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Lunedì, 14 Maggio 2012 16:18

Salmo 115

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Canto profetico, messianico

5° salmo dell'Hallel

Ho creduto anche quando dicevo:

"Sono troppo infelice".

11 Ho detto con sgomento:

"Ogni uomo è inganno".

12 Che cosa renderò al Signore

per quanto mi ha dato?

13 Alzerò il calice della salvezza

e invocherò il nome del Signore.

14 Adempirò i miei voti al Signore,

davanti a tutto il suo popolo.

15 Preziosa agli occhi del Signore

è la morte dei suoi fedeli.

16 Sì, io sono il tuo servo, Signore,

io sono tuo servo, figlio della tua ancella;

hai spezzato le mie catene.

17 A te offrirò sacrifici di lode

e invocherò il nome del Signore.

18 Adempirò i miei voti al Signore

e davanti a tutto il suo popolo,

19 negli atri della casa del Signore,

in mezzo a te, Gerusalemme.

 

Leggi ora le seguenti righe orientative ed esplicative.

Questo" salmo 115" non è che la seconda parte della sezione precedente. II discorso continua per bocca dello stesso salmista, investito della medesima funzione esemplare di "tipo". Beneficato dal Signore, " tornato alla sua pace ", ora egli può guardarsi intorno con più serenità. Volgendosi indietro - ed ecco riaffiorare, alle sue spalle, Israele con tutta la sua storia - egli sente di poter affermare che anche quando, sotto il torchio della prova, si è lasciato andare allo sgomento ("sono troppo infelice") ed é stato troppo severo nel giudicare gli uomini, anche allora, nei momenti del buio e del deserto, non ha mai cessato di credere. Guardandosi in avanti, egli sente pressante l'imperativo morale di passare al discorso concreto dei fatti: "che cosa renderò al Signore?". In un ritornello su due versetti, che per due volte riempie di sé quest'ultima parte del salmo, egli risponde con la solennità sacra di un voto e di un rito, in cui il "calice della salvezza" e il "sacrificio di lode e l'invocazione del "nome del Signore" fondono la realtà profetica del seno con la realtà messianica significata, nella pienezza della liturgia pasquale appena celebrata "davanti a tutto il popolo di Dio". II salmista ancora una volta emerge. Come Melchisedek, dal nulla, e diventa storia, assurge a voce di Israele, di Cristo e della Chiesa. Non è più "un" servo, ma "il tuo servo, Signore, figlio della tua ancella". "In mezzo alla Gerusalemme" terrena la sua morte fu "preziosa agli occhi del Signore": il Signore ha spezzato nel Risorto le catene della morte e del peccato. "L'Agnello che sta in mezzo al trono" nella Gerusalemme celeste "adempirà i suoi voti al Signore davanti a tutto il suo popolo" "moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua". (Ap 7, 9)

Dopo aver letto queste righe attentamente confrontale con il salmo. Quindi interiorizzalo.

Riferisciti ora al N.T.

Animati da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: "Ho creduto. perciò, ho parlato", anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che Colui il quale ha risuscitato il Signore Gesù risusciterà anche noi con Gesù, e ci porrà accanto a lui insieme con voi... affinché la grazia, ancora più abbondante moltiplichi l'inno di lode alla gloria di Dio. 2 Cor 4,13-14.15.

Concludi con la colletta salmica.

Preghiamo

Sei tu, Signore, a sorreggere la nostra fede quando ci sentiamo sopraffatti dalla prova: accogli in cambio, dalla povertà dei tuoi servi, l'offerta sincera del sacrificio di lode.

 

 

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Letto 4061 volte Ultima modifica il Venerdì, 03 Gennaio 2014 18:14

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