CONTESTO:
A un certo punto il Vangelo di Luca ci consente di dare uno sguardo ad un momento sereno di Gesù: ed ecco la scelta di una casa amica e di un rifugio sempre disponibile.
Luca è l'unico a raccontare questo episodio di Marta e Maria, esse occupano una posizione di spicco particolare in quanto non appartengono al gruppo itinerante.
Questa amicizia con i fratelli di "Betania", (ma è solo l'autore del quarto Vangelo a informarci del fatto che vivono a Betania, alle porte di Gerusalemme, e che le due donne siano sorelle di Lazzaro), appare molto importante nella vita di Gesù, diversa, ma non meno forte rispetto al legame con i discepoli e le discepole che viaggiano con lui.
Gesù sta andando a Gerusalemme con i suoi, ma entra nel villaggio da solo, particolare che mette in evidenza il suo desiderio di incontrare le sorelle da solo.
È ospite nella casa delle due donne (ma solo dal Vangelo di Giovanni si .ricava l'impressione che Gesù alloggi abitualmente in casa loro durante i suoi viaggi a Gerusalemme).
Secondo la testimonianza di Luca, che ignora Lazzaro, forse non si interessa di lui, perché ciò che ora accade ha per protagoniste soltanto le due sorelle.
Ci vengono presentate come donne sole e si direbbe "autonome"; un'immagine abbastanza insolita nell'ambiente storico di allora. Altra impressione che ci viene data è che le due donne siano di "condizione elevata" anche se in proposito non ci sono indizi.
In Luca però costituisce un motivo ricorrente l'accenno a donne di condizione elevata che si fanno seguaci di Gesù e che mettono le loro disponibilità al servizio della causa del Regno.
Sebbene il racconto sia breve, si intuisce dalle parole dell'evangelista che le due sorelle amano molto Gesù e gioiscono entrambe della sua presenza.
Ecco Marta, con sollecitudine va incontro alle necessità del suo ospite, subito scatta· il meccanismo dell'ospitalità ebraica. Bisogna improvvisare un pasto, mentre lui prende fiato.
Marta si preoccupa della sua persona, sollecita e capace - da vera padrona di casa. manifesta il suo affetto con il darsi da fare, è presa dai molti servizi.
In tal modo però, l'affetto e la gioia di accogliere sminuiscono il dono di Dio che coincide con la presenza stessa di Gesù nella loro casa.
Il suo è un comportamento molto femminile-tradizionale, a questo riguardo sarebbe necessario distinguere tra femminile nel senso proprio delle donne per natura ( diversa sensibilità, senso dell'accoglienza, ecc) e femminile nel senso raccomandato alle donne, quindi culturalmente indotto ( quello della sottomissione e del servizio).
Rispetto a Marta, Maria sembra aver capito più a fondo che il dono di Dio consiste nella novità della presenza di Gesù perché "ascolta la sua parola", beve ogni sua parola come una sorta di adorazione.
Questa espressione che percepiamo come atteggiamento di ascolto, nella cultura ebraica indica la situazione del discepolo rispetto al maestro senza indicare un segno di particolare devozione né tanto meno di adorazione o contemplazione.
Sedersi ai piedi dell'ospite, significava anche accoglierlo. Dal momento che nelle case palestinesi non esistevano seggiole, ma stuoie dove tutti si sedevano per terra, erano i discepoli (uomini) che sedevano per terra o comunque sui posti più bassi.
Il fatto che Maria (donna) si sia seduta ai suoi piedi in atteggiamento quindi da discepolo, è di per se sorprendente.
Un fatto tanto importante in quanto in Israele le donne erano escluse dallo -studio della Legge (tanto era raccomandato agli uomini, quanto sconsigliato alle donne). Maria assume un ruolo maschile com'era concepito nella tradizione dell'epoca. Questa è una trasgressione gravissima, perché le donne nelle case in presenza di ospiti erano invisibili.
Ancora oggi quando si entra in una casa palestinese, si viene accolti dagli uomini di casa; le donne non si vedono, stanno in cucina, preparano, fanno i lavori e neanche portano in tavola.
Come concepisce le donne l'evangelista:
Luca accorda alle donne uno spazio notevole sia nel suo vangelo che negli Atti, unico a ricordare che hanno seguito Gesù fin dai primi tempi del ministero.
