Esperienze Formative

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 65

Giovedì, 26 Ottobre 2006 23:31

Agiamo e testimoniamo, a Dio e ai fratelli, i nostri “valori” della nostra vita?

Vota questo articolo
(1 Vota)

Capitolo 8

  INDICE:

8.0.0 Premessa per l’Animatore

         TAVOLE E GRAFICI

8.1.0 Accoglienza
8.2.0 Esercitazione su: Tra coloro che condividono una proposta, quanto poi la concretizzano?

8.3.0 "La Bibbia ci propone..": Se abbiamo aderito al progetto d'Amore di Dio, come possiamo scegliere la direzione verso cui indirizzare la nostra azione? Il Discernimento.

8.4.0 Conclusioni dell’incontro

8.5.0 Da Partecipanti ad Animatori

8.0.0 Premessa per l'Animatore

8.0.1 Finalità


E' il momento dell'azione!

Nel capitolo precedente abbiamo percorso un cammino che ci ha sollecitato a scegliere, alla luce della Bibbia, con l'aiuto della comunità dei Santi e “secondo coscienza” i “valori” su cui fondare la nostra vita.

Essi sono la colonna portante della nostra fede, ... essi sono i nostri punti di riferimento, le intenzioni su cui basare il nostro “vivere”, nonostante le nostre debolezze ed incoerenze.

Dobbiamo decidere:

- se vogliamo camminare verso la pienezza di un rapporto con Dio

- se siamo disposti ad annunciare il messaggio di Dio

- “se siamo pronti a rispondere sempre a chiunque vi domanda ragione della speranza che è in voi ...” (1Pt 3,15)

- se abbiamo il coraggio di sforzarci a testimoniare a Dio e al prossimo la coerenza delle nostre azioni con i valori che abbiamo “scelto”!


8.0.2 Problema

- Nuovamente dobbiamo dire che la nostra stessa natura umana, le abitudini e i valori che la nostra società ci propone sono d'intralcio al nostro cammino verso una vita vissuta con coerenza.

- Non sono più un valore:

- le scelte per la vita

- le azioni che discendono dai valori proclamati

- non c'è più tempo per il fermarsi per rivedere criticamente i valori scelti e poter così essere sempre in cammino verso una conoscenza più piena di Dio, da cui nasceranno sempre nuove “azioni” coerenti.

Il relativismo dei valori fa si che l'uomo, convinto che tutte le ideologie in fondo propongono le stesse cose, rinuncia ad un confronto costruttivo per ascoltare solo se stesso.


8.0.3 Messaggio di fondo

Il percorso fatto può riassumersi in tre tappe:

- è iniziato dalla conoscenza di noi stessi e degli altri, e di Dio.

- poi si è riflettuto sulla necessità di andare “al cuore” delle persone con le quali si entrava in relazione

- ora ciascuno deve decidere su cosa/chi e come rivolgere la sua testimonianza/azione.

Nessuno si aspetti di sentirsi dire: devi fare questo, e non quest'altro! Se qualcuno lo fa, diffidate!

Ciascuno deve imparare a “vedere” da sè i “bisogni”, le emergenze” di chi ci sta vicino; e poi ... “vedere” con umiltà i propri talenti e fare la scelta di una azione coerente, possibilmente assieme alla propria comunità.

Ciascuno deve imparare a pregare Dio, perchè lo aiuti a trovare la strada giusta per mettere a frutto i talenti che ha ricevuto e poter così realizzare il progetto che Dio ha fatto per lui.


8.0.4 Tempo 2 ore e 30 min.
1. Finalità dell’incontro 10 min.
2. “Esercitazione su: ” e conclusioni 60 min.
3. “La Bibbia ci propone” 60 min.
4. Conclusioni 20 min.


