Il tema è molto vasto, tanto da richiedere una lunga trattazione. Qui ci fermeremo a tracciare i punti fondamentali, iniziando dai vangeli sinottici per concludere con l’Apocalisse che sviluppa una tematica molto importante, anche se di non facile approccio. La vastità della trattazione dipende dalla varietà delle posizioni teologiche presenti nel NT e rispondenti alle situazioni in cui si trovavano e vivevano le comunità apostoliche.
Iniziamo con i Sinottici e con il vangelo di Matteo che sviluppa una ricca prospettiva che ha esteso il suo influsso lungo i secoli e ha costituito una ispirazione particolare per quello che riguarda la sequela di Cristo e l’essere suoi discepoli. È chiaro che questo costituisce uno dei fondamenti della realtà ecclesiale in quanto tale, anche se la realizzazione del seguire Cristo si colora della diversa situazione storica e culturale in cui le comunità cristiane hanno vissuto e continuano a vivere. In questa sintetica esposizione ci serviamo dello splendido saggio di Heinrich Schlier che troviamo in Mysterium Salutis vol. 7 Queriniana, Brescia, pp. 115-257.
Chiesa e Regno di Dio
La Chiesa non è soltanto quella promessa da Gesù, ma anche la Chiesa che inizia già con lui. Essa è chiaramente collegata con le parole e le azioni di Gesù che annuncia l’imminenza del Regno di Dio. Esso si presenta in due aspetti interdipendenti: esso si è avvicinato, è venuto vicino, Mt 4, 17 e 10,7, ma deve ancora compiersi, perché invochiamo ‘venga il tuo regno’ Mt 6,10. La cosa importante da non dimenticare è che questo regno è presente nella persona di Gesù e lo si può incontrare in lui e nelle azioni della sua vita.
L’incontro avviene in primo luogo nella parola di Gesù che parla del regno. Matteo ha delle estese sezioni dedicate all’insegnamento di Gesù: il discorso della montagna Mt 5-7; il discorso missionario Mt 10 e i discorsi in parabole Mt 13. Ma il regno è presente nelle azioni prodigiose, nei miracoli che rivelano la potenza di Dio. “Come il regno di Dio è già presente nella ‘parola poco appariscente’ di Gesù, 13,24 e nella sua remissione dei peccati è già stata emessa la sentenza escatologica, 9,6, così il ‘regno dei cieli si manifesta emblematicamente anche nelle gesta salvatrici e liberatrici di Gesù” (Schlier p. 119).
Ma chiaramente la cosa più importante è la persona di Gesù, da cui provengono parole e azioni salvifiche. La sottolineatura sulla persona di Gesù non significa solo indicare l’autore delle azioni e delle parole, quanto invece evidenziare il fatto unico e clamoroso che tutta l’attività di Gesù ha forza unicamente dalla sua persona. Non si tratta infatti di una dottrina di carattere morale e di insegnamenti che valgono anche a prescindere da lui, come per tutti i saggi venuti prima e dopo di lui. Qui il caso è diverso perché quanto dice Gesù non è solo un insegnamento, cosa evidente, ma una storia che cambia per ciò che egli è e fa. “Egli rinvia a se stesso come a colui di fronte al quale viene presa la decisione di vita o di morte”. Questo non avviene né può avvenire di nessun uomo e quindi in questa affermazione si cela il mistero della identità di Gesù che diventa palese soprattutto nella sua pretesa di poter rimettere i peccati, 9,1s.
Discepolato e sequela
Una caratteristica significativa di Matteo è la particolare insistenza che egli pone nel palare dei discepoli di Gesù, fino a costituirne una categoria specifica che si distingue chiaramente da tutti i grandi maestri che hanno avuto discepoli e seguaci. Qui il caso è unico, perché tale è il maestro che i discepoli non potranno mai eguagliare, e ciò costituisce un altro enigma che va risolto Mt 23,1s. Merita particolare attenzione il fatto che il regno di Dio appare nella nostra storia in diversi modi, uno di questi è il discepolato, chiamato ‘la mia Chiesa’ nella prospettiva del futuro 16, 18.
