Formazione Religiosa

Domenica, 17 Maggio 2015 21:30

La dimensione religiosa della famiglia nell’epoca della secolarizzazione (Marciano Vidal)

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Il matrimonio, la famiglia non sono più quelli di una volta. Sono ben differenti da quello che erano nell'era pre-industriale, "sacralizzati" dalla Chiesa che li ingessava in norme diventate anche sociali e culturali. Se matrimonio e famiglia sono cambiati, se da "sacralizzati" sono diventati "secolarizzati", "deistituzionalizzati", non è dunque l'ora che la Chiesa lasci l'antico approccio e fondi la sua azione pastorale sull'accompagnamento e sulla cura? Non è l'ora che assuma l'immagine del "samaritano" e abbandoni l'immagine sacrale del "sacerdote"?

1. Secolarizzazione e famiglia.

Uno degli aspetti della cultura attuale è la secolarizzazione. Questa influisce e condiziona le strutture, le istituzioni e i comportamenti della vita umana nel momento attuale, anche se in modi diversi e con intensità differente secondo i diversi contesti personali e sociali.
Devo anche segnalare che il fattore della secolarità non è contrario, in sé, al genuino fatto religioso e al sano vissuto religioso. Ancor maggiormente si può affermare che la religione, e soprattutto quella cristiana, postula una corretta secolarità non solo dell'ambito profano (= "previo all'elemento religioso"), ma anche della stessa struttura ed esperienza religiosa, le quali avvengono all'interno dell'unica realtà umana secolare.
Per alcuni analisti e soprattutto per l'opinione generalizzata della gente, "secolarizzazione" assume il significato di sparizione più o meno traumatica, più o meno estesa, o più o meno profonda della religione, in questo caso all'interno della famiglia. In una certa misura questo è certo; la secolarizzazione porta con sé la perdita effettiva del fenomeno religioso. Tuttavia può darsi che questa perdita, in qualche altro aspetto, sia un autentico recupero dell'autonomia che spetta alla famiglia e supponga pertanto il raggiungimento dell'emancipazione davanti ad indebite intromissioni dell'elemento religioso. Inoltre la secolarizzazione può significare un processo attraverso il quale si ottiene la secolarità e, dunque, questo fatto non è altra cosa che la stessa condizione secolare della famiglia, condizione che in principio nè si oppone, né postula la presenza della religione in essa.
Questi sono, dunque, i tre significati che di norma vanno uniti e che, insieme, integrano il fattore della "secolarizzazione" (parola che, da questo momento, smetterò di mettere tra virgolette):

- perdita effettiva della forza della religione almeno in relazione con gli aspetti istituzionali della famiglia;
- conquista dell'autonomia di fronte a intromissioni indebite da parte della religione, soprattutto della religione-potere;
- acquisizione della condizione secolare, senza negare né affermare la presenza del fattore religioso.

2. La famiglia "sacrale" dell'epoca pre-industriale

La "sacralizzazione" della famiglia avviene in tre grandi versanti di questa realtà: nel suo aspetto istituzionale; nelle sue giustificazioni assiologiche e nelle sue normative etiche; e nel ciclo vitale della famiglia.

1) Istituzione familiare e religione

Quando altre istituzioni come lo Stato, i Sindacati, i Partiti politici, le Associazioni civili hanno cominciato ad affrancarsi dal controllo della religione, questa ha rafforzato ancor più la dimensione istituzionale della famiglia; l'ha considerata come l'istituzione primaria e fondamentale, a volte in concorrenza con istituzioni di maggior portata, come lo Stato.
In tal modo la religione aveva nell'istituzione della famiglia una delle mediazioni più importanti per controllate la società (attraverso il controllo del processo di socializzazione degli individui nella famiglia). Inoltre la famiglia le serviva per realizzare, per suo tramite, la "socializzazione religiosa", cioè l'incorporazione e la permanenza nella religione-istituzione.

2) Copertura assiologica e normativa.

Nella famiglia preindustriale la religione esercitò il suo influsso sacralizzante mediante la giustificazione assiologica e attraverso la normativa etica di certi modelli di comportamento relazionati alla famiglia. Indico, a titolo di esempio, alcuni aspetti:

- Giustificazione sacrale dei ruoli e dei modelli di comportamento intrafamiliari

Il cristianesimo e, più concretamente la Chiesa cattolica, utilizzarono la copertura religiosa per sacralizzare:

- il posto prevalente del padre nella famiglia (patriarcato) e la conseguente sottomissione della sposa;
- l'autorità dei genitori (gerarchia) e la conseguente sottomissione dei figli.

