«Essere maristi» – si legge nel loro sito – «è essere chiamati, per una scelta d’amore, a vivere il Vangelo come l’ha vissuto Maria, in una Società che porta il suo nome». A padre Franco riusciva particolarmente bene vivere il Vangelo come l’ha vissuto Maria, la Maria di cui ci racconta l’evangelista Luca. Maria che, nel suo «amen», non rimane passiva e silente ma domanda, interroga, si interroga: «Come è possibile? Non conosco uomo» (Lc 1,34). Le domande di Maria non sono quelle di Zaccaria, il padre del Battista (cfr. Lc 1,18): sono le domande di chi partecipa con entusiasmo ai pur misteriosi eventi che sta vivendo, vuol comprendere, conoscere. Anche padre Franco voleva sapere, capire, dialogare. Per oltre quarant’anni ha vissuto un’intensa vita ministeriale e pastorale, i cui punti nevralgici si sono focalizzati intorno alla pastorale familiare, all’associazionismo cattolico (Agesci) e alla formazione permanente dei confratelli maristi.
All’interno di questo lungo impegno, nel 2004, ha dato vita a Dimensione Speranza (allora si chiamava Regnat Vivus), il sito Internet che segna l’inizio di un’altra tappa del suo percorso di fede, quella che potremmo definire la tappa tecnologica. Padre Franco, pur non essendo esattamente un hacker, un mago del computer, aveva capito – a un’età in cui gli acciacchi e il venir meno delle forze avrebbero limitato l’attività di tanti altri – che la rete può offrire opportunità formidabili a chi desidera confrontarsi sui temi sempiterni della fede: «Ora le idee non si possono più fermare», disse una volta ai suoi collaboratori. Già, le idee sono come il vento, che «soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito» (Gv 3,8). Nato dallo Spirito, padre Franco è stato uomo autenticamente libero e a diventare liberi insegnava. Altrettanto si sforza di fare Dimensione Speranza, la sua creatura telematica, anche dopo che l’8 marzo 2012 «il padre», come amava farsi chiamare dagli amici, ha lasciato questo mondo. Per andare dove e a far cosa, nessuno lo sa con certezza. Perché i cammini di fede, quelli autentici, non sono mai prevedibili.