingue da quella degli altri personaggi. Con un irruente movimento il suo urlo lacera il pesante silenzio della rappresentazione.

Un'antica tradizione riteneva che in questi due giorni santi l'intero cosmo restasse come sospeso, avvolto in un profondo silenzio di stupore e di smarrimento. Il significato sottinteso era che questa morte del giusto si potesse trasmettere e finisse col contagiare l'intero universo. Nel silenzio si rincorre una domanda che grava su di ogni creatura: ci potrà essere vita e salvezza per tutti, dopo un tale disastro? Il dramma della croce si prolunga così in una silente immobilità – incerta nell'attesa.

Non ci sono liturgie cui partecipare. Le chiese restano inaccessibili per i fedeli. È necessario preservarci dai pericoli del contagio, restando confinati nelle nostre abitazioni. In uno stravolgimento delle abitudini. Siamo consegnati ad una liturgia personale, domestica, familiare. C'è dato soltanto di gustare, fino in fondo, questo silenzio. Non c'è dato un calice da bere, ma il vuoto di un'assenza – per sperimentare i sentimenti che furono del Cristo (1).

Celebriamo il silenzio nel contemplare il mistero di questa morte infame, che si è compiuta, tra gli insulti e l'abbandono degli amici, su di un patibolo. Non abbiamo parole da aggiungere. Non servono, in questi giorni che stiamo vivendo, anche noi sospesi tra le paure e la speranza, tra l'incertezza ed il desiderio di compimento, tra la vita e la morte.

Celebriamo il silenzio… nello scoprirci piccole briciole in una creazione che geme per le doglie del parto ed attende la liberazione (2). Anche noi nell'attesa, durante questa notte che si sta prolungando, per risollevare il nostro capo, nel mattino di Pasqua.

Faustino Ferrari

1) Cfr Fil 2,5.

2) Cfr Rm 8,20-25.

 

Letto 1499 volte Ultima modifica il Martedì, 19 Dicembre 2023 09:36
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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