8.0.5 Materiale di supporto
[conduce un Partecipante]

Dovrà assumersi la responsabilità di questa fase e procurare:

per “esercitazione su” :

- per ogni partecipante una copia del grafico “Dalla proposta all'azione” (All. 8 / A)

per la “Bibbia ci propone”:

- per ogni partecipante un foglio con i brani della Bibbia sui quali si propone riflettere, oppure ciascuno si porta la propria Bibbia. (All. 8 / B)

Spunti per le conclusioni

Non dobbiamo dimenticare che l'”azione” deve tener conto delle realtà che ci circondano. La Bibbia è molto esplicita circa il rischi di scandalizzare gli “altri”. Anche da un punto di vista strettamente umano: solo rispettando l'altro, si può richiedere un'analogo comportamento.

Ma non bisogna mai rinunciare a proclamare i propri valori con l'azione.

Quindi valutiamo con serenità la realtà nella quale siamo inseriti:

- le chiese cristiane sono inserite. in certi casi, in contesti ove esse sono formalmente “chiese di stato”, mentre in altre esse sono perseguitate.

- I credenti vivono la loro fede in maniera diversa; abbiamo chi preferisce forme molto legate all'ortodossia e chi preferisce cercare nuove esperienze.

Trasversalmente le suddette situazioni si calano in una realtà più o meno pervasa da un laicismo culturale e/o pseudo-religioso.

Le statistiche ci dicono che solo un 5% dei credenti cerca di testimoniare attivamente la propria fede; altrettanti possono dirsi vicini, ma “saltuari”. Eppure in Italia la percentuale dei battezzati è enorme.

Questa scarsa propensione all'impegno non deve stupirci, ne demoralizzarci perché fa parte della natura umana.

Coloro che agiscono: con l'azione, la preghiera, ecc. sono sempre una minoranza. Chi crede sa però di poter fare affidamento in Dio!

oooooooooo

GRAFICI - TAVOLE

All. 8 / A

DALLA PROPOSTA ..... ALL'AZIONE

SE UN MESSAGGIO È TRASMESSO A 100 PERSONE VIENE:

PERCEPITO SOLO DA 70 PERSONE

COMPRESO DA 50 PERSONE

ACCETTATO DA 30 PERSONE

RICORDATO dopo 15 min DA 20 PERSONE

RICORDATO dopo 1 gg DA 10 PERSONE

ACQUISTANO: 5 PERSONE!!!!!!!!!!!!


All. 8/B

Esempio di possibili letture

  • |___| 2Co 5,14-15 (l'amore di Cristo ci spinge ad amare gli altri)
  • |___| Gv 8,12 (da come vi amate, vi riconosceranno miei discepoli)
  • |___| Lc 10, 25-37 (il buon Samaritano)
  • |___| Mt 21, 12-13 (i mercanti nel tempio)
  • |___| Is 12, 4-6 (lode a Dio)
  • |___| Lc 11, 28 (Beati coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica)

oooooooooo


8.1.0 Accoglienza
[ conduce un Partecipante]


Arrivo dei partecipanti

Ad accoglierli sarà un Partecipante.
Si tratta come sempre di vivacizzare “fraternamente” questo momento dell'incontro (10-15 minuti).
Se vi sono dei nuovi partecipanti è necessario fare la presentazione (vedi primo incontro).

- Spiegare le finalità dell’incontro

La volta scorsa abbiamo “tirato le somme”, per verificare se questo nostro cammino ci ha fatto crescere.

Ora, in questo ottavo capitolo, dobbiamo riflettere su come DECIDEREMO di testimoniare con la nostra vita i valori che abbiamo condiviso.

Qualsiasi decisione il singolo, o la coppia, prenda non deve originare degli stati d'animo di:

- orgoglio per aver dato più di tutti (ricordiamo l'obolo della vedova)

- dispiacere perchè avresti voluto e potuto fare di più, ma la tua reale situazione attuale non te lo permette (il buon samaritano poteva anche fermarsi a curare, di persona, il malcapitato

- senso di colpa, di fallimento che lo escludano definitivamente dalla comunità dei santi per non aver dato un'adesione al progetto di Dio (verso il giovane ricco Gesù manifesta dispiacere non condanna, e la certezza (speranza) che anche lui potrà “passare attraverso la cruna di un ago”. Inoltre chi ha partecipato attivamente a tutta questa serie di incontri, anche se non è passato all'azione, è sicuramente “cresciuto”, come tutti gli altri partecipanti e ha ... aiutato gli altri a “crescere”!