Nella pedagogia di Cristo vediamo che egli si rivolge alle folle che lo seguono, ma da esse sceglie i discepoli che acquistano una posizione speciale e distinta , 5,1s.; 8,21.23; 13,2. Ad essi Gesù rivela i misteri del regno dei cieli, 13,11 e il suo destino di sofferenza, 16,21. Ciò che costituisce l’essenza del discepolato è la sequela di Gesù, che significa seguirlo in maniera decisa e totale, abbandonando tutto 9,9; 10,37. Seguire Gesù comporta la condivisione della sua vita con quanto l’accompagna fino alla croce 10,38; 11,29s. Nei riguardi di Gesù, il maestro, sono anche fratelli e anche tra di loro, di modo che la fraternità diventa espressione specifica della sequela.
I dodici
Nella schiera dei discepoli c’è un gruppo speciale, i Dodici, tanto che il nome diventa una specie di istituzione nell’ambito dei discepoli. La loro missione viene descritta minuziosamente nel c.10, dove si sottolinea soprattutto la prima missione nell’ambito di Israele; solo dopo la Pasqua vengono inviati nel mondo intero, 28, 16s. All’interno dei Dodici ci sono dei ruoli speciali, di volta in volta evocati, come dei figli di Zebedeo, ma soprattutto di Pietro, perché per lui si deve parlare di ‘una preminenza di principio’. In Mt 16,17s. egli è colui che professa la fede in Gesù Messia, a nome dei discepoli; a lui è stata partecipata la rivelazione di Dio; è la roccia scelta da Gesù come fondamento solido della Chiesa futura; è il detentore e l’amministratore delle chiavi del regno dei cieli.
L’inizio della Chiesa
Non è possibile cogliere nei dettagli il passaggio storico e letterario dalla predicazione di Gesù alla redazione dei vangeli, ma si può dire tranquillamente che Matteo vede nel discepolato l’anticipazione di quella che sarà la Chiesa apostolica che si strutturerà nel tempo attuando dinamicamente le linee di Gesù. Ci sono diversi testi che indicano questa relazione e continuità, anche nella prospettiva escatologica, perché nel discepolato è reso presente, nei segni anticipatori, il futuro regno dei cieli 11,12s.
Nel discepolato avviene poi un fatto decisivo: il passaggio da Israele al nuovo popolo di Dio: “Il regno di Dio vi verrà tolto e sarà dato ad un popolo che porta i suoi frutti” 21,43. Per Mt questa non è una restrizione, ma il passaggio alla Chiesa, formata da tutti popoli, 5,5.13.14; 24, 9.14. Dunque un’apertura alla universalità, dove l’Israele antico viene continuato dai credenti, che all’inizio appartengono tutti ad Israele, a cominciare da Gesù.
Il discepolato rappresenta la costituzione della Chiesa universale, e dopo la crisi della passione di Cristo, si raccoglie nuovamente negli ‘undici’, che diventano i ‘fratelli’ del Risorto. Egli ai discepoli si rivela come il Signore universale, inviandoli in tutto il mondo ad annunciare il vangelo e ad impiantare la Chiesa sulla base del rinnovamento battesimale.
In sintesi, seguendo lo Schlier, possiamo riassumere così:
la Chiesa, secondo Matteo,
è il discepolato universale di Gesù;
è il nuovo Israele;
è risultato della volontà di Cristo, il risorto, che invia i discepoli in tutto il mondo;
Cristo rimane il centro della Chiesa fino alla sua venuta nella gloria;
la Chiesa è costituita dai sacramenti e dall’insegnamento degli incaricati;
i patriarchi del nuovo Israele sono i dodici, anche come giudici escatologici; Pietro è la roccia scelta da Gesù per edificare la Chiesa;
nel discepolato inizia la Chiesa come forma per il futuro;
la Chiesa inizia così già con i discepoli; essa è il luogo della presenza del regno escatologico – definitivo di Dio.
Marino Qualizza
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