La spiegazione e la messa in pratica del quarto comandamento ebbero una evidente funzione sacralizzante della famiglia patriarcale, autoritaria e gerarchizzata.

Modelli etici

L'orientamento religioso della famiglia trovò un ambito importante per la sua funzione nei comportamenti prefamiliari, intrafamiliari e postfamiliari. In questi realizzò un intervento etico appoggiandosi su giustificazioni religiose. Si pensi al controllo della morale religiosa:

- in relazione al fidanzamento e alle relazioni prematrimoniali, ambito nel quale risuonano le concezioni religiose della sessualità, della verginità e della esclusività sessuale del matrimonio;
- in relazione al comportamento coniugale, attraverso una morale regolatrice dell'attività sessuale con un accento speciale sui comportamenti a favore della procreazione;
- in relazione alle situazioni di infedeltà coniugale, di separazione e di vedovanza.

3) Presenza della religione nei "cicli vitali" e nei "ritmi sociali" vincolati con la famiglia

La religione ha cercato di introdursi nella famiglia attraverso la sacralizzazione di quegli eventi individuali e sociali che ruotano, in qualche modo, intorno alla famiglia. Segnalo I seguenti aspetti:

- Sacralizzazione dei cicli vitali mediante i quali l'individuo si incorpora e partecipa alla vita della famiglia

Fra questi eventi:
- la nascita, sacralizzata attraverso il Battesimo;
- l'ingresso nella comunità (Comunione);
- l'uscita dalla casa per formare un'altra famiglia (Matrimonio);
- la fine del ciclo vitale (Estrema unzione ed esequie).
In relazione al ciclo vitale di iniziazione si deve sottolineare l'importanza della religione nei processi di educazione.

- Ritmi sociali

La religione agisce nella famiglia dell'epoca pre-industriale attraverso quei ritmi sociali che in qualche modo riguardano le famiglie:

- le feste, nelle quali l'incontro della parentela acquisisce un significato rilevante;
- i ritmi vincolati con la vita sociale.

In relazione al fenomeno dei riti non bisogna dimenticare la presenza delle pratiche religiose specificatamente familiari: la preghiera in famiglia che segue il ritmo del giorno, del lavoro e dei pasti.
Il panorama di dati fin qui segnalati dà quanto basta la misura dell'influsso della religione nella famiglia dell'epoca pre-industriale. Si può dire che, fra altre espressioni, la famiglia pre-industriale si caratterizzava come famiglia sacralizzata.

3. Dalla "sacralizzazione" alla "secolarizzazione”

La secolarizzazione della famiglia non avviene in modo istantaneo. E la conseguenza di un lungo processo storico, nel quale intervengono molti fattori. Limitandoci agli ultimi secoli della cultura occidentale, sottolineo qui di seguito quelli che ritengo di maggiore influenza secolarizzatrice.

1) Il Protestantesimo

Il Protestantesimo introduce nella comprensione del matrimonio e della famiglia alcuni aspetti che, alla lunga, produrranno frutti di secolarizzazione. Tra questi:

- i riformatori negano la sacramentalità del matrimonio. Di conseguenza non accettano la regolazione giuridica dello stesso da parte della Chiesa. Questa "desacralizzazione" del matrimonio, origine e fondamento della famiglia, apporta un orientamento secolarizzatore a tutto il complesso della vita familiare;
- l'orientamento secolarizzatore è ancor più sostenuto dall'intendere la vita matrimoniale e familiare in chiave di "vocazione", nel senso che questo concetto ha nel pensiero riformato: il matrimonio e la famiglia appartengono all'insieme delle "professioni" nelle quali il cristiano vive la sua condizione di cristiano, ma nelle quali non impegna essenzialmente la sua fede. E nota l'importanza che ha avuto questa nozione di "professione" (= "vocazione") nei sociologi moderni di orientamento protestante (per esempio, Max Weber). Al fondo ditale modo di intendere, il matrimonio e la famiglia sono considerati realtà "mondane" e non direttamente "sacrali”;

2) La chiave del "Diritto naturale"

Il fattore di secolarizzazione più evidente nell'ambito del matrimonio e della famiglia è stato l'aver spostato queste realtà dal dominio "teologico" al controllo della "ragione". Dalla teologia si passa alla filosofia e, più Concretamente, al Diritto naturale. E nell'epoca dell'Illuminismo che questa considerazione raggiunge la sua maggior forza. Si può dire che l'orientamento della Modernità sul matrimonio e la famiglia riposa su questa innovazione "giusnaturalista".
In questa prospettiva si secolarizzano le categorie teologiche. Per lo stesso fatto si mettono in risalto nella famiglia le dimensioni più "naturali" e, conseguentemente, le più secolari. Inoltre, tutta l'atmosfera nella quale si sviluppa la realtà del matrimonio e della famiglia è di segno secolare.

