Prima lettura: Sir 3,17-21.3
0-3117Figlio, compi le tue opere con mitezza,
e sarai amato più di un uomo generoso.
18Quanto più sei grande, tanto più fatti umile,
e troverai grazia davanti al Signore.
19Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi,
ma ai miti Dio rivela i suoi segreti.
20Perché grande è la potenza del Signore,
e dagli umili egli è glorificato.
28Per la misera condizione del superbo non c'è rimedio,
perché in lui è radicata la pianta del male.
29Il cuore sapiente medita le parabole,
un orecchio attento è quanto desidera il saggio.
Salmo: 67
Rit.: Hai preparato, ho Dio, una casa per il povero
Alleluia, Alleluia, Alleluia.
4 I giusti invece si rallegrano,
esultano davanti a Dio
e cantano di gioia.
5 Cantate a Dio, inneggiate al suo nome, Rit.
6 Padre degli orfani e difensore delle vedove
è Dio nella sua santa dimora.
7 A chi è solo, Dio fa abitare una casa,
fa uscire con gioia i prigionieri. Rit.
10 Pioggia abbondante hai riversato, o Dio,
la tua esausta eredità tu hai consolidato
11 e in essa ha abitato il tuo popolo,
in quella che, nella tua bontà,
hai reso sicura per il povero, o Dio. Rit.
Seconda lettura: Eb 12,18-19.22-24a
18Voi infatti non vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile né a un fuoco ardente né a oscurità, tenebra e tempesta, 19né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo udivano scongiuravano Dio di non rivolgere più a loro la parola. 22Voi invece vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all'adunanza festosa 23e all'assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti, 24a Gesù, mediatore dell'alleanza nuova.
Canto del Vangelo: Mt 11,29ab
Alleluia, alleluia!
28Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
29Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore,
Alleluia!
Vangelo: Lc 14,7-14
«Un sabato si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. 7Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: 8«Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, 9e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: «Cedigli il posto!». Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto. 10Invece, quando sei invitato, va' a metterti all'ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: «Amico, vieni più avanti!». Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. 11Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato»12Disse poi a colui che l'aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch'essi e tu abbia il contraccambio. 13Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; 14e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
OMELIA
La Lettera agli Ebrei afferma con forza che per entrare in contatto con Dio e quindi con la Vita stessa, non solo non è necessaria più alcuna mediazione gerarchica e plenipotenziaria, ma che la via da seguire non è più quella che punta dritta verso il cielo, bensì quella che passa per l'uomo. Insomma, siamo al consueto e folle paradosso evangelico: «Dio si incontra incontrando l'uomo e non incontrando Dio».
Gesù è venuto a liberare le coscienze in forza della consapevolezza che Dio suo Padre, non si trova sulla vetta della montagna, ma nell'incontro con l'uomo: "Nell'assemblea festosa" dei figli che si riconoscono tra loro fratelli (v. 22).
Si 'conosce' Dio 'conoscendo' l'uomo. E qui conoscenza ha tutta la portata evangelica che sappiamo, ossia di esperienza, passione e compassione.
È interessante notare come questa idea fondamentale nel Vangelo, tradita pressoché immediatamente dalla Chiesa nella storia, sia stata ripresa dal Concilio Vaticano II, ma purtroppo più come idea teorica che come opportunità di vera conversione:
«Il popolo di Dio è un popolo 'regale', non ha cioè né capi né re su di sé. È il popolo stesso re di sé stesso.
È un popolo sacerdotale, per cui non ci sono i preti fra lui e Dio perché lui stesso – il popolo – ha il sacerdozio. Siamo tutti sacerdoti in virtù del battesimo.
È un popolo profetico capace cioè di conoscere il futuro del regno di Dio, il futuro dell'uomo e non ha esperti che lo possa ammaestrare».
Dunque la Parola di questa domenica è tutta volta a rispondere alla domanda fondamentale: dove poter incontrare il nostro Dio?
Non in cielo, e non attraverso alcuna mediazione con i detentori del 'potere celeste' che a certe condizioni (morale, cultuale, rituale ...) si arrogano il diritto di aprire o sbarrare le sue porte (cfr. Mt 23, 13), ma nell'uomo assetato e affamato. Il Vangelo di oggi è inequivocabile a questo riguardo.
La società che viene qui auspicata, quella conforme al sogno di Dio, non è quella formata da un gruppo religioso – nella fattispecie quello cristiano – che grida "Viva Dio", o "io sto con Dio", ma quella dove a tutti è dato sedersi alla medesima mensa per poter fare festa, senza distinzione tra ricchi e poveri condividendo in maniera equa i frutti della terra che è madre e perciò di tutti. «Questo è l'esser cristiani. Il nome di Dio viene dopo. È meglio che non si pronunci, per ora, perché ci imbroglia, e perché reintroduce un'idea creata dalla classe del potere. Solo se io amo il povero posso pensare a Dio senza sbagliare. Se non penso all'uomo, penso a Dio sbagliando. Questa è la verità che viene dal Vangelo» (Ernesto Balducci).
CAMMINO DELLA SETTIMANA
Due spunti su cui meditare, a Voi cercarne altri:
• ".... invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; 14e sarai beato perché non hanno da ricambiarti."
• Si 'conosce' Dio 'conoscendo' l'uomo.