Non ho molte parole a riguardo. Dio come oggetto di conversazione è poco interessante, al più argomento per atei.
La reciprocità di soggetti dialoganti reclama intimità, pudore, comunione.
Al massimo noi possiamo parlare con Dio. Possiamo metterci in ascolto della sua Parola.
A tutte le chiacchiere filosofiche preferisco il lento salmodiare monastico ed il silenzio delle celle.
Preferisco la sollecita cura della madre, l’abbraccio dei fratelli, una mano che asciuga le lacrime...
Sono i momenti nei quali possiamo percepire che Dio non è una pura astrazione, ma nostro quotidiano compagno di viaggio.
Fausto Ferrari