3) L'intervento del potere civile

Sono sufficientemente noti i conflitti fra potere civile e potere ecclesiastico nel campo del matrimonio e della famiglia nell'età moderna e in parte di quella contemporanea. Il gallicanesimo, il febronianesimo, il gesuitismo e, in generale, l'assolutismo hanno rappresentato un fronte ideologico e politico per sottrarre alla Chiesa il controllo sul matrimonio e sulla famiglia. La risposta teologica e pratica della Chiesa non ha sempre avuto la desiderabile lucidità storica né il dovuto atteggiamento evangelico.
La fine di questa contesa è stata l'accettazione, generalmente pacifica sebbene con alcuni traumi non sufficientemente curati, del controllo del potere civile sulla realtà sociale del matrimonio e della famiglia. In questo senso si può parlare di una secolarizzazione del controllo su queste istituzioni. Non mancano, però, situazioni alquanto ibride dovute a formule ancora vincolate col passato (Concordati, Accordi, ecc.). Oggi la critica al controllo civile sul matrimonio e sulla famiglia non viene tanto dal potere sacrale quanto da movimenti ideologici di segno più o meno istituzionalista o libertario.

4) La cultura attuale

Tutti i fattori sopra segnalati confluiscono in qualche modo nella posizione della cultura attuale rispetto al matrimonio e alla famiglia. È la cultura attuale il grande fattore secolarizzatore di queste due realtà umane. L'eclissi del sacro nella cultura di oggi così come la condizione secolare dell'autentica religione sono correlati con la desacralizzazione della famiglia e con la secolarità del loro aspetto religioso.
Del complesso dell'attuale cultura secolare voglio sottolineare un aspetto che, a mio avviso, ha avuto ed ha particolare importanza nel processo secolarizzatore della famiglia: è la cosiddetta "cultura della privacy".
Le inchieste confermano stima e apprezzamento generalizzati verso la famiglia. In alcune ricerche d'opinione è la famiglia ad occupare il primo posto fra le realtà più valide. Tuttavia, quello che si apprezza non è l'istituto familiare (tanto meno la forma tradizionale della famiglia coniugale) ma la relazione della famiglia, cioè la famiglia in quanto ambito dove vengono soddisfatte le relazioni interpersonali più gratificanti.
Questa ottica corrisponde ad una cultura della privacy (degli individui) e non ad una cultura delle istituzioni. Per questo si parla di una famiglia che si costruisce o si decostruisce per energia interna, senza dipendere dalla forza che le viene dall'esterno (potere civile, istanze religiose o ideologiche). Questa è la famiglia chiamata "autopoietica" (auto-creativa).
Perciò in quest'immagine e realtà della famiglia è normale che si eclissi il sacro. I vincoli sacrali si stabiliscono fondamentalmente attraverso l'istituzione. Perdendo forza la dimensione dell'istituzione, la religione o scompare dalla famiglia o acquista la condizione di religione deistituzionalizzata e, per ciò stesso, secolare. Questa constatazione ci induce a interrogarci sulla situazione della religione nella famiglia attuale.

4. La famiglia "secolarizzata" dell'epoca industriale e post-industriale

Bisogna iniziare da una valutazione generale. Fra gli aspetti, segnalati dai sociologi, della famiglia attuale in paragone a quella pre-industriale c'è quello del depotenziamento delle sue funzioni. Fra le funzioni che hanno perso importanza, i sociologi segnalano la funzione della religione.

