ZOHAR
(IL LIBRO DELLO SPLENDORE)
(Passi scelti)
IL MALE
(III - 70a)
Considera dunque. Il Santo, che benedetto egli sia, produsse dieci corone, diademi sacri, in alto, con le quali egli si incorona e si riveste. Egli è in esse ed esse sono in lui; come la fiamma è legata al tizzone, là non esiste separazione. In corrispondenza di queste, esistono però altre dieci corone, che non sono sacre, e si trovano in basso. Esse sono legate alla “sporcizia dell'unghia” di una santa corona, che è chiamata sapienza; perciò anch'esse sono chiamate sapienza. Si insegna inoltre che questi dieci tipi di sapienza discesero nel mondo e furono tutti assimilati dall'Egitto, all'infuori di uno che si diffuse in tutto il mondo. Queste sapienze sono specie di ed è perciò che gli egiziani furono esperti di stregonerie più del resto degli abitanti del mondo.
(I - 194a)
Rabbi Izchaq disse: Le “sette vacche grasse” (Gen. XLI, 26) sono i sette gradi, superiori agli altri; mentre le “sette vacche magre” (Gen. XLI, 27) sono altri gradi, in basso. I primi appartengono alla santità; i secondi all'impurità. Le “sette spighe” (Gen. XLI, 7). Rabbi Yehudà disse: le prime sette spighe sono buone perché si trovano a destra, a proposito della quale parte è scritto: “E Dio vide che era buono” (Gen. I, 4); le spighe magre si trovano invece al di sotto delle prime. Le sette spighe buone si trovano dalla parte della purezza, mentre le sette magre dalla parte della impurità. E tutti questi gradi si trovano gli uni sopra gli altri, e tutti furono visti dal Faraone in sogno.
Chiese Rabbi Yosè: E forse che Dio mostrò a quel malvagio tutte queste cose?
Gli rispose Rabbi Yehudà: Il Faraone vide delle immagini di quelli. Perché i gradi si trovano gli uni sugli altri ed egli vide quelli in basso. E sappiamo bene che l'uomo, in base alla propria indole, riesce a vedere nel sogno e la sua anima risale nella conoscenza. Ognuno può vedere secondo il grado cui gli è dato di giungere; perciò il Faraone poté vedere come gli era consentito e non di più.
(III - 80b)
Rabbi Izchaq prese a dire: “Ohi, paese dalle ali spiegate...” (Is. XVIII, 1). È possibile che il fatto che esso sia “un paese dalle ali spiegate” costituisca motivo di irritazione, sicché è scritto: “Ohi, paese...”? Ma così intese Rabbi Izchaq: Quando il Santo, che benedetto egli sia, creò il mondo, cercò di rendere manifesto il significato profondo da dentro il segreto e la luce da dentro le tenebre, perché tali elementi erano compresi gli uni negli altri. Perciò dall'interno delle tenebre scaturì la luce e dall'interno del segreto scaturì il significato profondo e manifesto. L'uno scaturì dall'altro; così dal bene scaturì il male e dalla pietà il giudizio severo. Ma precedentemente tutti questi elementi erano compresi gli uni negli altri: l'istinto buono e l'istinto cattivo, la parte destra e quella sinistra, il popolo di Israele e gli altri popoli, il bianco ed il nero. Ed ognuno di questi elementi dipendeva dall'altro.
(II - 103a)
Considera dunque. E scritto: “Dall'Eden esce un fiume per bagnare il giardino” (Gen. Il, 10). Questo fiume non cessa mai di fecondare, di produrre e di dare frutti. Ma c'è un'altra divinità, che non ha mai potere autonomo né desiderio. Essa non produce e non dà frutti perché se così facesse, cancellerebbe tutto il mondo. Perciò chi consente a tale elemento di produrre nel mondo, è chiamato malvagio e non potrà mai vedere l'aspetto della presenza divina (Shekhinà), come è scritto: “Tu non sei un Dio, che ama la malvagità, il male non dimora presso di Te” (Sal. V, 5).
