Esperienze Formative

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 65

Venerdì, 16 Gennaio 2015 17:33

Anno B: Mc 2, 1-17

Vota questo articolo
(0 Voti)

"La Messa, occasione di

... catechesi della Parola"

Vangelo di Marco

Scheda 3

Nei brani esaminati in questa scheda e nella prossima, sono descritte le prime discussioni di Gesù con gli scribi ed i farisei, e sono usate da Marco per chiarirci a poco a poco "chi è Gesù".

Gesù è colui che può eliminare la radice del male perdonando i peccati, è il medico che cerca i peccatori, è lo sposo messianico che che porta gioia agli invitati, è il padrone del sabato che antepone l'uomo alla legge. Marco mette in evidenza la crescente ostilità degli scribi e farisei verso Gesù.

Gesù, dopo alcuni giorni in luoghi deserti, rientra a Cafarnao ed annuncia "la Parola", la "buona notizia". C'è molta folla, gli portano un paralitico sorretto da quattro: nel testo originale non c'è la parola "persone": perché questa apparente dimenticanza?

L'immagine del paralitico vuole raffigurare l'umanità. A quell'epoca il numero quattro indicava, come anche per noi, i quattro punti cardinali, ed era un modo per dire "l'umanità", cioè tutta l'umanità al di fuori di Israele. Israele era la nazione eletta, la nazione santa; al di fuori c'erano i pagani che per gli ebrei erano esclusi dall'azione di Dio.

Sotto la figura del paralitico viene presentata l'umanità pagana e peccatrice che, sentendo questo messaggio di Dio che abbatte tutte le barriere, si rivolge a Gesù.

Nella cultura dell'epoca, per il paralitico non c'è guarigione. E portano a Gesù questo paralitico, scoperchiano il punto dove stava Gesù e glielo conducono davanti.

Si noti la reazione "strana" di Gesù: "Gesù, vedendo la fede loro, - la fede dei quattro - dice al paralitico: "figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati". Anche questo è strano: Gesù vede la fede di quelli che portano il paralitico, stranamente si rivolge a loro e non al paralitico, e invece di dirgli "Alzati, cammina, guarisci!", dice: "figlio, ti sono perdonati i peccati".

Sono dei racconti costruiti ad arte per trasmettere qualcosa di molto significativo. I quattro e il paralitico sono la stessa cosa: sono l'umanità, che da una parte è paralizzata, ma dall'altra ha questo desiderio di arrivare a Gesù. E Gesù, vedendo la fede dei quattro, dice al paralitico "figlio" - e "figlio" vuol dire che ha la stessa vita del padre, e quindi dice "figlio" al mondo pagano - e poi "i tuoi peccati ti sono cancellati".

La parola "peccato" usata qui, in greco significa "direzione sbagliata di vita": ma quando si incontra Gesù e si dà a Lui adesione e si cambia vita, il passato viene cancellato.

D'ora in poi, nel vangelo di Marco Gesù non usa più questa parola "peccato": userà colpa, sbaglio, mancanza, che vengono perdonate nella misura in cui si perdona agli altri. L'adesione a Lui perdona le colpe, ma poi si deve perdonare gli altri, e se si perdonano gli altri, i rapporti cambiano: è questo che Gesù vuole farci capire bene.

"C'erano lì, installati, seduti, gli scribi". Marco li fa comparire solo ora nella casa, per farci comprendere lo scontro tra la teologia ufficiale e l'insegnamento di Gesù.

"E pensavano nella loro mente: ma cosa dice costui?" - nemmeno lo nominano - "Bestemmia! Chi può perdonare i peccati se non Dio solo?" Sicuri di come si deve comportare Dio, vanno in crisi quando Dio interviene e non si comporta secondo le loro certezze. Eppure non sono persone cattive, sono persone che studiano la Bibbia e pregano, ma quando Dio si presenta non lo riconoscono. Vediamo qui, e lo vedremo ancora in seguito, che percepiscono la presenza di Dio quelli che la gente considera i lontani da Dio.

Allora Gesù li sfida e dice: "Cosa è più facile: dire a un paralitico: ti sono perdonati i peccati, o dire: alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina?". Il perdono dei peccati non può essere riscontrato, ma un paralitico che si alza e che cammina, sì.

"Il paralitico allora si alzò, prese il suo lettuccio ... e tutti quanti glorificavano Dio dicendo: «Non abbiamo mai visto una cosa del genere»".

