31Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele” 32Giovanni rese testimonianza dicendo: “Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. 33Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L’uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. 34E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio”.
Dopo aver letto con calma il testo ti prego di rileggerlo ancora con cura ed attenzione
Fai seguire qualche minuto di silenzio
MEDITATIO
Il ministero di Gesù
Risuona ancora l’eco dell’annunzio del Natale, ed ecco che siamo chiamati a passare dall’incanto della notizia all’impegno del cammino dietro a Gesù che ci invita a seguirlo. Già la Parola di Dio della II domenica del tempo ordinario ci ha presentato alcuni luoghi dove a volte chiaramente, a volte nel fascino del mistero, possiamo incontrare il Signore.
Vogliamo diventare come Samuele o come Andrea e Simone curiosi di vedere il Signore, consapevoli, però, che non basta vederlo, ma è necessario stare con Lui.
Il primo passo della sequela è, infatti, il desiderio di Dio che Egli stesso mette nei nostri cuori: «Un’acqua viva mormora in me e mi dice dentro: “Vieni al Padre!”» (Sant’Ignazio di Antiochia, Ad Rom. 7). La nostalgia di Dio nasce dall’avere vissuto l’esperienza della solitudine e dell’abbandono, della disperazione e della delusione per le vane promesse di questo mondo.
Dio, dove abiti?
Ecco la domanda di partenza.
La Parola di Dio ci indica alcuni “luoghi” in cui possiamo incontrarlo.
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Nel tempio (1Sam 3,3-10.19); Guidato da Eli, Samuele incontra Dio nel tempio, a “casa sua”. È lì che ascolterà Parola senza più confonderla con quella di Eli. Nelle nostre chiese, piccole o grandi, ricche di arte o essenziali, è certo che incontriamo Dio. Nel tempio Egli ci parla e si offre a noi nel Figlio che si fa corpo e sangue. Quando la nostalgia di Dio ci toglie il respiro, la chiesa diventa il nostro porto sicuro e il luogo ideale dove Lui mi dà appuntamento: Venite a me … (Mt 11,28).
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Nel mio corpo (1 Cor 6, 19). San Paolo usa parole vibranti per spronarci al rispetto del corpo che è tempio dello Spirito Santo. Come per il tempio di pietra anche il nostro corpo, nella salute e nella malattia, bello o brutto è il luogo in cui Dio ha scelto di abitare.
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Per la strada (Gv 1, 35-42). Quando i primi discepoli, timidamente, ma decisamente chiesero a Gesù dove abiti? Gesù li invito ad andare a vedere. E Giovanni commenta “andarono, videro e si fermarono”..
Ma cosa videro? Dove abitava Gesù? Come era fatta la casa di Gesù? Conoscete qualche altro brano in cui si parli dell’abitazione di Gesù? Io ricordo invece che in altra circostanza Gesù dice che il Figlio dell’uomo non aveva neanche un sasso su cui posare il capo!
La casa di Gesù era la strada! Perché è lì che tutti, ma proprio tutti possono incontrare Gesù e Gesù vuole farsi trovare da tutti con facilità e senza mediazioni. Per strada incontra i malati (Mc 10, 46 ss), soccorre i bisognosi (Lc 10, 31 ss), chiama alla sequela (Mt 4, 18-22), incoraggia i dubbiosi e indirizza i loro passi verso la gioia vera (Lc 24, 13-35).
I luoghi in cui trovare Gesù sono allora tanti. Ma tutti accessibili in qualunque situazione ci si trovi. Noi vogliamo seguire, in questi nostri incontri di spiritualità, i discepoli di Emmaus che sentiamo tanto vicini a noi che, come loro, spesso ci abbandoniamo alla disperazione nonostante facciamo quotidianamente esperienza di Gesù. È bello pensare che mentre sembrerà che ci mettiamo alla ricerca di Lui, Egli sta già accanto a noi; invece che essere noi a seguire Lui, è Lui che segue noi!
Il Risorto è accanto a noi per trasformare la nostra fuga in corsa missionaria! Gesù è certamente presente, anche quando non me ne accorgo. La Chiesa è testimone di questa presenza e me lo indica, come Eli con Samuele e come Giovanni il Battista con i suoi discepoli. Cristo si è unito in un certo modo ad ogni uomo e ognuno di noi ha il compito fondamentale di rivelare e rendere credibile questa unione di Cristo con l’umanità.
Terminato questo brano rileggilo con calma e rifletti su quanto hai letto
Ed ora rifletti sugli interrogativi che seguono e cerca di rispondere a te stessa/o
Nella nostra meditazione iniziamo a verificare i luoghi e le circostanze in cui sento e vedo la presenza di Dio. Poi facciamo discernimento su quei “luoghi” in cui mi riesce difficile riconoscerlo. Chiediamoci quanto sono felice di seguirlo tenendo presente che mentre sarà facile e bello stare con Lui nel tempio, non sarà la stessa cosa seguirlo per strada o accettare l’idea che Egli dimori nel mio corpo, in questo corpo, così com’è! Voglio rendere questa “dimora” più accogliente? Voglio far sì che Gesù “si trovi bene” dentro di me? L’esame di coscienza che, come singolo o come associazione, sono chiamato a fare parta dal chiedermi anzitutto quanta nostalgia ho del Signore, per poi individuare i luoghi e i modi in cui Egli stesso mi chiama a cercarlo senza dimenticare che il Signore è già accanto a me e non gioca certo a nascondino! Non è lui che non si fa trovare, ma sono io che non lo riconosco! Infine chiediamoci se siamo davvero disposti ad essere “fratelli di strada”, a cercare Gesù con sguardo e cuore attenti perché potrebbe sbucare da un momento all’altro dietro l’angolo magari carico della croce e in cerca di aiuto. Avvenne così per il Cireneo!.
Quanto la Parola ti ha suggerito trasformalo ora in preghiera, non importa se breve.
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