Questa forma di preghiera/meditazione aveva una grande importanza nel cammino umano e spirituale del nostro Padre Franco Gioannetti e quindi propose, negli anni 70 al nostro Gruppo Famiglie, di fare due incontri, di due giorni, presso l’Abazia di Novalesa a Susa (To) con il monaco benedettino Mons. Pio Tamburrino, il quale aveva, negli anni precedenti, partecipato alla sua riapertura, ed oggi è l’Arcivescovo Metropolita di Foggia e Bovino.
(vedi Meditazione Esicasta in questo sito)
-
Con questo incontro inizia il mio cammino personale con la Meditazione Esicasta che prevede, ad occhi chiusi, la ripetizione mentale, ritmata da un lento respiro, della frase:
-
“Signore Gesù, figlio di Dio, (durante l’inspirazione)
-
abbi pietà di me peccatore (durante l’espirazione)”.
Il momento della giornata da me dedicato a questo cammino è stato il tragitto fatto in treno, tutti i giorni, per recarmi al lavoro. Dopo tre mesi ho cominciato a cogliere i primi frutti del mio impegno volto alla concentrazione necessaria per poter meditare su questa frase.
Dopo un’anno erano sufficienti 3 -4 respiri per estraniarmi da quanto mi circondava e potevo dedicarmi alla meditazione.
-
Passano gli anni, la respirazione è più lenta, e con essa rallenta anche la ripetizione mentale della “frase” che diventa più breve:
-
“Signore Gesù (durante l’inspirazione)
-
abbi pietà di me (durante l’espirazione)”.
Ma l’oggetto della meditazione si arricchisce, ora sento anche il bisogno di meditare ogni settimana il Vangelo della domenica e/o anche di spunti evangelici emersi in occasione di incontri con altri fratelli in cammino e riguardanti aspetti aspetti umani e/o spirituali della vita.
-
Ora, dopo 40 anni, la respirazione è ancora più lenta e sento il bisogno di cercare l’essenziale. Così la “frase” è diventata:
- “O Dio (durante l’inspirazione)
- pietà di me (durante l’espirazione)”.
Rispetto al periodo precedente si sono aggiunte due esperienze che sento come un dono:
-
partecipare all’eucarestia come ad una meditazione: gli occhi chiusi (ma non nei momenti “sacrali e comunitari”) mi permettono di estraniarmi dai rumori ed da altri eventi che potrebbero distogliere l’attenzione dai contenuti della SS. Messa.
-
Sentir nascere in me una preghiera personale, ed essenziale, in cui primeggia la parola “DIO”, e ad essa seguono delle frasi che discendono da momenti di preghiera individuale e/o comunitaria.
La Meditazione di una vita,
è diventa Preghiera:
Lode e Gloria a te, o Dio,
che ci ami ancor più
di una Madre, di un Padre, di un Fratello.
Lode e Gloria a te, o Dio,
che ci guidi e sostieni
con la tua Parola.
Lode e Gloria a te, o Dio,
che ci testimoni
una vita di amore verso di Te e verso il creato.
Lode e Gloria a te, o Dio,
che ci perdoni
il poco amore, verso di Te e verso il creato.
Lode e Gloria a te, o Dio,
che ci proponi
di vivere una vita serena e felice.
Lode e Gloria a te, o Dio,
che ci proponi
di vivere in comunione con Te, con il prossimo e con il creato
Lode e Gloria a te, o Dio.
L’essermi lasciato condurre “per mano” in questo cammino porta ad un senso di serenità, di abbandono in “Chi” ci ama,
mentre l’esperienza comunitaria vissuta con i fratelli invoglia a continuare il cammino nella certezza di non essere mai soli!