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Domenica, 04 Febbraio 2018 17:01

Il clima e flora

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sintesi del Corso  

“La Palestina ai tempi di gesù” 

tenuto dal Prof. Dario Vota

La conformazione del rilievo e le forti differenze di altitudine fanno sì che in una terra tutto sommato così piccola (poco più di 200 km in linea N-S, un centinaio al massimo in linea E-W) il clima sia (e fosse anche in antico) abbastanza differenziato. Però qualche tratto comune c’è.

Tutta la regione appartiene alla fascia mediterranea sub-tropicale, toccata spesso dal vento dal mare (da SW) che d'estate porta un po' di frescura ogni tento e d'inverno la pioggia; in primavera e autunno soffia talvolta da est un vento secco e fastidioso; più raro, d'inverno, qualche accenno di vento da nord, portatore anch'esso di pioggia.

Le stagioni principali sono essenzialmente 2: l'inverno, con piogge intermittenti, a volte anche assai decise (con un po' di neve sugli altipiani) ma molte giornate di sereno; e l'estate, totalmente asciutta. Primavera e autunno tendono ad essere molto brevi.

E' chiaro perciò che con un regime di precipitazioni come questo, in una regione di pochi veri corsi d'acqua (comunque di poca portata), l'agricoltura fu sempre condizionata, fino a qualche decennio fa, dalla quantità di pioggia caduta in inverno (con la piccola aggiunta delle prime piogge autunnali in sett-ott. e delle piogge "tardive" di primavera in apr.-mag.): inverni con precipitazioni ridotte o scarse significavano penuria agricola, sorgenti e pozzi si inaridivano, le cisterne si prosciugavano, con problemi per gli animali domestici ma anche per le persone. L'agricoltura, in una regione così, ebbe sempre carattere precario: bastava per la sussistenza, ma solo in alcune aree più fertili (es. la valle di Yizre'el o Esdrelon e alcune aree della Transgiordania) poteva dare un sovrappiù da trasformare in ricchezza.

Il ciclo del lavoro agricolo cominciava con le piogge d'autunno: aratura e semina; in primavera si faceva il raccolto; poi la stagione secca faceva morire tutte le piante con poca consistenza legnosa, il cui seme però germogliava in autunno; le piante più consistenti sopravvivevano al calore estivo, ovviamente se non erano mancate le piogge invernali.

Anticamente montagne e altipiani erano abbastanza boscosi, ma lo sfruttamento delle risorse forestali era notevole: anche ai tempi di Gesù il bosco originario doveva essere ormai raro, era più frequente la macchia mediterranea mescolata ad alberi di alto fusto: tra quelli originari della regione: querce, terebinti, pino d'Aleppo, tamerisco e altri arbusti.

Il volto attuale della vegetazione è dovuto a grandi opere di disboscamento compiute dallo stato di Israele: zone completamente brulle si alternano ad altre assai boscose; ma rispetto all'antichità ci sono oggi specie nuove di piante, più resistenti alla siccità e più utili a uno sfruttamento economico: varie conifere, cipressi, eucalipti. La flora originaria ne è risultata così assai modificata.

Tra le piante da frutta c'erano e ci sono: olivo, vite, fico, mandorlo, melo, pero, noce, pistacchio, sicomoro; nelle zone a clima tropicale: dattero, banano (gli agrumi sono stati introdotti in età moderna).

L'agricoltura produce varie specie di cereali.

L'allevamento in antico puntava su caprini e ovini a ovest del Giordano; i bovini erano invece allevati soprattutto in Transgiordania.

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Letto 39974 volte Ultima modifica il Domenica, 04 Febbraio 2018 17:55

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