La modernità è una cultura, una civiltà, che si è formata già da due secoli. Dunque, io credo, esprimo un’opinione personale, che la Chiesa non ha ben compreso cosa ha rappresentato esattamente la modernità in rapporto alla tradizione ecclesiale e culturale dell’Europa. In ogni caso, la modernità è un’altra cultura e lo è ancora, è ben chiaro: è il trionfo del materialismo. Il materialismo ha due facce, se volete: in Romania avete vissuto una delle due facce, la faccia del marxismo ma un grande pensatore marxista Lukas diceva, in modo assai giusto a mio avviso, che il materialismo storico non è solo l’identità del marxismo. È anche l’autocoscienza del capitalismo. Cos’è questa società del consumo nella quale viviamo e vogliamo vivere ad ogni costo? Perché la Romania, la Grecia e anche Cipro hanno voluto entrare nell’Unione Europea? Per quale ragione? Esclusivamente e solamente per realizzare pienamente quella che chiamiamo la società dei consumi, ossia per delle ragioni puramente economiche. Quello che adesso accade è un fatto, il popolo ha sete: lascia in disparte la Chiesa la tradizione, la cultura, tutto, per raggiungere il consumo. Perciò oserei dire che in queste circostanze, la Chiesa diviene come la poesia o la qualità della pittura, cose che non sono desiderate da tutta la gente. Ci sono ben poche persone che s’interessano alla grande poesia, alla pittura elevata, ad un’architettura che esprime veramente un’alta visione della realtà dello spazio. No! La maggioranza delle persone vuole solo il consumo. Allora la Chiesa deve ritrovare la sua identità di piccolo lievito nella farina del mondo, di piccolo gregge nella realtà sociale. Io credo che questa è la vocazione della Chiesa nelle circostanze della modernità. La tradizione ecclesiale ortodossa rappresenta l’aristocrazia dell’Europa! Allora, bisogna trovare la nostra identità, ossia la nostra testimonianza ecclesiale nel tempo moderno, nella situazione attuale; testimoniare la realtà della Chiesa che è un’altra cosa rispetto alla religiosità o a tutte le bestialità sentimentali e psicologiche che, alla fine, torturano l’essere umano.
Voi avete ben conosciuto il mondo occidentale per avere fatto i vostri studi specialmente a Parigi e il mondo orientale. A cosa vi riferite con l’espressione “l’Ortodossia è l’aristocrazia dell’Europa”?
Utilizzo questa frase a livello culturale, non a livello dell’avvenimento ecclesiale. L’avvenimento ecclesiale è al di là di tutte queste espressioni o qualificazioni. La tradizione della Chiesa ortodossa ha lasciato delle tracce nella storia con una cultura straordinaria, con le icone, il suo culto liturgico, l’apofatismo, la mistica, il monachesimo, ecc. Bisogna salvare quest’aristocrazia.
Questa cultura elaborata nell’impero bizantino?
Sì. Ma, sapete, il termine Bisanzio o impero bizantino è un’innovazione della storiografia occidentale. All’epoca nessuno definiva l’impero romano, della Nuova Roma, come “bizantino”, nessuno! Dunque, noi parliamo di una realtà culturale che si estendeva dalla Moldavia e dalla Valacchia del tempo fino al fondo dell’Asia Minore, fino all’Egitto e all’Italia del sud, ecc. È quest’intero mondo che ha sviluppato la cultura ecclesiale ortodossa.
Christos Yannaras
Intervista a Radio Notre Dame (Paris) il 22 agosto 2010
Traduzione: Pietro Chiaranz