Non c’è soltanto un vuoto al centro della famiglia o della comunità dove Dio abita, ma c’è un vuoto al centro del mio essere, dove Dio può piantare la sua tenda.
Io sono una creatura cui Dio dona continuamente l’esistenza.
Al centro del mio essere non ci sono soltanto io e tanto meno vi sono solo.
Al centro del mio essere c’è Dio.
II° MOMENTO
Nella storia della spiritualità l’umiltà ha avuto vicende molto diverse.
A noi interessa la testimonianza delle persone spirituali che la conoscono per esperienza.
“Non l’ascesi, non le veglie, né alcun’altra fatica salvano, ma soltanto l’umiltà sincera”
(Apoftegmi, Teodora 6)
“Anche senza le opere, l’umiltà ottiene il perdono ...invece senza l’umiltà le opere non sono di alcun profitto”
(Isacco il Siro, Prima Collezione 72)
“L’Umiltà è la (Virtù) panaretos, la “Tutta virtuosa” cioè la virtù che contiene tutte le altre”
(Basilio di Cesarea)
III° MOMENTO
Cerchiamo di vedere l’umiltà nella prospettiva di uno “Stato di umiltà”.
Lo stato di umiltà è una condizione di abbassamento, una condizione in cui ci si trova “terra terra”. (n.b.: humilitas da humus terra).
Una condizione essenziale perché possa nascerne una virtù.
Ricordiamo qui una frase di S. Bernardo da Chiaravalle:
“Senza un abbassamento molto concreto non c’è umiltà”.
S. Paolo ha messo in luce questo abbassamento nella lettere ai Filippesi.
“Egli si è abbassato, per questo è stato innalzato” (Fil 2, 5-11).
Un dulice movimento che Gesù ha più volte indicato ai suoi discepoli :
“Chi si abbassa sarà innalzato” (Mt 23, 12; Lc 14, 11; 18, 14).
IV° MOMENTO
Umiltà di Gesù: un vero e proprio cammino di salvezza, la cui prima tappa è un abbassamento. È un cammino pasquale a cui, alla sequela di Gesù, tutti siamo chiamati. Un cammino ovviamente segnato dalle tentazioni.
Diceva Antonio il Grande:
“Togli le tentazioni e nessuno sarà salvato”.
Perché è nel cuore della crisi che nasce, dono dello Spirito, l’umiltà autentica che permette di traversare le tentazioni con il minimo rischio.