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Sabato, 25 Settembre 2004 21:08

Vuoi fare deserto on line? 13

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“Padri del deserto”


Cara visitatrice, caro visitatore, ti preghiamo, se vuoi fare deserto, di seguire sempre le indicazioni della pagina fissa. Le pagine che seguono ti daranno ora un breve quadro dei grandi chiamati: “monaci”, “eremiti”, chiamati “padri del deserto”!


Per te essi non sono una proposta, sono una luce per capire il senso profondo del “deserto”.

S. Paolo di Tebe

Paolo nasce da famiglia ricchissima, nel 228, sotto l’impero di Alessandro Severo, nella Bassa Tebaide. Scoppiata la persecuzione di Decio, Paolo vende i suoi beni e dona il ricavato ai poveri ritirandosi in una sua casa di campagna, isolata e lontana da tutti; ma deve allontanarsi anche di là.

Si rifugia in una grande spelonca, dove rimane fino all’età di 113 anni, nutrito miracolosamente da Dio con il pane, che ogni giorno un corvo gli porta.

Commovente è l’incontro con un altro eremita, l’abate Antonio; Paolo dapprima non vuole che il visitatore entri nella sua grotta, ma poi cede e il pellegrino si intrattiene con lui ricevendone e dandogli il bacio di pace.

Paolo sarà sepolto dallo stesso Antonio, dopo che questi l’avrà avvolto nel mantello, ricevuto in dono da Atanasio.

S. Antonio Abate

Di solito, sant’Antonio viene rappresentato con degli animali ai piedi: questo non perchè egli sia il patrono degli animali, quanto piuttosto perchè nella sua vita è stato molto tentato dalle seduzioni del peccato.

Antonio nasce a Coma, nel 150, da famiglia nobile, ricca e cristiana. I suoi genitori muoiono quando ha vent’anni, lasciandolo con una sorella più giovane.

Sollecitato dalla parola del vangelo, Antonio vende i suoi beni, li dà ai poveri, sistema la sorellina presso alcune monache e segue Cristo nel deserto. Quelle tentazioni, che già si erano fatte sentire, aumentano sempre di più, ma egli è forte e vi resiste.

All’età di 35 anni, Antonio si ritira in un castello abbandonato sulla riva orientale del Nilo; qui la gente accorre, in cerca di quiete e di pace.

Muore, ricco di meriti, all’età di 105 anni.

L’abate Antonio è considerato uno dei più grandi santi del deserto; la sua festa si celebra il 17 gennaio.

Non è, come spesso si pensa, il patrono degli animali. È invece il padre della vita monastica in sè e della vita religiosa in generale.

S. Ilarione di Gaza

Uno dei discepoli più celebri di Antonio è Ilarione di Gaza. Nasce da genitori pagani, che lo mandano a completare gli studi ad Alessandria d’Egitto; vive per due mesi con Antonio e a 15 anni ritorna in patria. Attratto dal fascino della vita eremitica, dopo aver distribuito i suoi beni ai poveri, decide di vivere in solitudine.

Trascorre la vita in continua preghiera, in aspre penitenze e tormentato da violente tentazioni diaboliche. L a fama della sua santità si diffonde rapidamente dovunque, ed egli incomincia a pellegrinare per liberarsi dai devoti che non gli concedono pace. Ilarione muore nell’isola di Cipro, all’età di 80 anni.

S. Palemone

Palemone vive nella Tebaide, una zona dell’Egitto, è assai austero, si ciba di un pò di pane e sale e trascorre metà della notte in preghiera e meditazione. Egli giustifica la sua vita dicendo che i martiri hanno dovuto subire fino alla fine i tormenti sopportati per la fede in Cristo e che quindi egli poteva ben sopportare le piccole miserie che gli erano mandate.

Era maestro di Pacomio il grande, il quale non lo abbandonò mai; anzi quando Palemone alla fine dei suoi giorni rese l’ultimo respiro, fu proprio Pancomio a dargli sepoltura. La sua vita è il seguente insegnamento: “la mente ed il cuore debbono essere rivolti a Gesù”.

S. Pancomio

Ed eccoti un’altra grande figura, Pancomio, il discepolo di Palemone. Nasce in Alto Egitto nel 287, da genitori pagani. A circa 20 anni è costretto ad arruolarsi nelle armate imperiali e, giunto a Tebe, viene gettato in prigione. Qui esperimenta la carità di alcuni cristiani, i quali con il loro esempio lo portano a scegliere Cristo. Rimesso in libertà, Pancomio decide di vivere con il vecchio Palemone. Ma un giorno, in cui si era ritirato a pregare nel deserto di Tabennesi, gli giunse dal cielo una voce che gli disse: “Pancomio, lotta, fermati qui e costruisci una dimora poiché moltissimi uomini verranno a te e ti seguiranno...”.

Fu così che Pancomio diede inizio ai monasteri del deserto.

Cosa puoi fare tu per seguire meglio il Cristo!

Le “laure” di S. Saba

Mentre si moltiplicavano monasteri di Pancomio, molti eremiti continuavano a vivere in solitudine. Alcuni di questi erano raggruppati in villaggi pur vivendo in celle separate e lontane le une dall’altre, si radunavano una volta la settimana per pregare insieme.

Questi villaggi eremitici si chiamavano «laure».

Io ho visto la laura di san Saba, sulle rive del Cedron. Saba era nato a Cesarea di Capadocia nel 439. Nel 478, in occasione di un viaggio a Gerusalemme, si fermò nella valle de Cedron, installandosi in una grotta abbandonata. Qui passò alcuni anni in aspra solitudine, finché cominciarono ad arrivare i primi seguaci, che occuparono le grotte circostanti. Ebbe così inizio la «grande laura» di san Saba.

S. Basilio

Basilio è un altro grande padre del deserto, della chiesa orientale. Egli, a differenza di Pancomio, dà molta importanza alla vita comunitaria, perché solo in essa, egli dice, si possono esercitare le virtù cristiane, particolarmente la carità. Basilio vede la vita contemplativa intimamente legata alla vita attiva: l’eremita deve anche occuparsi del prossimo e promuovere opere di misericordia verso i deseredati.

Ma non solo: egli deve anche studiare le Sacre Scritture per alimentare la propria vita spirituale. Mi sembra che qui ci possa essere riassunta la tua vita; nell’amore di Dio e dei fratelli; ogni deserto diventa luogo di incontro e di purificazione per essere introdotti nella terra promessa.

 

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Letto 3522 volte Ultima modifica il Domenica, 01 Gennaio 2012 18:06

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