Ecumene

Domenica, 29 Maggio 2011 22:42

Siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo (1 Cor 12,13) (Vladimir Zelinskij)

Vota questo articolo
(3 Voti)

Il battesimo è l’unico sacramento riconosciuto reciprocamente da tutti cristiani - se esso viene compiuto con la formula trinitaria.

 

Siamo stati battezzati in un solo Spirito
per formare un solo corpo (1 Cor 12,13)

 di Vladimir Zelinskij

Vorrei condividere con voi una piccola riflessione sul battesimo e sullo Spirito Santo. Cosa sappiamo di Lui? Come si presenta? Come Lo viviamo? Nello stesso capitolo della Prima lettera ai Corinzi Paolo parla della molteplicità dei doni, che provengono dall’unico battesimo. Questi doni sono: la sapienza, la fede, la guarigione, il potere di fare i miracoli e tanti altri. Ma il senso del messaggio di Paolo è che questi carismi non sono separati, sono anzi uniti nella grazia battesimale.

Il battesimo è l’unico sacramento riconosciuto reciprocamente da tutti cristiani - se esso viene compiuto con la formula trinitaria. Il battesimo non si ripete, anche nel caso di un passaggio da una Chiesa ad un’altra. Dopo tanti secoli di divisione questo riconoscimento reciproco è già un grande risultato. In questo modo le Chiese separate confermano che con il battesimo riceviamo dal Padre celeste lo stesso Figlio, lo stesso Spirito. “Tutti siamo abbeverati a un solo Spirito”, dice san Paolo. Ma questo riconoscimento è solo il primo passo verso l’unità cristiana che purtroppo rimane ancora lontana. I mille anni dello scisma durante i quali  l’Oriente e Occidente hanno vissuto come se l’altro non ci fosse, hanno il loro peso, che non possiamo cancellare subito con la proclamazione delle nostre buoni intenzioni. Si impone la domanda: cosa possiamo fare per superare la divisione? Direi: possiamo condividere la nostra esperienza dello Spirito, il nostro mistero di Cristo. Condividere vuol dire: aprire questa esperienza, svelare questo mistero ai nostri fratelli. E fare lo scambio dei doni anche con loro.

Proprio oggi nelle Chiese ortodosse che seguono il calendario giuliano (che ha 13 giorni di differenza) si festeggia il giorno del Battesimo del Signore o dell’Epifania, una delle feste più importanti dell’anno liturgico.  L’Epifania è la festa della benedizione dell’acqua come materia del battesimo, come elemento cosmico. Nella Chiesa Orientale l’Epifania è la festa del cosmo, della creazione. Proviamo a festeggiare insieme. Si può scoprire lo Spirito Santo anche nell’incontro con il mondo come esso è stato creato. Entriamo in dialogo con Dio tramite la benedizione della Sua opera. E così si può scoprire anche noi stessi, ricordandoci in Dio.

La riflessone che ci offre il cristianesimo orientale non è quella di un'altra buona ideologia rispetto alla salvaguardia del creato, ma un atteggiamento più sottile e certamente più difficile da attuare: il cambiamento del nostro sguardo sulle opere di Dio. «I cieli narrano la gloria di Dio», dice questo sguardo con le parole del Salmo «e l'opera delle Sue mani annunzia il firmamento, il giorno al giorno affida il messaggio e la notte alla notte ne trasmette la notizia» (Sal 18,2).

A questa notizia rispondiamo con la preghiera: in essa noi confessiamo che tutto ciò che è chiamato ad essere, viene dalle mani del Signore. «Tu, Signore, hai voluto trarre dal nulla/ all'esistenza tutte le cose,/ e con la Tua provvidenza costruisci il mondo»,  recita la preghiera della festa dell’Epifania, che benedice tutto il creato e ascolta la voce dello Spirito. «Dinanzi a Te trepidano le potenze dei cieli, / a Te inneggia il sole,/ Te glorifica la luna./ Le stelle sono tornate a Te, / la luce Ti ascolta./ Al Tuo cospetto tremano gli abissi / e per Te le sorgenti lavorano./ Hai steso il cielo come una tenda/ e reso stabile la terra sulla acque./  Tu infatti, Dio indescrivibile,/ senza principio e inesprimibile,/ sei venuto sulla terra,/ hai assunto la forma di un servo/ e sei diventato simile all'uomo./ Nella tua infinita misericordia, Signore,/ non hai sopportato di vedere il genere umano/ tormentato dal demonio,/ ma sei venuto e ci hai salvati».

Si può vedere l’universo come una grande unità organica, come un corpo. Quando la Chiesa orientale benedice l'acqua per celebrare il battesimo, ella benedice tutto il creato. «Lo spirito di Dio aleggiava sulle acque», dice il secondo versetto della Bibbia. L'uomo prende l'acqua come materia e la fa «simbolo», cioè legame fra il mondo visibile ed invisibile. Ormai lui è il sacerdote dell'acqua, di quell'elemento cosmico che ci porta agli elementi principali della rivelazione di Dio nel cosmo. La memoria sacra della creazione, del peccato originale, della redenzione, della morte e della risurrezione del Cristo sono sintetizzati nella benedizione dell'acqua che è "corpo materiale" del sacramento e dell’Epifania. Ogni sacramento è Epifania dello «spirito di Dio».

La manifestazione di Dio avviene costantemente in questo mondo. La risposta dell’uomo a questa manifestazione è sacerdotale: sentire il Verbo che era «in principio» in ogni cosa ed esprimerlo nel messaggio, nell'immagine, nel sacramento. Tutto può essere  sacramento, luogo dell’epifania di Dio: l’acqua, il sole, le stelle, la luna, le sorgenti, gli abissi... Anche se non dobbiamo dimenticare che il mondo è colpito dal peccato, il quale getta la sua ombra non solo sull'uomo, ma tramite l'uomo anche su tutta la materia.

Così entriamo in quella liturgia cosmica in cui tutto il nostro essere può celebrare. A questa celebrazione possiamo invitare tutti, per benedire Dio per la bellezza e la “bontà” della Sua opera. «Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona», dice la Bibbia (Gn 1,31).  La benedizione, la gratitudine, lo stupore sono i frutti dello Spirito Santo. Così possiamo entrare in quell’esperienza dello Spirito Santo scoperta in un’altra fede, in un’altra Chiesa e capire che la nostra fede è comune. Dov’è lo Spirito Santo ivi è la Chiesa e tutta la grazia, dice un Padre della Chiesa del II secolo.

Credo che il vero ecumenismo sia proprio questo condividere con i fratelli la bontà della propria fede e accettare la bellezza della fede altrui. Gustare lo Spirito Santo in un'altra Chiesa per sentire che lo Spirito è lo stesso, che Cristo è lo stesso, ieri, oggi, sempre.

Letto 3154 volte Ultima modifica il Giovedì, 02 Febbraio 2012 11:56
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

Search