Passare all'”azione” significa essere pronti nella nostra vita a dire SI! al progetto di Dio contribuendo ad esso con i talenti che Dio stesso ci ha dato. La nostra responsabilità è quella di scoprirli ed usarli al meglio. Ricordiamo la parabola della chiamata al lavoro dei vignaiuoli!

Abbiamo sin qui detto: passare all'”azione”. Che non vuole dire: agire, agire, fare, fare, .....

Al termine “azione” dobbiamo dare un significato molto più profondo.

Attenzione.

Un incontro di questo tipo potrebbe essere finalizzato a decidere il lavoro pastorale della propria parrocchia, o quello di un gruppo famiglie. In tal caso, in precedenza, doveva essere deciso comunitariamente lo scopo di questo momento e la scelta delle letture della Bibbia, su cui meditare, affinché fossero in sintonia con i bisogni e/o le priorità.


8.1.1 Momento comunitario

Il cammino fatto dovrebbe consentirci di dialogare sempre più “pienamente” con Dio.

Abituiamoci a chiedere la sua presenza come Spirito Santo.


- Breve invocazione dello Spirito Santo (ad esempio):

Vieni , Santo Spirito,

manda a noi dal cielo un raggio della tua luce.

O luce beatissima, invadi nell'intimo il cuore dei tuoi fedeli.

Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi santi doni.

Amen

- Breve lettura

ad esempio:


|___| Mt 19, 16-30 ( Gesù incontra un giovane ricco)
|___| Mt 7, 24-27 (Le due case)
|___| Mt 13,18-23 (Il seminatore)
|___| Gv 4,46-54 (Gesù guarisce il figlio di un funzionario)
|___|


8.2.0 Esercitazione su:

Tra coloro che

condividono una proposta,

quanti poi la concretizzano?

8.2.1 Svolgimento

[conduce un Partecipante]

Nel precedente incontro abbiamo visto che su 100 persone, alle quali era stato proposto un messaggio pubblicitario, solo 30 avevano detto di condividerne il contenuto; e di quest'ultime solo 1 su 3, il giorno successivo ricorda di quale prodotto si stesse parlando.

- Distribuire, ai partecipanti, la scheda 8/A

- Spiegare la scheda 8/A.

Si tratta della stessa scheda dell'incontro precedente, che riguardava un'indagine sul comportamento delle persone difronte ad una comunicazione pubblicitaria, con l'aggiunta dell'ultima voce.

Ricordiamo qui di seguito il significato dei singoli item:

“MESSAGGIO TRASMESSO”

= è una comunicazione pubblicitaria proposta dai media (essa verrà guardata,

sentita)

“VIENE PERCEPITO”

= il messaggio viene visto, ascoltato (.. parla di ...)

“VIENE COMPRESO”

= il messaggio viene capito (si! Ho capito cosa vuole dirmi)

“VIENE ACCETTATO”

= il messaggio viene accettato (si! Ha proprio ragione)

“VIENE RICORDATO dopo 15 min”

= dopo 15 minuti il messaggio è ancora ricordato

“VIENE RICORDATO dopo 1 gg”

= dopo 1 giorno il messaggio è ancora ricordato

“VIENE ACQUISTATO”

= nel corso dei 7 gg successivi il prodotto pubblicizzato viene acquistato

Delle 100 persone iniziali solo 5 acquistano, nell'arco della settimana successiva, il prodotto proposto.

Invitare i partecipanti a riflettere su questo comportamento umano e a fare gli opportuni parallelismi e distinguo rispetto ad una situazione nella quale entrano in relazione con le altre persone (parenti, amici, conoscenti, estranei, oppure ... valori, ideologie, ecc.).

Altro aspetto importante nell'esperienza commerciale è la “FEDELTÀ alla marca (o al distributore)”, che viene sviluppata con sconti, tessere a punti, ecc. e non sempre si bada alla qualità del prodotto, o almeno ad un equo rapporto qualità/ prezzo. Le strutture di distribuzione e le aziende produttrici speculano anche sull'inerzia dei clienti a cambiare le abitudini d'acquisto e sul loro scarso senso critico.

