Libertà e responsabilità
di Guido Lazzarini
Libertà e relazione sono elementi costitutivi della persona e si coniugano tra loro tramite l’assunzione di responsabilità sia nei confronti degli uomini tutti sia nei confronti della natura.
Affermare l’esigenza di un equilibrio ecologico pone in discussione, da un lato, il rapporto di dominio dell’uomo sulla natura, conseguenza del delirio di onnipotenza dell’uomo, dall’altro, il rapporto uomo/uomo.
Nasce l’esigenza di cercare una prospettiva in cui razionalità e senso dell’agire, individualità e collettività, benessere delle generazioni presenti e future non rappresentino istanze separate e contrapposte, ma esigenze unite dalla consapevolezza della relazione che lega ogni uomo indipendentemente dalla sua appartenenza spazio/temporale. Si tratta di produrre valori culturali capaci di generare un’etica condivisa ed interiorizzata che orienti verso un agire responsabile in ogni ambito della vita sociale sia rispetto all’ambiente sia nei confronti di tutti gli uomini anche lontani nel tempo o nello spazio: la dimensione etica trova così il suo fondamento nei principi di libertà, responsabilità e condivisione.
Le smisurate potenzialità tecnico-scientifiche della civiltà industriale, finalizzate al dominio sulla natura, non hanno portato né ad un equilibrio stabile con l’ecosistema, né al modello di giustizia universale che promettevano di assicurare. Il pericolo di tale programma deriva dal suo stesso successo perché se ne è perso il controllo. Il dominio sulla natura si è reso gradualmente autonomo e si è trasformato in minaccia e distruzione: mentre è cresciuto il potere scientifico-tecnologico è parallelamente aumentata l’incapacità dell’uomo di prevederne e valutarne le conseguenze per cui, oggi, è necessario proteggere l’uomo da se stesso e la natura dall’uomo: è necessaria un’etica che regoli e limiti l’agire.
Etica della responsabilità verso la natura
L’etica tradizionale era l’etica della prossimità, in quanto le norme si riferivano ad un agire umano di portata circoscritta: nelle società tradizionali i fini e le ripercussioni delle azioni erano caratterizzati dalla prossimità sia spaziale che temporale. Finora l’etica si era interessata dell’azione presente e delle sue conseguenze contingenti: il rispetto dei suoi diritti si riferiva a coloro che condividevano la realtà presente: essa acquisiva rilevanza perché garantiva la libertà nelle relazioni.
L’etica moderna dovrebbe innanzitutto riferirsi al rapporto tra uomo e natura. La natura, come ambito di responsabilità, rappresenta un elemento del tutto nuovo su cui collocare un’etica capace di orientare l’agire condiviso.
In passato era l’uomo ad essere minacciato dalla natura, ora è l’uomo ad essere pericoloso per la natura, più di quanto la natura lo sia mai stata. Il primo dovere di ogni libertà dovrebbe essere quello di porsi limiti volontari, specialmente in presenza di condizioni di irreversibilità ed incertezza delle conseguenze. La prevenzione, allora, diventa il compito principale della responsabilità verso la natura.
Il nuovo imperativo etico riguarda gli effetti di ogni azione sulla vita futura degli uomini, quindi include l’integrità delle generazioni future ed esige consapevolezza e saggezza nuove.
L’uomo non è il centro dell’universo, ciò che sta al centro è il rapporto, il legame di dipendenza reciproca tra uomo e natura: l’appartenenza vitale alla natura gli offre una diversa percezione di sì ed implica la consapevolezza dei collegamenti esistenti tra cause presenti ed effetti futuri. La consapevolezza della relazione di appartenenza e interdipendenza che li lega consente di superare la falsa alternativa tra dominio sulla natura e sottomissione ad essa e di sostituirvi l’obiettivo della custodia e della convivenza.
Etica della responsabilità verso l’umanitàRiconoscere il nesso di complementarietà tra le diverse generazioni promuove un agire responsabile.
La complementarietà, come riconoscimento dell’interdipendenza reciproca, consente una visione nuova dei rapporti interpersonali, rivaluta la tradizione - legame imprescindibile con il passato e presupposto di un agire responsabile nei confronti delle generazioni future - rende gli individui consapevoli di appartenere ad un tessuto sociale fatto di relazioni interpersonali e intergenerazionali. In tale rete le persone tendono a riunirsi spontaneamente in piccoli gruppi informali o in movimenti associativi, guidati dall’intento di realizzare iniziative di pubblico interesse.
La consapevolezza della complementarietà e dell’interdipendenza fa emergere una nuova razionalità e il senso di una nuova etica della responsabilità che non si limita ai contemporanei o al proprio gruppo, ma si estende alle persone appartenenti a generazioni diverse: le risorse si ricevono in eredità dalle generazioni passate e devono essere trasmesse a quelle future tramite una gestione oculata e ciò rappresenta la condizione di sopravvivenza comune a tutte le generazioni.
Il soggetto di questa nuova etica della responsabilità non è più l’uomo singolo, ma l’umanità tutta: la dimensione di riferimento non è quella individuale, bensì quella collettiva.
L’etica della responsabilità, appellandosi alla libertà personale, deve essere condivisa, riconosciuta, accettata ed interiorizzata “dal basso”, non può essere garantita dall’imposizione normativa.
Per un approfondimento, vedasi: G. Lazzarini, Etica e scenari di responsabilità sociale, Angeli, Milano, 2006