Prima lettura: Is 61,1-2.10-11
Lo spirito del Signore Dio è su di me,
perché il Signore mi ha consacrato con l'unzione;
mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri,
a fasciare le piaghe dei cuori spezzati,
a proclamare la libertà degli schiavi,
la scarcerazione dei prigionieri,
a promulgare l'anno di grazia del Signore.
Io gioisco pienamente nel Signore,
la mia anima esulta nel mio Dio,
perché mi ha rivestito delle vesti della salvezza,
mi ha avvolto con il mantello della giustizia,
come uno sposo si mette il diadema
e come una sposa si adorna di gioielli.
Poiché, come la terra produce i suoi germogli
e come un giardino fa germogliare i suoi semi,
così il Signore Dio farà germogliare la giustizia
e la lode davanti a tutte le genti.
Parola di Dio
Salmo: 84
Rit. La mia anima esulta nel mio Dio.
L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Rit.
Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono. Rit.
Ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia. Rit.
Alleluia, Alleluia, Alleluia.
Seconda lettura: 1Ts 5,16-24
Fratelli, siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie: questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.
Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie. Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono. Astenetevi da ogni specie di male. Il Dio della pace vi santifichi interamente, e tutta la vostra persona, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. Degno di fede è colui che vi chiama: egli farà tutto questo!
Parola di Dio
Canto al Vangelo (Lc 3,4.6 )
Alleluia, alleluia.
Lo Spirito del Signore è sopra di me,
mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio.
Alleluia
Vangelo: GV 1,6-8.19-28
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell'acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
Parola del Signore
OMELIA
Al Battista viene chiesto: «Chi sei tu» (v. 19), ed egli risponde, per ben tre volte: «io non sono». Splendido!
Noi siamo ciò che non siamo.
«Chi sei», chiede Polifemo ad Ulisse nella caverna. E Ulisse risponde: «Nessuno», e solo con questo suo nuovo nome, il 'senza nome' può uscire indenne dalla caverna.
Certo, perché il rischio è quello di credere di essere ciò che pensiamo di essere o ciò che gli altri pensano – o vogliono – che siamo. Arrivare a definirci al di là dei nostri nomi, dei nostri deliri di onnipotenza, dei nostri sogni, delle nostre frustrazioni, e di tutte le attese riposte in noi da altri, è giungere finalmente alla verità di sé stessi.
Giovanni è semplicemente il testimone, chiamato a far risplendere dinanzi a sé una luce 'altra'. Infatti non è lui 'la luce'. Diffidiamo sempre di coloro che si reputano 'illuminati'. È il germe di ogni dittatura.
Il testimone è colui che è chiamato a far risplendere una luce "altra", non la propria. Per questo Giovanni giunge a definirsi semplicemente come 'voce'. Non dice "sono la Parola", ma 'voce', attraverso cui la Parola può dirsi. Egli è a servizio della Parola.
La voce senza parola è 'non senso', la Parola senza la voce è 'muta'.
Ecco chi è il Battista: Voce che grida la Parola ovvero il Vangelo. Giovanni, come i profeti di sempre, son coloro che hanno il compito di svegliare le coscienze, a dire che sulle nostre teste c'è un male che tiene in ostaggio l'uomo, che gli impedisce di essere sé stesso. I profeti son coloro che gridano che non ci si può rassegnare all'ingiustizia, che occorre optare per soluzioni in grado di contribuire ad uscire dalla logica di potere, che l'uomo è fatto per altro, per la verità, e la verità ha sempre a che fare con la libertà e la giustizia. Giovanni verrà decapitato per questo. Erode tagliandogli la gola crederà di far tacere la voce, ma di fatto non farà altro che amplificarla a dismisura, in quanto la verità quando è messa a tacere grida ancora più forte.
Ieri come oggi, quando la verità è messa a morte, risorge dalle proprie ceneri e cammina avanti.
I profeti se uccisi non muoiono, diventano ancora più forti.
CAMMINO DELLA SETTIMANA
Due spunti su cui meditare, a Voi cercarne altri:
• «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
• Non dice "sono la Parola", ma 'voce', attraverso cui la Parola può dirsi. Egli è a servizio della Parola.
Buon cammino!
Se hai bisogno di una scheda per guidare la "Liturgia della Parola", sulle letture di questa domenica, la troverai qui:
"Una guida sintetica per condurre la Liturgia della Parola"
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