Che importanza diamo alla “FEDELTÀ” nei nostri rapporti interpersonali e verso i valori prettamente umani nei quali crediamo? Quanta di questa “fedeltà” in realtà è inerzia?

Siamo disposti a “crescere” come persone, sviluppando un senso critico che passa attraverso la ricerca di informazioni e la formazione permanente?


8.2.2 Dibattito

[ conduce un Partecipante]

- Lasciare circa 5 minuti di riflessione individuale.

- Aprire il dibattito tra i partecipanti


Il Moderatore, ove necessario, stimolerà il dibattito.


8.2.3 Conclusioni sull’“esercitazione”
[ conduce un Partecipante]

Le conclusioni, come sempre, devono in primo luogo prendere spunto dagli interventi dei partecipanti.

Essi possono aver evidenziato che:

Vi sono decisioni e decisioni, quelle per la vita e quelle che si devono adattare alle situazioni correnti; ... un classico delle “coscienze divise”

“Tra il dire ed il fare ...”; mi sono convinto che fare ginnastica mi fa bene, che andare a concerto mi solleva lo spirito, che imparare una materia interessante mi apre nuovi orizzonti, che aiutare gli altri aiuta innanzitutto me stesso, ecc. ; e l'ho fatto! La proposta era stata fatta a molti, ma ci siamo ritrovati in pochi.

L'impegno preso comincia a diventare pesante per molti motivi: in quanto tale, la stanchezza fisica e/o mentale. E si abbandona.

Vi può essere un ripensamento sulla scelta delle motivazioni che ci hanno portato ad agire, e va bene.

Ma l'importante è non rinnegare i giusti valori, che si continuano a condividere, per motivare un nostro abbandono. Molto più corretto verso noi stessi e verso gli altri se ammettessimo pubblicamente: “io al momento non ci riesco, ma voi continuate perché questa è la scelta giusta”.

 

8.3.0 La Bibbia ci propone:

Agiamo e testimoniamo,

a Dio e ai fratelli,

quanto abbiamo interiorizzato?


Il discernimento

Quanti siano gli uomini e le donne, di buona volontà, che passano all'azione ... alla testimonianza coerente della propria vita non è facile saperlo.

Gesù stesso ci dice “la messe è tanta gli operai sono pochi”; e con questo probabilmente vuole dirci di:

- attivarci sì, ma non di angosciarci,

- testimoniare la nostra pochezza e la Sua misericordia infinita.

- annunciare la Sua testimonianza, non la nostra

Il nostro agire è indirizzato verso Dio e verso i bisogni del prossimo; ma deve anche tener conto dei “talenti” che abbiamo ricevuto.

A volte, sopraffatti dall'emergenza, da aspetti emotivi, dalle tradizioni, ecc., rivolgiamo le nostre energie verso impegni che sono per noi delle forzature. Certo, è qualcosa di eroico, che può coinvolgerci per un'emergenza più o meno lunga; ma il meglio di sé viene dato trovando il giusto equilibrio tra i propri talenti e la testimonianza della propria vita.

Quante volte abbiamo trovato persone che realizzano impegni encomiabili, ma sono freddi /stanchi perché ciò che fanno rappresenta una forzatura del loro essere.

Il discernimento ci aiuta ad individuare, con l'aiuto dello Spirito Santo, qual'è l'impegno più consono ai talenti che abbiamo ricevuto affinché la nostra umile e incerta luce possa rischiarare la strada nostra, e dei fratelli.

Qui di seguito troverete una introduzione sul tema in oggetto tratta dal Sito “Discernimento” che Vi invitiamo a visitare per un'approfondimento.


IL DISCERNIMENTO DONO DELLO SPIRITO

di Maria Nives Zaccaria

1. Che cos'è

In senso generale, il discernimento è un giudizio sulla qualità delle cose, che porta a separare quelle buone da quelle cattive.