1) Livello istituzionale

Dato il decadere della dimensione "istituzionale" sia della religione che della famiglia, è difficile dedurre la perdita di relazione fra le due a livello istituzionale. Più concretamente, la Chiesa ha perso il controllo giuridico, non solo esclusivo, ma anche prevalente, sul matrimonio e sulle forme di famiglia. Questo controllo è passato allo Stato, sebbene questo non possieda la forza ideologica giustificatrice che aveva prima la Chiesa, e la famiglia si trova quindi in una situazione di abbandono.
Tutto ciò fa scendere il grado di stabilità e di solidità della famiglia in quanto istituzione. Per altro lato, come effetto della perdita del controllo religioso, la Chiesa non può confidare nell'istituto familiare come agenzia di "socializzazione religiosa".

2) Livello assiologico e normativo

A questo livello appare con maggior evidenza il calo del controllo religioso sulla famiglia. La maggior parte degli orientamenti della Chiesa non trovano corrispondenza nei valori e nelle norme che sostengono i comportamenti umani in relazione con la famiglia. Si pensi a:

- la proposta di un'etica di obbedienza filiale a fronte della realtà di una famiglia democratica e partecipativa;
- la normativa sulle relazioni prematrimoniali, sulla necessità di istituzionalizzazione matrimoniale, sull'esigenza del matrimonio canonico e sacramentale fra battezzati a fronte della realtà di convivenza sessuale prematrimoniale, delle unioni libere, del matrimonio civile fra battezzati;
- l'orientamento ufficiale ecclesiastico sulla regolazione della natalità a fronte della realtà del comportamento della famiglia in questo campo.

3) Legame dell'esperienza religiosa con la vita della famiglia

In merito alla relazione tra religione e "cicli vitali" vincolati alla famiglia, alcuni comportamenti religiosi continuano ad essere accettati (battesimo e, soprattutto, i riti relazionati con la morte) sebbene con tendenza alla diminuzione (cresima, comunione, matrimonio) e fino a trasformarsi in un rituale pseudo-religioso (comunione "laica"). Nei riti sociali relazionati alla famiglia (feste, riunioni) l'aspetto religioso tende a scomparire o a convertirsi in un dato culturale o folcloristico. Le manifestazioni della religione in famiglia (preghiere secondo il ritmo quotidiano o degli eventi) sono praticamente scomparse nella famiglia attuale, come dato socialmente rilevante.

4) Bilancio

È evidente il calo del fattore religioso nella configurazione istituzionale, nell'orientamento assiologico e normativo e nell'esperienza vitale della famiglia attuale. In una indagine rivolta a 18 scienziati americani sui "dieci cambiamenti più importanti avvenuti ultimamente nella famiglia", il 13.mo posto nella preferenza delle menzioni l'ha occupato l'aspetto del "trasferimento della funzione della religione" dalla famiglia ad altre istituzioni, e il 14.mo posto l'aspetto dell’"aumento della secolarizzazione del matrimonio e nel matrimonio". Se, dunque, la famiglia istituzione dell'epoca pre-industriale si accompagnava all'aspetto della sacralità, la famiglia-relazione dell'epoca attuale si accompagna alla condizione della secolarizzazione, intesa questa come diminuzione della funzione della religione.
Malgrado questo calo, la religione continua ad essere presente nella famiglia attuale, soprattutto nelle famiglie che si dichiarano credenti. Ma anche in questo caso la religione assume aspetti e strade della secolarità. La religione non si manifesta attraverso i vecchi controlli sacralizzatori; al contrario, suole rifuggirli. La stessa famiglia credente vive la crisi della religione sacrale: rifiuta il controllo religioso sull'istituzione familiare, non si lascia orientare dai valori e dalle norme della Chiesa ufficiale e la sua vita religiosa cerca forme e canali diversi dai tradizionali.

5. Adattamento della funzione della religione nella famiglia attuale

La conclusione alla quale sono giunto con le riflessioni precedenti è quella di dover constatare una variazione qualitativa nella presenza e nella funzione del fattore religioso nella famiglia attuale. Termina qui la parte descrittiva di questo capitolo. Mi propongo di aggiungere a questa descrizione alcune proposte di carattere orientativo, convinto come sono dell'importanza e dell'alta funzione positiva della vita familiare nel presente e nel futuro.

