Salvezza in Cristo e vita cristiana
I documenti della sapienza cristiana
La vita eterna
33. Grazie alla fede in Cristo e allo Spirito Santo, il cristiano accede alla dignità di figlio di Dio. Questa comunione di vita con Dio in Cristo è già la vita eterna presente in lui. E’ quindi suo compito conservare e sviluppare questo dono che gli è stato affidato, fino alla fine. Se egli persevera fedelmente fino alla morte sa di poter contare su questa chiara promessa di Cristo: «È volontà del Padre mio che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna, ed io lo risusciterò nell’ultimo giorno... Chi crede ha la vita eterna». La morte fisica muta soltanto la condizione dell’esistenza: l’unione con Cristo non si spezza, ma anzi apparirà in tutta la sua luce; dal regno delle cose terrene e fuggevoli si passa a quello spirituale ed eterno della vita con Dio.
34. Il termine «paradiso» o «cielo» designa la vita dei defunti con Dio. Di ciò che sarà questa vita eterna con Dio l’uomo non può darsi quaggiù una rappresentazione adeguata, perché oltre a non possedere un concetto esatto di eternità, non ha che un’idea analogica di ciò che è Dio, e un’idea negativa di ciò che sarà lui stesso. Il cristiano si attiene quindi semplicemente al dato rivelato, che parla, per i giusti, di una vita di pace e di felicità piena nella visione di Dio e nella comunione dei santi. «E così saremo sempre con il Signore, scrive san Paolo; confortatevi dunque a vicenda con queste parole».
35. La rivelazione parla anche di un’altra possibilità dopo la morte: l’inferno e la dannazione. Colui che. in piena conoscenza di ciò che fa, rifiuta la parola di Cristo e la salvezza da lui offerta, o dopo averla accettata si comporta pertinacemente in modo contrario alla sua legge, o vive in maniera difforme dai dettami della coscienza, mancherà al suo destino, e si troverà alla fine lontano da Dio per la sua infelicità. La sacra Scrittura chiama questo stato con il termine angoscioso di « seconda morte».
Evidentemente non è possibile a nessun uomo giudicare di qualcuno se sia incorso in una tale rovina. Solo Dio sa chi sono questi uomini, e se ve ne siano.
36. Ma la rivelazione lascia intravedere ancora un’ altra condizione in cui vengono a trovarsi coloro che, pur non essendo separati da Dio al momento della morte, non sono tuttavia in piena comunione con lui, a motivo delle tentazioni e fragilità dell’esistenza terrena. Questa condizione dei defunti viene detta « Purgatorio », o stato di purificazione delle anime giuste prima di raggiungere la comunione perfetta di vita con Dio. Il cristiano conosce la pratica della preghiera, dell’intercessione o suffragio a favore di queste anime, perché siano liberate dalle loro colpe.
37. Quando alla fine, secondo il disegno di Dio, sarà giunto il tempo di dare compimento al corso della storia, Gesù Cristo apparirà in forma visibile e gloriosa sopra la terra. Nessuno conosce il giorno e l’ora di questa apparizione; è un segreto futuro che nessun uomo conosce, ma essa è già presente nella fede del cristiano, e stimola l’attesa e la vigilanza perenne della Chiesa. Ogni giorno i cristiani devono essere puri, fervidi e pronti ad accogliere Gesù Cristo, come nel giorno in cui lo incontreranno a faccia a faccia.
38. Allora l’umanità raggiungerà in Dio il suo destino e la gloria per cui fu creata. Il linguaggio umano è impotente a esprimere questa esperienza sovrumana. La Bibbia si serve di immagini e di simboli folgoranti: avverrà la risurrezione universale, e i giusti saranno trasfigurati nell’immagine del Cristo risuscitato; quelli che si troveranno già con Dio dopo la morte appariranno in un corpo glorioso e libero dalle imperfezioni dell’esistenza terrena; esso esprimerà la personalità di ciascuno nella perfezione della sua bellezza. Evidentemente per i giusti la gioia e la gloria saranno in proporzione dei doni di Dio e della corrispondenza personale ad essi. Scomparso il mondo segnato dal peccato e dalla morte, «ci saranno cieli nuovi e una terra nuova», «lo splendore di Dio illuminerà la sua città», e «Dio sarà tutto in tutte le cose».