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Domenica, 08 Gennaio 2006 17:10

Lectio Divina Lc 4, 38-39

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TESTO:

Ora, levatosi dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone.

 

Ora la suocera di Simone era preda di una febbre grande e lo pregarono per lei.

E, accostatosi sopra di lei, sgridò la febbre, e la lasciò!

Ora subito, levatasi, li serviva.

Rileggi lentamente ed attentamente questa Parola, rileggila più volte fino a che penetri in te, metta radici e ti illumini.

 

Meditatio

Questo è il primo miracolo che il Vangelo di Luca ci presenta. Sono due versetti molto intensi e sintetici che ci raccontano di un miracolo assolutamente irrisorio, piccolo.

Che significato può quindi avere un segno così povero come la guarigione da una banale febbre? In più su una donna, vecchia, malata e suocera. Forse va ricercato nel finale: “li serviva”. Quindi un piccolo segno con un gigantesco significato. Anche il guarire o essere guariti da piccole malattie può ricondurci a grandi spazi di libertà. Essere liberati dal male, per quanto piccolo esso sia, libera per il bene.

Sono gli altri che chiedono al Signore di liberarla dalla febbre. Probabilmente è una richiesta interessata dal momento che non avrebbero potuto mangiare perché nessuno li avrebbe serviti, resta comunque il fatto che c’è questa domanda di intercessione, di mediazione, da parte di altri, della comunità. Da soli non ce la facciamo. Noi abbiamo bisogno dell’aiuto dei fratelli e di Dio.

Gesù si china su di lei e sgrida la febbre. Anche questa immagine è ricca di significato: il rendersi piccolo, disponibile servo, nell’atteggiamento umile di chi serve e quindi ama: si china. Un atteggiamento anche però risoluto e perentorio contro la febbre, contro il male che sgrida, il male che è dentro e lo fa uscire. Non sgrida il malato ma il male. E finalmente, la donna libera, può servire. È nel servizio che si ritrova la vera espressione d’amore che è manifestazione di Dio. Questa donna che ha ottenuto il servizio di Gesù, viene liberata dal male e può offrire il suo servizio agli altri. Il servizio è caratteristica degli umili, degli ultimi, che dobbiamo scoprire, apprezzare, riconoscere, perché sono espressione della presenza del Signore in mezzo a noi.

Così credo che le tante malattie che abbiamo dentro e fuori di noi, anche le più piccole ed impercettibili, quelle che tendiamo a banalizzare o sottovalutare, individuate e combattute con l’aiuto degli altri e di Dio, ci liberano dal nostro egoismo per dare con il nostro servizio testimonianza concreta della presenza di Dio. Il “servizio” non è così soltanto un agire, un fare, ma diventa un “essere”. La nostra esistenza assume un significato vero: non comandata solo dai nostri desideri ma attenta ai bisogni degli altri.

Oratio

Ora sta sempre in silenzio, rileggi il commento ed assimilalo. Applica la Parola a te stesso/a.

Prega la Parola in silenzio.

Da quale o quali febbri (paure, egoismo, schemi mentali, orgoglio, conformismo…) hai bisogno di essere liberato/a?

Al fine di divenire libero/a di….?

Ed essere così pronto /a per ….servire.

Il Risorto ti può liberare.

 

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Letto 3391 volte Ultima modifica il Mercoledì, 26 Febbraio 2014 15:51

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