Talvolta si è ipotizzato, per spiegare l'abbondanza di materiale relativo a figure di donne, che l'evangelista abbia avuto accesso ad una fonte femminile, ma nell'uso che fa· del materiale di cui dispone è chiaramente condizionato dalle proprie convinzioni e preoccupazioni pastorali sul ruolo delle donne nella Chiesa.
Dal suo vangelo emerge un certo modello di donna: devota · ed in ascolto, ma sottomessa e pronta a servire.
L'evangelista in realtà sembra interessato a istruire le donne sugli elementi fondamentali della fede, sull'atteggiamento interiore raccomandato ad una cristiana, e informare gli estranei a proposito delle donne cristiane; tutto ciò anche esercitando un controllo garbato, ma ferreo sulle donne che, nei primi tempi della Chiesa, esercitano o aspirano ad esercitare un ministero o un ruolo di autorità.
E' evidente che Luca, come pastore, non è troppo favorevole alle donne che si danno da fare visibilmente nella comunità, che ricercano un ministero, che parlano e reclamano come fa Marta: preferisce che recepiscano la parola con atteggiamento sottomesso e con ascolto.
La prospettiva dell'evangelista è in realtà quella di mostrare come esemplare e desiderabile una Chiesa sostenuta anche dalle donne ricche, ma diretta solo dagli uomini (sembra dire: ascolta-sostieni, ma lascia fare agli uomini).
MESSAGGIO DI FEDE
Marta e Maria, sono state ridotte nella tradizione cristiana a simboli perdendo di vista tutta la loro ricchezza personale.
Non sono due figure contrapposte, bensì due figure complementari che devono diventare entrambe il modello della Chiesa, cioè di un atteggiamento operativo ... contemplativo.
Entrambe hanno un atteggiamento e un 'intenzione di accoglienza, ma differiscono nelle priorità.
Marta tende soprattutto a "fare qualcosa" per lui, è felice della sua presenza, desidera accoglierlo e onorarlo nel modo migliore.
Il suo amore e la sua gioia si esprimono però con atteggiamenti più esteriori (moltiplicando i servizi).
Gesù indica a Marta il suo problema, sta nell'aver posto le cose prima della persona, l'unica cosa a cui Gesù tiene veramente è che venga accolto interiormente, ossia conoscerlo, capirlo, accettare con la mente e con il cuore i suoi insegnamenti.
Questo è possibile solo ascoltando la sua parola, tutto il resto è secondario.
Marta si rivolge a Gesù e a lui affida il suo sfogo, va a depositare nel Signore la sua debolezza.
Le "troppe cose" che Marta fa, impediscono l'ascolto, ma anche all'ospite, in modo da farlo sentire amato.
Fare molto è segno di amore, ma può anche soffocarlo.
L'accoglienza inizia dall'ascolto, e dall'ascolto inizia con il Signore la nostra relazione di amicizia, così da poterlo comprendere e amare a fondo.
Maria ha un atteggiamento più attento verso Gesù e sembra intuire che c'è qualcosa di più: aprirsi al dono che Dio vuole trasmettere e che viene attraverso Gesù.
Sembra che Maria abbia capito subito questo aspetto, perché non sente il bisogno di "fare" nel momento della visita di Gesù, seduta ai suoi piedi ascolta " accoglie"la sua parola.
Maria, che non dice nulla e di cui manca qualsiasi parola, è dunque la discepola che "assorbe" la parola.
Subito dopo Gesù specifica quella che non le sarà tolta, cioè la relazione con la persona. Non le sarà tolta la relazione di amicizia con Gesù, che è eterna; resisterà nel tempo e nell 'eternità.
Ma ascoltare la Parola di Gesù, accogliere Gesù, significa anche impegnarsi concretamente nel servizio degli altri e nella carità operosa. ( come ha fatto Marta). La carità è la nostra amicizia con Dio, per la quale amiamo Dio sopra ogni cosa, e il nostro prossimo come noi stessi per amore di Dio. ( prossimo come soggetto e non come oggetto) quindi amare tutti senza distinzioni e con una disponibilità all'apertura totale verso tutti. (Gesù fa della carità il comandamento nuovo).
ATTUALIZZAZIONE
L'episodio delle due sorelle è stato interpretato recentemente in chiave femminista che forse non rientrava del tutto nelle intenzioni dell'autore.
