Ecumene

Martedì, 10 Agosto 2004 21:42

Maria, «terra del cielo»

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di Enzo Bianchi

Per lungo tempo, quando si voleva sbrigativamente indicare uno dei punti di maggior dissonanza tra cattolici e «protestanti», si faceva riferimento alla Vergine Maria, quasi che colei che aveva generato Gesù, l'unico Signore di tutti i cristiani, avesse anche dato origine a divisioni insanabili tra i suoi discepoli. In realtà, anche nel vivo delle discussioni sul ruolo di Maria nel piano della salvezza operata da Cristo, particolarmente accese nel movimentato XVI secolo, mai gli esponenti più autorevoli della Riforma rifiutarono a Maria uno spazio nel mistero di Cristo e nella vita del credente.

Dissensi e polemiche si placarono poi per secoli, in un progressivo allontanamento gli uni dagli altri, fino a risorgere in occasione della proclamazione dei dogmi mariani - Immacolata concezione e Assunzione - in ambito cattolico. Questo risveglio d'interesse non riaprì solo antiche ferite, ma diede anche origine a tentativi per riflettere insieme in maniera evangelica e costruttiva sulla figura di Maria.

Si è così cercato di riscoprire l’antico patrimonio della Chiesa indivisa del primo millennio, si è approfondita anche in Occidente la sapiente lettura e la prassi liturgica delle Chiese ortodosse, si è ritornati a porre la Parola di Dio che risuona nella comunità ecclesiale di ogni tempo e di ogni luogo come: criterio vivo e vivificante per nutrire la fede dei credenti e per chiamarli a conversione. Oggi - dopo il concilio Vaticano II e la magistrale Marialis cultus di Paolo VI, dopo confronti teologici bilaterali e multilaterali, soprattutto dopo tanto cammino compiuto nel silenzio della preghiera e nell'ascolto obbediente - possiamo dire che la sensibilità di un numero sempre più grande di cristiani di ogni confessione, nella semplicità della loro adesione quotidiana alla volontà di Dio, concorda con le conclusioni del pluriennale lavoro su Maria nel disegno di Dio e nella comunione dei santi, compiuto da un autorevole gruppo di teologi cattolici e riformati: «Non consideriamo più separatrici le divergenze rilevate... Non troviamo più incompatibilità irriducibili... Quello che il Credo ci trasmette viene unanimemente accettato: Gesù, "concepito per opera dello Spirito santo è nato dalla Vergine Maria"... Maria è al cuore dello sviluppo della vita di Cristo nel suo corpo che è la Chiesa... In Maria niente permette di fare di lei il simbolo di ciò che ci separa».

Sì, in Maria nulla attenta all'unità del corpo di Cristo nella storia: Sono le nostre infedeltà, il nostro allontanarci dal Vangelo, la nostra disobbedienza alla volontà di Gesù a provocare lacerazioni. La Vergine Maria - «il luogo di Colui che non ha luogo», come indicata nell'iscrizione di un mosaico bizantino - è in questo senso per noi uomini «terra del cielo», perché lembo di terra già presente in cielo, primizia della creazione trasfigurata che vive la piena comunione con il Creatore.

In lei non solo ogni essere umano, ma ogni creatura riconosce e fa memoria dell'eterno desiderio del Padre di «reinnestare» nel Figlio ogni realtà, per renderla conforme alla sua gloria. Comunicando tutti in Cristo, non è possibile non sentire in Maria il segno silenzioso di quella grazia che in lei ha già portato a termine l'opera senza violare la sua libertà né ferire la sua piena umanità.

Maria è dunque terra che ha trovato in cielo il suo spazio più vero, il luogo in cui tutti i figli di Adamo, il «terrestre» secondo l'etimologia del suo nome, sono stati chiamati e preordinati. Ma Maria è anche il «terreno» che ha accolto la Parola come seme, la terra offerta e predisposta all'opera di Dio: è quindi in Maria come terra che tutta l'umanità e la creazione riconoscono il proprio destino e nel contempo vi trovano celato quel desiderio, quella sete, quella nostalgia, quell'invocazione che sono deposti nel cuore di ogni frammento di creazione.

«Terra del cielo» indica un duplice cammino: quello della grazia pellegrina in cerca della creazione e quello della creazione in attesa della pienezza di vita presente come seme nel proprio cuore. Essere «luogo di Colui che non ha luogo» ed essere terra del cielo è forse la vocazione più vera e autentica di Maria, la parola più eloquente che ogni cristiano può dire su colei che ci consegna, proprio nel silenzio adorante, la sua Parola più preziosa: il Dio fatto uomo, la Parola diventata carne.

(da Mondo e Missione - novembre 2003)

 

 

 

 

Letto 4084 volte Ultima modifica il Mercoledì, 14 Settembre 2011 18:01
Fausto Ferrari

Religioso Marista
Area Formazione ed Area Ecumene; Rubriche Dialoghi, Conoscere l'Ebraismo, Schegge, Input

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