Nel suo libro “L’arte di amare” E. Fromm afferma che la contemplazione è la più alta attività dell’uomo.
Attività che ha la sua sorgente nell’amore inteso come “potere attivo” della persona.
Cosa è il “potere dell’amore”?
E’ il suo dinamismo, la sua forza umile ed incontenibile che spinge la persona ad uscire da se stessa, dalle sue maschere, dalle sue chiusure, dalla sua solitudine, per condurla ad un incontro, che dà vita, con un “tu” che viene accolto non come uno straniero, di cui sospettare, ma come un compagno, come un amico; ad una scoperta, in un clima “riscoperto” di fraternità, di ciò che abita il suo mondo, ed infine alla conoscenza di quel Dio che percepito come “il totalmente Altro”, tuttavia, allo stesso tempo, è sentito anche come l’Emmanuele “il Dio con noi”.
Fromm dice che è un “potere attivo” e con questo ne specifica il carattere totalizzante; perché chiama tutto l’uomo: spirito, anima e corpo.
La contemplazione ha dunque la sua sorgente nell’amore e rivela il volto intimo e profondo della persona e ne promuove la sua intera umanità.
Questo non significa che sia una realtà dotata di crescita spontanea, ma è piuttosto una realtà bisognosa di promozione e di educazione.
Si tratta dunque di un cammino articolabile in tre momenti:
- il silenzio, l’ascolto, la solitudine