Anche se sembra considerare positivamente le donne (almeno una di esse) si rivela chiaramente filtrato attraverso una mentalità maschile passata che tendeva sempre a porre le donne in concorrenza reciproca.
Infatti questo racconto tende a contrapporre le due sorelle dando anche l'impressione di fastidio o di ostilità da parte di Marta.
I commenti attraverso i secoli non sono stati concordi.
Nella tradizione cristiana e cattolica ad un certo punto ha preso il sopravvento l'interpretazione simbolica: ridurre le donne a simbolo è facile e comodo per la mentalità patriarcale, ed è un atteggiamento difficile da eliminare.
Se Maria "la contemplativa" poteva essere assunta a modello per le religiose di. clausura, Marta, presentata in modo riduttivo dall'evangelista e letta ancor di più riduttivamente dagli uomini che riflettevano sull'episodio, veniva identificata come modello delle mogli-madri e anche dalle religiose delle nuove congregazioni cioè quelle che insegnavano, curavano gli infermi, soccorrevano i poveri.
Leggendo e commentando l'episodio oggi, si tende a ritrovarvi l'affrancamento della donna dalla sua inferiorità sociale e religiosa.
Questa però è un'elaborazione moderna che tiene conto dell'attuale sensibilità femminile.
Quello che l'evangelista presenta solo come docile ascolto della parola, nella vita attuale non può non considerare anche la riflessione, studio e autonomia intellettuale liberando la donna dalla tradizione patriarcale che la vedeva solamente dedita ai lavori domestici.
Gesù parlava e agiva da persona pienamente situata nel suo tempo ( cioè da ebreo di Galilea che viveva nella Palestina).
Ciò non significa che accettasse come valido tutto ciò che si pensava e si faceva là allora (anzi la sua vita dimostra la sua libertà di pensiero e di azione rispetto a certe mentalità e a certe istituzioni di quella società).
Con questo comportamento rivoluzionario, Gesù ha voluto manifestare che il Regno di Dio è aperto a tutti (anche alle donne) e che tutti sono uguali, perché tutti vivono d'amore.
Commento finale:
Marta e Maria con la loro forza e la loro debolezza fanno vedere a Gesù, un-modo nuovo di essere donne? Gesù ha veramente bisogno di vedere? ....
E noi come dobbiamo porci nella vita quotidiana?
A quale atteggiamento dare la priorità? FARE o ASCOLTARE o entrambe le cose? Perdersi nel puro attivismo, senza dedicare tempo al raccoglimento, alla preghiera, come ha fatto Marta a cosa può portare?
Marta affida la sua fatica al Signore certa che lui saprà accoglierla ( e questo è segno di fiducia e di amore in lui), ma la sua preghiera si limita ad una richiesta di aiuto.
La preghiera non deve essere solo rivolgersi a Gesù per affidargli i nostri guai, ma saper dire, come Samuele "Parla, Signore, il tuo servo ti ascolta".
Le parole di Gesù ... tu ti affanni ti preoccupi ... è un avvertimento a non lasciarsi sopraffare, dai troppi impegni, dall'egoismo, da false attività ... (perdere tempo).
In Maria viene evidenziato la sua prontezza e la vigilanza dello spirito, questo è possibile solo a chi sa riservarsi dei tempi non solo per la preghiera o per una preparazione interiore, ma soprattutto ascoltare per far sentire amata la persona.
Maria sa di non aver nulla da offrire a Gesù più importante di quello che potrà ricevere mettendosi in ascolto della sua parola. (Gesù ha bisogno di consacrare lunghe ore alla preghiera, talvolta l'intera notte) poi ritorna verso i suoi con un 'umanità stracarica di pienezza divina ...
LETTURE:
Luca 10, 38-42 - MARTA e MARIA
Ora, mentre erano in cammino, egli entrò in un villaggio. Una donna di nome Marta lo ospitò.
E questa aveva una sorella chiamata Maria, la quale, sedendo ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola.
Ora Marta era affaccendata in molti servizi, ma arrestandosi disse:
«Signore, non ti dai pensiero che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che m'aiuti».
Rispondendo, il Signore le disse: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti preoccupi per molte cose,
ma una sola è necessaria.
- Maria infatti ha scelto la parte buona, che non le sarà tolta.