Formazione Religiosa

Martedì, 09 Gennaio 2007 00:44

Il III secolo (Lorenzo Dattrino)

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Il III secolodi Lorenzo Dattrino


Mentre in Oriente fiorivano Clemente e Origene, ormai aperti agli influssi dell’ellenismo, in Occidente gli uomini di chiesa, fatte poche eccezioni, sembravano estranei a ogni impegno inteso a conciliare fede cristiana e dottrina greca. Ma c’era di più. Anziché spingersi nei campi rischiosi delle ricerche dottrinalmente ardite per tentare di spiegare i misteri divini, gli occidentali preferivano rimanere docilmente sicuri nell’accettazione delle norme tradizionali dell loro fede. Se poi si vuole penetrare maggiormente in questa divisione, tendente a sottolineare la diversa mentalità tradizionale e dottrinale dell’Oriente e dell’Occidente, emergerà chiaramente l’impossibilità, per gli occidentali, di distinguere, tra i fedeli, le due categorie dei semplici credenti e dei «perfetti»: i primi considerati e, per così dire, catalogati in un grado inferiore, perché cresciuti nella pura accettazione delle verità rivelate, i secondi invece ritenuti ormai elevati in un grado superiore per aver raggiunto la vera «gnosi», il privilegio di una scienza ben più profonda dei misteri divini.

Uno dei fattori più decisivi, atti a spiegare il ritardo di una letteratura tutta propria dell’Occidente, va cercato nel dominio incontrastato esercitato dalla persistenza, anche in Occidente, della lingua greca, particolarmente come lingua di cultura. E questo avvenne certo in campo profano; si pensi che lo stesso Marco Aurelio scrisse in greco i suoi Ricordi, e siamo già negli anni tra i 161 e il 180, ma avvenne anche in campo cristiano. Le opere letterarie scritte in Roma e nell’Occidente fino alla fine del Il secolo furono scritte in lingua greca: così la Lettera di Clemente ai Corinti, il Pastore d’Erma, gli scritti di Giustino e di Ireneo. Il bisogno d’una letteratura in lingua latina cominciò a farsi sentire quando, nell’accresciuto numero dei credenti in Cristo, reclutati anche fuori dell’ambiente giudaico da tutti i ceti sociali, erano ormai troppo numerosi coloro per i quali non era familiare la lingua greca. (1)

Nota

1) Cf. M. Pellegrino, Letteratura latina cristiana, Roma 1985.
Letto 2052 volte Ultima modifica il Mercoledì, 07 Marzo 2007 23:17
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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