Vedono che l'amore di Dio è esteso a tutti, pure ai pagani, e questa è una cosa mai vista prima, mai successa. Ma, soprattutto, Gesù concede il perdono saltando le condizioni che secondo gli scribi Dio stesso aveva dato per diventare puri. Per l'evangelista non è neces­sario che l'impuro peccatore si purifichi per esser degno di accogliere il Signore, ma è l'accoglienza del Signore che lo rende puro; la vera accoglienza diventa poi "conversione".

Dopo questo Gesù, così come ha chiamato i primi discepoli, chiama anche una persona che secondo la mentalità dell'epoca era esclusa dalla salvezza: un pubblicano, cioè l'esattore delle tasse. Erano degli esclusi, persone ritenute impure perché, essendo un mestiere che favoriva l'imbroglio, erano considerati dei ladri, delle persone immonde.

Nel vangelo di Matteo questo pubblicano si chiama "Matteo", nel vangelo di Marco si chiama "Levi", ma è un unico personaggio che Gesù chiama. I nomi sono diversi ma il significato che gli evangelisti vogliono dare è identico:

Matteo, in ebraico significa "dono di Dio", cioè la chiamata di Gesù non è frutto dei meriti dell'uomo, ma è una concessione gratuita dell'amore di Dio

• lo stesso si può dire per "Levi" perché il nome Levi richiama a una tribù che era stata esclusa dalla spartizione del Regno d'Israele, era la tribù rimasta senza terra.

L'evangelista vuol quindi far capire che anche per chi è ritenuto escluso dall'ambito di Dio arriva la chiamata come dono gratuito da parte di Dio.

La prima cosa che Gesù fa chiamando un peccatore al suo seguito, è fare un pranzo: cambiano completamente i parametri dell'incontro di Dio con l'uomo.

L'incontro con Dio, da parte dell'uomo peccatore, non deve essere più temuto perché è fonte di allegria, non ci sono minacce, rimproveri da parte di Dio, ma un pranzo.

In oriente, ancora oggi, si mangia tutti in un piatto comune: significa condividere la vita, e la vita di Gesù viene comunicata a quest'uomo.

In quell'epoca, durante i pranzi festivi, si mangiava sdraiati su dei lettucci, e in particolare si faceva nella notte pasquale per ricordare la liberazione. E potevano mangiare sdraiati soltanto i signori che avevano i servi. Per Gesù quindi sono tutti dei signori, tutti hanno la sua stessa dignità, egli invita le persone per innalzarle al suo stesso livello.

Ed entrano anche molti pubblicani e peccatori a tavola con Gesù.

"Allora gli scribi e i farisei..." ... dicono ai discepoli (non osano dirlo direttamente a Gesù !?!?) : «Come fate a seguire Gesù che è un impuro?», perché mangiando con i peccatori anche Lui secondo la legge diventa impuro.

"Avendo udito questo, Gesù disse loro: «Non hanno bisogno del medico quelli che sono forti, ma quelli che si trovano male: non sono venuto ad invitare i giusti, ma i peccatori»" e qui la traduzione letterale ci fa capire che per Marco i forti sono sono coloro che hanno una posizione di forza (citazione da Isaia 1,24 e altri versetti), e quelli che stanno male (citazione da Ezechiele 34,4) sono quelli sofferenti per l'indifferenza dei capi del popolo.

Anche qui, come già nell'episodio del paralitico, l'annuncio di Gesù è che l'amore di Dio viene dato gratuitamente, e soprattutto a chi ha più bisogno.

Ancora oggi ci sono delle persone che hanno questo atteggiamento errato - il lievito dei farisei, come lo chiama Gesù - ed evitano di avvicinarsi al Signore perché pensano o sanno di essere impure: ma proprio per questo devono avvicinarsi al Signore!

L'incontro dell'uomo peccatore con Dio non è quello sempre umiliante dell'analisi delle proprie infedeltà, ma quello sempre arricchente ed esaltante della grandezza dell'amore di Dio.

Questo è l'incontro con Gesù.

Filippo Giovanelli

Parrocchia di San Giacomo – Sala

Clicca qui per andare all'INDICE di questo TEMA:

"Il Vangelo di Marco: ANNO B"

in "La Messa, occasione di ... catechesi della Parola"

 

 

 

Letto 2182 volte Ultima modifica il Venerdì, 16 Gennaio 2015 18:57

Search