1) Necessità di un cambiamento qualitativo

Mi riferisco alla necessità di un cambiamento radicale nella presentazione del messaggio religioso della e per la famiglia, e negli interventi (in linguaggio ecclesiastico, questo si chiama "azione pastorale") che si realizzano in questo aspetto della realtà familiare. Credo che senza questa variazione qualitativa il fattore religioso, invece di svolgere una funzione positiva, accrescerà il grado di insoddisfazione nelle famiglie e nelle stesse istanze religiose che promuovono e veicolano la funzione della religione nella famiglia.
Considerando la complessa trama dell'offerta religiosa della Chiesa alla famiglia, faccio la seguente autocritica: in termini generali, il messaggio e gli interventi della Chiesa in relazione alla dimensione religiosa della famiglia si situano "fuori dal tempo e dallo spazio reali" della famiglia attuale. Questa "dislocazione avviene in molte forme. Per esempio, mediante:

- il ritorno nostalgico verso il passato come proposta di un ideale che per definizione sarà astorico, e come alibi per non vedere i "mali" di questo passato e le "bontà" di questo presente;
- la fuga verso una proposta utopica che, invece di essere un ideale "attraente", è il segno dell'incapacità di articolare un progetto incarnato nella realtà concreta;
- l'irrigidimento morale come risposta al cosiddetto "permissivismo", che in alcuni casi non è altro che l'adattamento dei comportamenti alle nuove situazioni.

2) Convinzioni teologiche e antropologiche

Per realizzare la variazione qualitativa nell'interpretazione del fattore religioso nella famiglia attuale è necessario appoggiarsi su solide convinzioni di carattere teologico e su comprensioni antropologiche obiettive. Voglio sottolineare due sostegni,uno di carattere teologico e l'altro di segno antropologico.

Rispetto e appoggio dell'autonomia dell'umano

Ogni comprensione e ogni intervento nel campo della dimensione religiosa della famiglia deve appoggiarsi su questa convinzione teologica: il matrimonio e la famiglia sono realtà "mondane" e, pertanto, autonome. E unicamente in quanto tali (mondane e autonome) possono aprirsi all'orizzonte comprensivo e all'azione benefica della religione. In altro luogo ho sviluppato più puntualmente questa prospettiva. Qui mi limito a sottolinearne il significato globale.
Il bel titolo del libro di E. Schillebeeckx sul matrimonio esprime perfettamente l'affermazione precedente e la concretizza nell'ambito della fede cristiana: la famiglia è una "realtà terrena" ed un "mistero di salvezza
Scegliendo di comprendere e vivere a partire dalla fede la realtà della famiglia, il credente comprende e vive una realtà umana (e, pertanto, autonoma, intramondana e secolare) a partire da una dimensione religiosa.
Per quanto riguarda la "realtà terrena" della famiglia, la religione non deve proporre positivamente nessun progetto concreto di istituzione antropologica. Tuttavia, per la sua forza critica e utopica, la religione agisce squalificando come "contrarie all'umano" alcune istituzioni familiari nelle quali non si rispettano la dignità e l'uguaglianza delle persone.
La dimensione specificatamente religiosa, e più concretamente quella cristiana, dà pienezza alla realtà antropologica della famiglia:

- offrendo orizzonti di "senso",
- creando canali di espressione di "trascendenza",
- articolando una "salvezza" gratuita all'interno del progetto terapeutico umano;
- annunciando un messaggio di "solidarietà" oltre le strette prossimità della sociologia attuale.

La peculiarità della famiglia attuale

Il fattore religioso, se vuole essere funzionale, deve adattarsi alla peculiarità della famiglia attuale. Allora, qual è l'aspetto più decisivo della famiglia nella cultura di oggi?
Secondo un'opinione diffusa fra gli studiosi e gli osservatori, la famiglia attuale è una istituzione con due caratteristiche a prima vista negative.
In primo luogo, è fragile in quanto istituzione: i suoi contorni non sono perfettamente definiti, inizio e fine non sono segnalati da linee precise, ogni sua struttura sembra appoggiarsi più sulla "decisione" delle persone che sull’"ordine stabilito" dalla legge o dal costume; insomma, è un'istituzione poco solida e poco stabile.
In secondo luogo, la famiglia attuale tende a perdere quelle funzioni che, da una parte, sono più visibili e, dall'altra, sostengono la sua dimensione istituzionale; mi riferisco alle funzioni ricreative, culturali, politiche, economiche. La sua funzionalità si concentra nell' attenzione alle persone che la compongono, favorendo la loro maturazione, la loro soddisfazione e la loro socializzazione.
Se la diagnosi è corretta, la famiglia attuale consiste più nella decisione delle persone che nella forza dell'istituzione e la sua funzione tende ad essere più invisibile e mediatrice. Tenendo conto di questa trasformazione della realtà familiare, la dimensione religiosa deve orientarsi maggiormente verso l'accettazione libera delle persone che verso la configurazione delle strutture o delle istituzioni familiari. Deve appoggiarsi più sull’"annuncio" del Vangelo che sulla "forza normativa" delle leggi.