Esiste un discernimento umano, secondo la carne, fatto secondo criteri scelti dal mondo (es. il successo, la ricchezza, il potere, la bellezza ... )

Ed esiste un discernimento spirituale, fatto dal credente, secondo i criteri suggeriti dallo Spirito.

Per avere un vero discernimento spirituale, occorre uscire dalla prigionia della carne ed entrare nella vita secondo lo Spirito.

2. Il discernimento spirituale

Esso consiste in un atto di giudizio nella fede fatto dal credente.

Giudicare nella fede significa: giudicare da uomini spirituali (cfr. 1 Cor 2,15), le situazioni concrete della vita personale, della vita del gruppo, per distinguere ("discernere") le vie di Dio e orientare le proprie azioni verso di esse.

3. "Per distinguere le vie di Dio"

- Il dono del discernimento permette innanzitutto di cogliere dentro di noi se in una certa idea/ ispirazione / mozione ad agire c'è la presenza di Dio oppure no.
Avere questa sensibilità è molto importante per la vita del cristiano, perché spesso si tende a percepire come segno della volontà di Dio ciò che invece non lo è.
Essa ci fa percepire una parola o un fatto come mozione di Dio in noi e per noi e ci aiuta ad assecondarla senza alterarla in alcun modo.

- Questo dono permette anche di riconoscere l'azione vera della Grazia, distinguendo gli impulsi che da essa provengono dagli inganni del demonio, che talvolta può presentarsi sotto le apparenze del bene.
"Carissimi, non credete ad ogni spirito, ma discernete gli spiriti che sono da Dio, poiché molti falsi profeti sono passati al mondo" (cfr. 1 Cv 4, 1).
In questo caso si tratta del discernimento degli  spiriti, che lo Spirito ci dona per farci affrontare vittoriosamente la lotta tra la carne e lo Spirito".

Confronta Catechismo della Chiesa Cattolica, nn 2846-2849.

4. E' il dono dei doni

Senza il discernimento, infatti, non si può vivere nella piena conoscenza della volontà di Dio. Confronta Rm 12,2; Le 12,56; 1 Gv 4, 1.

Esso è una necessità che si impone ai cristiani maturi, poiché la volontà di Dio non è sempre percepibile attraverso l'applicazione di principi e regole generali.

Esso non è una capacità naturale, ma la capacità donata dallo Spirito che educa il cuore, dandogli quella particolare sensibilità, che la carne non possiede, di captare la presenza di Dio e cogliere le mozioni della Grazia.

 

6. Criteri che guidano il discernimento spirituale

Nel discernimento spirituale lo Spirito Santo viene in aiuto al credente fornendogli i criteri per discernere. Essi sono contenuti nella Parola di Dio.
L' uomo è debole a causa del peccato e la sua debolezza gli impedisce di fare un discernimento autentico, poiché egli non sa neppure che cosa è bene e che cosa è male. Prima del peccato dirigeva i suoi desideri verso Dio, dopo verso di sé e le creature. Lo Spirito viene in aiuto alla sua debolezza capovolgendo la direzione dei suoi desideri:

- fornisce i criteri del discernimento che sono contenuti nel Vangelo e nella Parola di Dio, così che l'uomo impara ad orientarsi verso la volontà di Dio;

- interviene nella lettura, donando l'interpretazione "secondo lo Spirito"

- educa il cuore alla riflessione e a confrontare la propria vita sulla Parola.

7 Come assecondare l'azione dello Spirito

L' ascolto dello Spirito richiede il silenzio del cuore. Occorre pertanto abituarsi a far tacere i nostri pensieri, i nostri desideri, quel tumulto di passioni che occupano il nostro cuore. E' un lavoro paziente, ma necessario, che il Signore ci aiuta a fare nella preghiera umile e sincera.

Bibliografia

Beck p. Tommaso - Giovanna Della Croce, Il discernimento dono dello Spirito, ed. Delioniane, Bologna 1986.