(II - 112a)
Considera dunque. Chi trova un compagno simile a se stesso, che si comporta nel mondo come lui, gli si affeziona, lo ama e gli fa del bene. Non così agisce il male, quando trova qualcuno che ha abbandonato il campo della santità, su cui presiede il Santo, che benedetto egli sia, e si è messo ad agire come lui, affezionandosi così al male. Infatti cerca subito di distruggerlo e di cancellarlo dal mondo. Quando la donna, sospetta di adulterio, si è effettivamente comportata secondo i dettami del male, affezionandosi ad esso, guarda in che modo il male la contraccambia: “Il ventre le si gonfiò e la coscia le cadde” (Num. V, 27). Non così avviene con il Santo, che benedetto egli sia. Chi infatti abbandona il male e si affeziona al Santo, che benedetto egli sia, subito ne viene riamato e ne riceve ogni bene che è nel mondo.
(I - 190a-190b)
Disse Rabbi Izchaq: Quando la forza del male viene a sedurre l'uomo, questi si attacchi alla Torà e si allontani da esso. Considera dunque. Abbiamo appreso che quando lo spirito del male sta dinanzi al Santo, che benedetto egli sia, per sedurre il mondo con le azioni malvagie, il Santo, che benedetto egli sia, è mosso a pietà per il mondo e dà agli uomini un consiglio per sfuggire al male, sicché esso non possa dominare su di loro né influenzare le loro azioni. Ed in che consiste tale consiglio? Nell'occuparsi della Torà, sfuggendo così al male. Da dove lo sappiamo? Dal verso che dice: “Poiché un lume è il precetto ed una luce l'ammaestramento, e gli ammonimenti morali sono la via della vita” (Prov. VI, 23). E cosa dice il verso successivo?: “Essi ti preservano dalla donna malvagia, dalle lusinghe della straniera” (Prov. VI, 24). Questa è il dominio dell'impurità, il male, che si trova sempre dinanzi al Santo, che benedetto egli sia, per accusare gli uomini dei loro peccati. Il male sta sempre in basso per traviare gli uomini e sta sempre in alto per ricordare i peccati degli uomini, per accusarli delle loro azioni, sicché siano concessi in suo potere, come fece per Giobbe. Nei periodi in cui il Santo, che benedetto egli sia, esercita il giudizio sugli uomini, il male sorge ad accusarli ed a ricordare i loro peccati. Ma il Santo, che benedetto egli sia, si muove a pietà verso il popolo di Israele e dà agli uomini un consiglio per sfuggire al male. Ed in che esso consiste? Nel suono del corno di Capo d'Anno e nel capro espiatorio nel Giorno dell'Espiazione, sul quale si pongono i peccati, sicché esso si allontani dagli uomini e se ne vada per conto suo
Considera dunque. Cos'è scritto? “I suoi piedi scendono verso la morte, i suoi passi conducono al baratro” (Prov. V, 5). E del mistero della fede, cos'è scritto? “Le sue vie sono vie soavi e tutti i suoi sentieri conducono alla pace” (Prov. III, 17). Tali sono le vie ed i sentieri della Torà e tutti sono una sola cosa. Così la pace e così la morte e tutti i sentieri della Torà sono contrari a quelli (del male). Beata la sorte dei figli di Israele, che aderiscono al Santo, che benedetto egli sia, come si conviene; e questi, a sua volta, dà loro un consiglio per sfuggire a tutti gli spiriti malvagi che sono nel mondo. I figli di Israele sono infatti, quali popolo santo, il suo retaggio e la sua parte: siano beati in questo mondo e nel mondo futuro! Considera dunque. Quando lo spirito del male discende e vaga per il mondo, esso osserva la condotta degli uomini, che pervertono le loro strade. Allora risale in alto e li accusa; e se non ci fosse il Santo, che benedetto egli sia, che ha pietà per l'opera delle sue mani, di uomini non ne rimarrebbero nel mondo.
Cosa è scritto? “Quantunque essa parlasse ogni giorno della cosa con Giuseppe, questi non le dava ascolto di giacere con lei e perfino di starle vicino”(Gen. XXXIX, 10). “Quantunque essa parlasse ogni giorno”, il male ogni giorno risale in alto ed accusa, pronunciando dinanzi al Santo, che benedetto egli sia, tante calunnie e tante maldicenze per distruggere la gente del mondo. Cosa è scritto? “Questi non le dava ascolto di giacere con lei e perfino di starle vicino”. Il Santo, che benedetto egli sia, non gli dà ascolto, perché ha pietà del mondo. Che significa la espressione “di giacere con lei”? Significa che il male vuole ricevere il potere di dominare il mondo, perché non può dominare sinché non ne abbia ottenuto il permesso.