Esperienze Formative

Sabato, 13 Aprile 2024 09:44

Seconda Domenica di Pasqua. Anno B

Vota questo articolo
(0 Voti)
Seconda Domenica di Pasqua. Anno B

Omelia di Paolo Scquizzato

Prima Lettura  At 4, 32-35

Dagli Atti degli Apostoli

La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un'anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune.
Con grande forza gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore.
Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano il ricavato di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi veniva distribuito a ciascuno secondo il suo bisogno.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 117

Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre.

Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
Dica la casa di Aronne:
«Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre».

La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.
Il Signore mi ha castigato duramente,
ma non mi ha consegnato alla morte.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d'angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo!

Seconda Lettura 1 Gv 5, 1-6

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo

Carissimi, chiunque crede che Gesù è il Cristo, è stato generato da Dio; e chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato.
In questo conosciamo di amare i figli di Dio: quando amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti. In questo infatti consiste l'amore di Dio, nell'osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi.
Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede.
E chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio? Egli è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con l'acqua soltanto, ma con l'acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che dà testimonianza, perché lo Spirito è la verità.

Canto al Vangelo (Gv 12,26)

Alleluia, Alleluia.

Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto;
beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!

Alleluia.

Vangelo Gv 20, 19-31

Dal vangelo secondo Giovanni

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

OMELIA

Alla Maddalena Gesù dice, nel giardino della rinascita: ‘Noli me tangere’, non mi toccare, non mi trattenere, non ricondurmi alle categorie solite del conosciuto, del sensibile, del concettuale attraverso cui da sempre sei stata con me. È finalmente giunta l’ora d’apriti ad un’altra modalità e possibilità di conoscenza.
A Tommaso, l’incredulo Gesù invita a mettere la mano nella ferita del costato.
A ciascuno il suo.
La vita spirituale è un cammino, ‘Di cominciamento in cominciamento, di ripresa in ripresa, di cominciamenti e riprese senza fine’.
La Maddalena è la donna oltre, la donna matura che giunge a fare esperienza del suo Signore senza il bisogno di ‘toccare per credere’.
La via della mistica: esperire per via d’assenza.
Nell’assenza la presenza. L’abbandono come condizione per fare esperienza dello Spirito vivificante (cfr. Gv 16, 7).
È non toccando che fa esperienza dell’amato, è non vedendo che lo conosce. Solo ora che le sue idee, le sue immagini, i suoi concetti, l’assodato, l’acquisito l’hanno finalmente abbandonata può esperire il Vivente, l’Oltre, il Presente.
E Maddalena probabilmente avrebbe voluto dire a Tommaso, e quindi a me: ‘caro fratello, è quando diverremo ciechi alle cose di Dio che il Mistero si manifesterà e noi lo conosceremo per ciò che veramente è, cessando d’essere la proiezione delle nostre limitate attese’.
Da lì a poco avverrà che Paolo cadrà a terra dopo che il Mistero gli si rivelerà. Si dice che aprì gli occhi e non vide nulla. Solo così potè conoscere l’Amato.
“Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!” sono le parole di Gesù ai suoi.
E a me. Ancora cieco perché convinto di vedere.
 
Paolo Scquizzato
 
Letto 120 volte Ultima modifica il Sabato, 13 Aprile 2024 09:52
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

Search