[1 Molto utile per studiare questo argomento è il fascicolo n. 191 del Servizio della Parola, ed. Queriniana, Brescia, settembre 1987. E fascicolo è interamente dedicato al discernimento.Per quanto riguarda il discernimento nella tradizione biblica, vedere i seguenti articoli:

- Boggio Giovanni, Il discernimento nell'Antico Testamento, pp. 10- 19. 
- Fabris Rinaldo, Discernimento ecclesiale e dono dello Spirito negli Atti, pp. 19-24.
- Lanza Sergio, Come Paolo esercita il discernimento e invita i cristiani a fare altrettanto, pp. 24-30.
- Vanni Ugo, Discernimento e comunità negli scritti giovannei, pp. 31-37.
- Maggioni Bruno, I vangeli sinottici: situazioni e modalità di discernimento, pp. 37-41.
Seguono una II sezione sul discernimento lungo la storia, fino a Concilio Vaticano Il (artic. di mons. Luigi Bettazzi); e altre due sezioni sui presupposti e sulla metodologia dei discernimento, con particolare attenzione al discernimento in comune.

- Si veda inoltre il già citato volume sul Discernimento degli spiriti di Pedro Gil CP, ed. RnS, Roma.

 

IL CARISMA DEL DISCERNIMENTO

1. Il discernimento è un dono e una necessità per tutti.

2. Ad alcuni viene donato come carisma, cioè come capacità particolare di:

- distinguere la verità dall'errore;

- di cogliere ciò che è giusto fare nelle singole situazioni;

- di trovare la volontà di Dio;

- di discernere gli spiriti, discriminando la vera e la falsa manifestazione dello Spirito per l'edificazione della comunità.

Esso è menzionato esplicitamente in 1 Cor 12, 10,

3. Come dono carismatico è utile all'esercizio di ogni ministero.

In particolare va posseduto da chi svolge un compito di autorità e di guida e quindi ha un ministero che lo obbliga a discernere tra veri e falsi profeti, tra veri e falsi fedeli.

Esso permette di cogliere la presenza del "vero Dio" in ogni situazione, o in una ispirazione, o in una preghiera.

Lo si può definire come una particolare illuminazione che permette di giudicare la rettitudine delle parole e delle opere.

Una luce che si ottiene in preghiera.

Un dono che lo Spirito dà agli umili e ai puri di cuore.

E' di grande utilità per la crescita del gruppo, sia perché permette di assecondare l'azione che lo Spirito vi compie, sia perché aiuta a conoscere le opere dei nemico che dobbiamo combattere.

4. Come esercitarlo

Una regola è data da San Paolo in 1 Cor 12,1

Lo Spirito dona il fondamento del discernimento: riconoscere in Gesù di Nazareth - morto in croce -il Figlio di Dio.

Da questo deriva ogni altro discernimento.

5. Per crescere questo carisma richiede:

- la coltivazione di qualità umane come l'intuizione. l'analisi, l'equilibrio;

- l'apertura allo Spirito;

- un profondo e continuo rinnovamento interiore.

SCHEDA PER LA VERIFICA PERSONALE

A volte l'animatore si trova davanti a problemi del genere:

- Tacere o parlare?

- Come conciliare l'amore con la verità? La giustizia con la mitezza?

- Come portare a Dio il fratello che sembra volersi allontanare?

- Come fare certe correzioni senza inasprire gli animi e provocare reazioni peggiori?

In questi casi il dono del discernimento aiuta a trovare il comportamento adatto.

Esso porta la capacità di conformarsi a misura del fratello, in modo da non chiedergli più di quanto il Signore vuole da lui in quel momento.

Il discernimento consiste, in questo caso, nella capacità di misurare ogni cosa al fine di condurre le anime a Dio.

1. Come comportarsi allora?

- Fermarsi a chiedere aiuto al Signore. Fare silenzio interiore. Pregare con la guida della Parola, soprattutto, con qualche salmo (ad es. il Sa] 86).

- Cercare di raggiungere la condizione di "indifferenza interiore" non nel senso di disinteresse o apatia, ma di totale distacco dalle nostre idee e aspettative per essere disponibili soltanto alla volontà di Dio.

