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Venerdì, 17 Maggio 2024 09:58

Ascensione del Signore. Anno B In evidenza

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Ascensione del Signore. Anno B

Omelia di Paolo Scquizzato

Prima Lettura  At 1,1-11

Dagli Atti degli Apostoli

Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo.
Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l'adempimento della promessa del Padre, «quella - disse - che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo».
Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra».
Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand'ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo».

Salmo Responsoriale Dal Salmo 46 (47)

R. Ascende il Signore tra canti di gioia.
Oppure:
R. Alleluia, alleluia, alleluia.

Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l'Altissimo,
grande re su tutta la terra.

Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni.

Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo.

Seconda Lettura Ef 4,1-13

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni

Fratelli, io, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell'amore, avendo a cuore di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace.
Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti.
A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. Per questo è detto: «Asceso in alto, ha portato con sé prigionieri, ha distribuito doni agli uomini». Ma cosa significa che ascese, se non che prima era disceso quaggiù sulla terra? Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per essere pienezza di tutte le cose.
Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all'uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo.

Canto al Vangelo (Mt 28,19a.20b)

Alleluia, alleluia.

Andate e fate discepoli tutti i popoli, dice il Signore.
Ecco, io sono con voi tutti i giorni,
fino alla fine del mondo.

Alleluia.

Vangelo Mc 16,15-20

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

OMELIA

Siamo manifestazione del divino di cui siamo impastati. Da ciò la possibilità di attribuirci un valore infinito e di pensarci con sufficiente fiducia. Ma difficilmente ne siamo consapevoli. Ogni volta che l’angoscia s’affaccia nella nostra vita, abbiamo la necessità di spingerci ‘più in alto’ per essere un poco di più, quasi a voler bilanciare un innato senso d’inferiorità.
«Chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare (ed alzare) anche di poco la propria vita?» (Mt 6, 27).
Più cresce la paura di precipitare nell’abisso più s’innescano strategie di grandezza.
Gesù è venuto a dirci che possiamo farne a meno, ricordandoci che siamo già grandi abbastanza: valiamo a sufficienza e andiamo benissimo così.
‘L’ascensione al cielo’ di Gesù fa rinunciare a noi l’improba fatica di conquistarlo. Il suo sedersi alla destra del padre ha fatto in modo che noi potessimo stare come in paradiso su questa terra. Il suo essere nell’ambiente divino ci dice che la divinità non è conquista ma godimento perché ne facciamo già parte. E per questo non siamo più tenuti ad adattarci alle circostanze per prevenire l’infelicità o per evitare il disonore, e soprattutto non siamo più soggetti agli oggetti e agli altri per assaporare il diritto all’esistenza.
Gesù ci ricorda che una vita in balìa dell’ambiente, il dovere di adeguarvisi e di corrispondere alle attese altrui si chiama ‘possessione demoniaca’, concetto che per la moderna psicanalisi prende il nome di angoscia: «Distruzione progressiva dell’io nel folle sforzo di poter raggiungere in questo modo la propria felicità; un defatigante girare in tondo senza concludere nulla, senza direzione, senza stabilità» (Eugen Drewermann).
L’ascensione è certezza di una salvezza già data, e non da conquistarsi e tanto meno da meritare: io sono nell’Uno. Sono l’Uno, la Luce, la medesima Energia che tutto crea e ricrea. Sono già a Casa. Quando ne prenderò consapevolezza mi risveglierò come da un incubo, non avendo più necessità d’essere angosciato nel trovare casa ‘altrove’, con la serena certezza che le situazioni, anche le più drammatiche non avranno l’ultima parola su di me.
 
Paolo Scquizzato
 
Letto 147 volte Ultima modifica il Domenica, 19 Maggio 2024 10:33
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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