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Sabato, 03 Ottobre 2020 19:17

XXVII Domenica del Tempo Ordinario – Domenica 4 Ottobre 2020

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Anno A

 

don Paolo Squizzato

  

 

Prima lettura: Is 5,1-7

 

Voglio cantare per il mio diletto
il mio cantico d’amore per la sua vigna.
Il mio diletto possedeva una vigna
sopra un fertile colle.
Egli l’aveva dissodata e sgombrata dai sassi
e vi aveva piantato viti pregiate;
in mezzo vi aveva costruito una torre
e scavato anche un tino.
Egli aspettò che producesse uva;
essa produsse, invece, acini acerbi.
E ora, abitanti di Gerusalemme
e uomini di Giuda,
siate voi giudici fra me e la mia vigna.
Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna
che io non abbia fatto?
Perché, mentre attendevo che producesse uva,
essa ha prodotto acini acerbi?
Ora voglio farvi conoscere
ciò che sto per fare alla mia vigna:
toglierò la sua siepe
e si trasformerà in pascolo;
demolirò il suo muro di cinta
e verrà calpestata.
La renderò un deserto,
non sarà potata né vangata
e vi cresceranno rovi e pruni;
alle nubi comanderò di non mandarvi la pioggia.
Ebbene, la vigna del Signore degli eserciti
è la casa d’Israele;
gli abitanti di Giuda
sono la sua piantagione preferita.
Egli si aspettava giustizia
ed ecco spargimento di sangue,
attendeva rettitudine
ed ecco grida di oppressi.

 

Parola di Dio

   

Salmo: 79

 

Rit. La vigna del Signore è la casa d’Israele.

 

Hai sradicato una vite dall’Egitto,
hai scacciato le genti e l’hai trapiantata.
Ha esteso i suoi tralci fino al mare,
arrivavano al fiume i suoi germogli.
Rit.

Perché hai aperto brecce nella sua cinta
e ne fa vendemmia ogni passante?
La devasta il cinghiale del bosco
e vi pascolano le bestie della campagna.
Rit.

 

Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell’uomo che per te hai reso forte.
Rit.

 

Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.
Signore, Dio degli eserciti, fa’ che ritorniamo,
fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.
Rit.

 

Alleluia, Alleluia, Alleluia.

Seconda lettura: Fil 4,6-9

Fratelli, non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti.
E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù.
In conclusione, fratelli, quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri.
Le cose che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, mettetele in pratica. E il Dio della pace sarà con voi!

Parola di Dio

  

Canto al Vangelo (Gv 15,16)

 

Alleluia, alleluia.

Io ho scelto voi, dice il Signore,
perché andiate e portiate frutto
e il vostro frutto rimanga.

Alleluia

  

Vangelo: Mt 21,33-43

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:
«Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.
Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?».
Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture?:
“La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d’angolo;
questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi”.
Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».

Parola del Signore

OMELIA

 

Dio ha un desiderio, che l’uomo viva in un giardino, in uno stato di pace, di serenità e che in questa sorta di paradiso terrestre possa godere dei frutti della vigna, che fuori di metafora è la felicità.

A noi il compito di gestire questo giardino, di trasformarlo, di farne il luogo della nostra gioia. A quel punto Dio ha deciso di non entrarci, di non interferire, di amarci senza intromissioni, rendendoci responsabili della nostra compiutezza, perché l’amore desidera solo la libertà dell’amato.

«Nel bene e nel male, per possedere davvero ciò che abbiamo ereditato dal padre dobbiamo riconquistarlo» (Goethe).

Ciò che riceviamo in dono, da parte degli uomini e di Dio, va conquistato. Dio ci ha dato tutto in dono, compresa la vita, ma non ci ha regalato nulla. Sta a noi portare a compimento ciò che ci è stato donato solo in nuce. Questo si chiama responsabilità. Tutto va “salvato”, perché salvare in ebraico significa dilatare, aprire a nuovi orizzonti, far sbocciare.

Noi non siamo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio (cfr. Gn 1, 27) nel senso di qualcosa compiutosi all’origine di noi, ma come qualcosa che ci sta dinanzi: attraverso il nostro vivere quotidiano ci compiamo sempre più ad immagine e somiglianza di Dio. In un certo senso non siamo creati, ma in creazione.

Il nostro brano afferma al v. 34 «Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti». Certo perché una vita che non produce frutti è una vita sterile e perciò insensata.

Il primo comandamento di Dio dato all’uomo è stato infatti: «Siate fecondi» (Gn 1, 28). Ma non nel senso di moltiplicarsi nel mondo col mettere al mondo figli, ma in senso esistenziale: che la tua vita sia feconda, sia bella, vera, dia frutti di vita affinché coloro che ti si accostano possano viverne di conseguenza. D’altra parte l’opera di Gesù nel mondo è volta proprio perché tutti i figli del padre producano frutti di vita: «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga» (Gv 15, 16).

 

«La luce splende nelle tenebre / e le tenebre non l’hanno vinta» (Gv 1, 5).

I contadini omicidi, nella parabola, dicono: «Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!» (v. 38). Niente di più vero! Dall’aver messo a morte Dio, gli assassini ebbero in cambio l’eredità stessa di Dio, ovvero la sua stessa vita. Perché l’amore funziona solo così! Dà la vita a chi gliela toglie, perdona chi lo ferisce, accoglie chi lo rifiuta. Altrimenti sarebbe semplicemente uomo, che toglie la vita a chi attenta alla sua, fa violenza a chi lo ferisce, e allontana chi lo rifiuta. Dopo averlo trafitto, il centurione fa la prima grande professione di fede: «Davvero costui era Figlio di Dio» (Mt 27, 54).

   

CAMMINO DELLA SETTIMANA

Due spunti su cui meditare, a Voi cercarne altri:

  • La pietra che i costruttori hanno scartato
    è diventata la pietra d’angolo;…..”

 

Buon cammino!

Se hai bisogno di una scheda per guidare la "Liturgia della Parola" sulle letture di questa domenica la troverai qui:

"Una guida sintetica per condurre la Liturgia della Parola

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Letto 16847 volte Ultima modifica il Venerdì, 16 Ottobre 2020 09:53

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