Per raggiungere questa condizione occorre:

- riflettere sul fatto che chi ha responsabilità nei confronti di altri può proporre ad essi dei valori, ma non imporli;

- prendere coscienza che noi possiamo proporli in modo che le persone li facciano propri e li attuino con la loro specificità e che il nostro compito è di mettere le persone in grado di camminare da sole sulla strada dei Signore;

- accettare l'idea che, se i fratelli non accolgono le proposte che facciamo, noi dobbiamo comunque rispettare la loro libertà, anche se ci dispiace.

Questa capacità di abbassarsi alla misura dell'altro cresce in noi man mano che conosciamo noi stessi, le nostre difficoltà, le nostre resistenze all'azione dello Spirito in noi.

Avviene così che il discernimento diventi, anche in questo caso, strumento per la nostra crescita, nella conoscenza di noi, nella pazienza, nella discrezione, nella prudenza.

Chiedere allo Spirito il dono del Consiglio. Questo è un dono che ci aiuta a capire che cosa sia giusto fare al momento.

Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza portandoci a capire la volontà di Dio in questa situazione precisa.

Ci guarisce dalla precipitazione nell'agire, nel parlare, dalla tendenza naturale che ci fa seguire l'istinto dominato da passioni che provocano scelte squilibrate.

Lo Spirito è il Maestro interiore che ci guida, poco alla volta, alla scelta giusta.

2. Rifletti:

- Che cosa deve cambiare nel tuo comportamento abituale?

- Che cosa significa, in questo momento della tua vita, rivestire l'uomo nuovo?

- Quali nuovi modi di agire, di parlare, di comportarti sei chiamato ad accogliere per un rinnovamento autentico?

da Animatore per un progetto di vita di Maria Nive Zaccaria - Edizioni Rns-Roma

 

8.3.0  La Bibbia ci propone:

 Agiamo e testimoniamo, a Dio e ai fratelli,

i “valori” che abbiamo riconosciuti fondamentali

per la nostra vita?

8.3.1 Svolgimento

[ conduce un Partecipante]

PREMESSA

Questo incontro è rivolto a persone che hanno già deciso di agire, a livello personale e/o di gruppo.

Si tratta di definire con più precisione cosa Dio vuole da noi, di cosa il prossimo ha bisogno da noi e di come possiamo “spendere” i nostri talenti.

Ossia evitare di:

- ascoltare il nostro dio personale,

- decidere noi di cosa il prossimo ha bisogno

riconoscere ed accettare:

- i propri talenti ed i propri limiti.

L'Animatore dopo questa premessa:

- ricorda il motivo che ha originato questo incontro (la pastorale della parrocchia, ...)

- distribuisce le letture selezionate per favorire il Discernimento (All. 8/B)

Segue un periodo di almeno mezz'ora di silenzio come abbiamo imparato a fare con il Deserto.

Le letture vengono fatte molto lentamente come abbiamo imparato a fare con la Lectio Divina, si tratti di passi della Bibbia o dai testi dei Santi della Chiesa, o di persone di buona volontà.

Ora liberatici di tutti i nostri umani condizionamenti, ossia desiderio di apparire, di potere, di “essere santi”; ma anche tenendo conto dei nostri oggettivi limiti, derivanti dal nostro essere e/o situazioni personali e familiari, siamo pronti

in spirito fraterno e di servizio

a dare e ricevere, certi della presenza dello Spirito Santo, il giusto contributo alla costruzione del Regno di Dio


8.3.2 Condivisione
[ conduce un Partecipante affiancato dall'Animatore]

- un giro di tavolo nel quale ciascuno mette in comune la proprie riflessioni circa il cosa, il come agire, e dichiarando quale potrebbe essere la propria disponibilità.

- si apre un confronto nel quale ciascuno da e richiede degli approfondimenti.

 

8.3.3 Conclusioni su “ la Bibbia ci propone”
[conduce un Partecipante]

Il Conduttore dopo i due precedenti momenti di intensa spiritualità dovrebbe invitare i partecipanti ad un momento di lode allo Spirito Santo.

Il riepilogo del dibattito dovrà evidenziare sia gli aspetti religiosi, sia quelli operativi, ... se mirati alla costruzione del Regno di Dio nella propria realtà.