3) Orientamenti concreti

Alla famiglia-istituzione dell'epoca pre-industriale corrispondeva una determinata forma religiosa. Alla famiglia-ambito della nostra epoca ne corrisponde un'altra. Questi sono i due criteri che devono illuminare e guidare la presenza e la funzione del fattore religioso nella vita familiare. Li traduco in due orientamenti:

Dal "controllo religioso" al "servizio di accompagnamento e di guarigione"

La religione, meno ancora quella cristiana, non può pretendere di mantenere o restaurare il controllo religioso sul matrimonio e sulla famiglia. Queste due istituzioni sono realtà mondane e, pertanto, secolari. Anche quando sono assunte nella fede non perdono la loro condizione mondana e secolare. La teologia e la normativa ecclesiastica devono vedere in questa secolarizzazione del matrimonio e della famiglia non un fallimento, ma un'opportunità per rifondare la funzione della fede.
Spetta alla religione, e più concretamente alla fede cristiana, di offrire un servizio di "accompagnamento" e di "guarigione" alla famiglia nella situazione di oggi:
Il servizio di accompagnamento suppone:

- vicinanza delle istanze religiose (persone e strutture) alle famiglie;
- conoscenza empatica delle "gioie e delle speranze, delle tristezze e delle angosce" delle famiglie del nostro tempo;
- offerta della luce della forza che la fede possiede per aiutare a percorrere il cammino.

Il servizio di guarigione si concretizza nell'offerta di "salvezza" vincolata ad ogni religione e in special modo a quella cristiana.

L'intervento del fattore religioso nella famiglia si veicola meglio mediante l'immagine secolare del "samaritano", compagno di viaggio che aiuta a guarire, che mediante l'immagine sacrale del "sacerdote" che, nel tempio e dal tempio, garantisce e controlla le norme e i riti prescritti alla famiglia.

La religione come "strutturante simbolico" della e dalla famiglia

Nell'epoca secolare la religione diminuisce la sua struttura "visibile" e la sua funzione "cosificatrice" per situarsi in una condizione invisibile'' e ottenere in questo modo una forte funzione "simbolizzatrice". La famiglia ha percorso una traiettoria simile: dalla famiglia in quanto istituzione visibile e con funzioni di consistenza fattiva si è passati alla famiglia in quanto ambito di comunicazione di persone e mediazione simbolica nelle reti sociali.
Il fattore religioso dell'epoca secolare può articolarsi perfettamente nella famiglia attuale alle seguenti condizioni:

- non deve guardare tanto agli aspetti istituzionali della famiglia quanto alle persone che in essa interagiscono.
- più che proporre e giustificare norme e riti bisogna offrire supplementi di "senso" dal cui orizzonte prendano significato le norme e i riti;
- la famiglia non deve essere considerata come un soggetto religioso ma come un ambito nel quale si rende possibile l'esistenza di individui che sono i veri soggetti religiosi;
- la comunicazione della famiglia con la Chiesa non può essere considerata a partire dalla comprensione della prima come "agenzia di socializzazione ecclesiale", ma al contrario deve essere la Chiesa che tende un ponte verso la famiglia, propiziando una "socializzazione familiare" dei credenti.

A tali condizioni la religione può continuare ad essere la grande forza integratrice della vita familiare e, attraverso questa, della vita sociale. Diceva il grande sociologo della famiglia G. De Bras che le relazioni fra la Chiesa e il Paese passano attraverso la casa. Queste relazioni sono passate prima attraverso il controllo religioso soprattutto di carattere rituale e normativo. Nella nostra epoca devono passare attraverso le mediazioni dell'offerta di senso, dell'accompagnamento empatico e del servizio di guarigione.

Marciano Vidal

(da Adista, 19 aprile 2003, pp. 7-11)

Questo testo è il discorso sviluppato dal teologo redentorista spagnolo, p. Marciano Vidal, nell'ambito di una giornata di riflessione e dialogo svoltasi a Madrid il 5 aprile 2003, organizzata dal Dipartimento di Pastorale della Conferenza spagnola dei Religiosi (Confer).

 

Letto 6769 volte Ultima modifica il Domenica, 17 Maggio 2015 22:04
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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