Non è da escludere che emerga la necessità di dover organizzare un secondo incontro di preghiera per approfondire meglio quanto emerso sin qui. Lo Spirito Santo ha parlato per bocca dei presenti, ma non dobbiamo stupirci se quanto ha ispirato appaia vago, non ben definito. È un uomo imperfetto che ha ascoltato la Parola di Dio e ancor di più carente è stato il suo annuncio, ed è sempre un uomo imperfetto che lo ascolta ... e anche lui, con i propri condizionamenti (vedi il Cap.1), potrebbe comprenderlo solo parzialmente.

Se da Dio ricevessimo un progetto dettagliato, con chi fa e che cosa, i soldi necessari, le persone necessarie e competenti per farlo, ... che merito ne avremmo noi?

Chi conduce potrà sollecitare i partecipanti ad individuare le priorità da quanto emerso e le prime disponibilità e competenze per avviare i gruppi di approfondimento e realizzazione degli stessi.

Attenzione però, perché a volte ci lasciamo travolgere dal “fare”

Non dovete stupirvi se durante il discernimento lo S.S, fa emergere la richiesta di pregare, di fare un cammino di fede. Questo potrebbe essere un'impegno “trasversale” che coinvolge tutti i gruppi operativi. Questo è quanto è accaduto al gruppo famiglie di chi vi scrive queste pagine: per 20 anni abbiamo letto/studiato la Bibbia in parallelo agli altri impegni religiosi e di promozione umana.

L'organizzazione di un cammino di fede può essere vista come un'opportunità di servizio offerta, alla comunità, da chi ha partecipato attivamente al discernimento ma che, per validi motivi, non può dare il proprio contributo alle attività forse più faticose, ... o perché questo è il loro carisma.

Un'occasione, per noi e per la nostra comunità, per essere contemporaneamente “Marta e Maria”, ... ed è ciò che fanno i monaci di clausura!

 

8.4.0 Conclusioni dell’incontro

[l'Animatore affiancato da un Partecipante]

Spunti

Ricordiamo ancora una volta che in questo incontro siamo partiti dall'ipotesi di aver già scelto i valori in cui ciascuno di noi crede, e che ora dobbiamo decidere come agire per testimoniarli.

Le conclusioni possono facilmente derivare dai dibattiti fatti, perché i temi trattati erano molto concreti ed operativi, perché mirati sui bisogni delle persone e della comunità che vi hanno partecipato.

Ci limiteremo pertanto a dare uno spunto di riflessione da usare, nel caso lo condividiate e lo riteniate utile, se coerente con i dibattiti fatti.

Esso è il confronto tra quanto Dio chiede gli uomini di buona volontà (quindi credenti e non), e quanto chiede quella parte di “mondo” egoista e assetato di potere, possesso, edonismo, consumismo, ecc..


Dio:

ci chiede di credere e di avere fiducia in Lui

ci da prima la terra promessa, poi ... la sua Vita

ci chiede di essergli fedeli

agendo come? costruendo il Regno, lodandolo

Lui, cosa ne ottiene? un Regno d'Amore, che è anche per tutti noi!

 

il “mondo” :

ci chiede di avere fiducia in lui

ci da, (NO, ci promette solo!):

prestigio, ricchezza, bellezza, beni, ecc.

ci chiede di essere fedeli a queste mete

agendo come? lottando, per ottenerle, contro tutto e contro tutti

quel “mondo”, cosa ne ottiene?

di aumentare il proprio potere, la ricchezza di pochi

A Voi le conclusioni!

 

8.5.0 Da Partecipanti ad Animatori

 

- Un Partecipante è affiancato all'Animatore ormai solo in 1 momento: la ”Conclusione dell'incontro”.

- Un Partecipante è il conduttore, ancora affiancato dall'Animatore, in 1 solo momento: Condivisione di “la Bibbia ci propone”.

- I Partecipanti sono responsabili in tutti gli altri casi.

Letto 3318 volte Ultima modifica il Sabato, 11 Settembre 2010 16:47

Search