A loro volta, venendo alla fede, i primi cristiani si sentivano toccati personalmente da un evento che si era inserito dall’alto nella storia umana dominandola tutta; in particolare, gli Ebrei ravvisavano in Gesù Cristo l’adempimento delle promesse fatte da Dio ai loro Padri; i non Ebrei si sentivano oggetto di una benevolenza divina straordinaria, che pur non avendoli mai abbandonati si rivelava ora in maniera sorprendente. La persona e l’opera di Cristo apparivano cioè come il centro di un grande disegno provvidenziale, le cui origini raggiungevano gli inizi del mondo, ed il cui fine coincideva con il termine della storia. Ecco le linee maestre di tale disegno:
19. Dio, creatore dell’universo e degli uomini, ha sempre seguito le sue creature, guidando con azione paterna, dolcemente e fortemente, sia i singoli che le nazioni, verso l’attuazione dei loro destini, nell’unità e nella varietà. Nonostante che la ribellione e il peccato, e con essi la sofferenza e la morte, abbiano fatto irruzione fin da principio nella storia per colpa degli uomini, (1) Dio si è sempre chinato amorosamente sull’umanità, facendosi conoscere attraverso le sue opere, « dando a ciascuno la vita e il respiro e ogni cosa ». « Tutta la terra è piena del suo amore » si legge nella Bibbia, la quale documenta in maniera eloquente questo incessante amore di Dio per l’umanità. « Crescete, moltiplicatevi, progredite sulla terra e riempitela.. tutto ciò che c’è in essa è affidato a voi».
Tutto il mondo, prega un saggio dell’Antico Testamento, a tuo confronto, o Dio, è come un atomo sulla bilancia e come una goccia di rugiada, che al mattino si posa sulla terra. Tu però hai pietà di tutti, perché tutto puoi, e chiudi un occhio sui peccati degli uomini perché si ravvedano, poiché tu ami gli esseri e nulla aborri di quanto hai fatto. E invero, se tu odiassi cosa alcuna, neppure l’avresti prodotta. E poi come può durare se tu non volessi? o conservarsi ciò che da te non è chiamato? Ma tu usi riguardo a tutte le cose perché sono tue, o Signore che ami la vita, poiché in tutte è il tuo soffio incorruttibile ». L’azione provvidenziale di Dio sta dietro al sorgere delle nazioni, delle civiltà e delle tradizioni religiose degli uomini, ai quali si dà a conoscere attraverso l’ordine della natura e della coscienza, toccando i loro cuori «perché lo cerchino, se mai arrivino a trovarlo come a tastoni». Inoltrandosi nel mondo per annunciare il Vangelo, gli Apostoli sapevano di entrare in un campo appartenente a Dio, e ne additavano le tracce,anche se la sua azione potente e silenziosa appariva troppe volte offuscata dall’egoismo e dal disordine degli uomini asserviti al peccato. Per questo san Paolo chiamò questa fase precristiana della storia umana l’età della pazienza e della longanimità di Dio.
20. Ma non tutti gli uomini avevano vissuto in questa condizione fino all’avvento di Cristo e all’annuncio del Vangelo. Gli Apostoli sapevano che Dio aveva già in passato compiuto passi straordinari in favore degli uomini, scegliendosi un popolo che lo riconoscesse e lo servisse nell’attuazione dei suoi disegni. Infatti, verso il 2000 a.C., agli inizi della grande storia, Dio aveva scelto Abramo, un smentita, uomo giusto, per essere la pietra fondamentale di una grande costruzione religiosa, il capostipite degli uomini di fede. Con lui e con la sua famiglia aveva stipulato un’alleanza per la quale, in cambio dell’obbedienza prestata e dell’impegno morale liberamente assunto, gli prometteva una benedizione che si sarebbe estesa a tutta la moltitudine dei discendenti e, dopo essi, a tutte le nazioni della terra. Prendeva così inizio nel disegno universale della Provvidenza un intervento e un colloquio particolare di Dio con Abramo: « Nella sua discendenza saranno benedette le genti ».
21. Alla discendenza di Abramo, Mosè impresse, alcuni secoli dopo, una coscienza nazionale fondata sull’ esperienza di interventi prodigiosi divini in suo favore, e sulla stipulazione di un’alleanza collettiva con il Dio di Abramo, che faceva ora della sua stirpe «una nazione santa, un regno sacerdotale», «per annunciare il nome di Dio a tutte le genti».
Pietra fondamentale di questa alleanza era l’obbedienza alle « dieci parole » consegnate da Dio a Mosè come espressione della sua volontà: «1) Non avrai altro Dio fuori di me. 2) Non pronuncerai il nome di Dio invano. 3) Ricordati di santificare il giorno di sabato. 4) Onora tuo padre e tua madre. 5) Non uccidere. 6) Non commettere adulterio. 7) Non rubare. 8) Non dire il falso. 9) Non desiderare la donna del tuo prossimo. 10) Non desiderare la roba del tuo prossimo».
22. Ragione e scopo di questo particolare intervento di Dio era la formazione di un popolo che lo annunziasse sulla terra, in preparazione di un’alleanza nuova universale e di una rivelazione più perfetta, che Dio effettuerà nella pienezza dei tempi mediante un suo inviato, il Messia, vocabolo ebraico che significa «unto», «consacrato». Caratteristica e dono della nuova alleanza saranno una presenza più intima di Dio tra gli uomini e la conoscenza e l’amore di lui diffusi su tutta la terra. Un testo fondamentale del profeta Geremia suona: «Ecco venire giorni, dice il Signore, che io stringerò con Israele e con Giuda un patto nuovo.. E questo sarà il patto che stringerò con Israele: Porrò la mia legge nei loro cuori, e nelle loro menti l’imprimerò; essi mi avranno per Dio ed io li avrò per mio popolo... Tutti essi, grandi e piccoli, mi riconosceranno, dice il Signore ». Un passo analogo del profeta Ezechiele aggiunge: «Vi darò un cuore nuovo e uno spirito nuovo porrò dentro a voi... Dentro a voi porrò il mio spirito e farò che camminiate nelle mie leggi».
23. Questa nuova alleanza è quella istituita da Dio per mezzo di Gesù Cristo. L’apostolo Paolo indica così il grande evento: «Quando venne la pienezza dei tempi, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, fatto sotto la legge (mosaica), perché ricevessimo l’adozione di figli di Dio». Da quel momento l’alleanza con il popolo ebraico rivela la sua vera natura di preparazione a un regime nuovo e universale, al cui centro sta Gesù Cristo uomo-Dio, salvatore e mediatore di salvezza per tutti gli uomini. In lui Dio si rende presente tra gli uomini ed offre la parola e l’amore che li uniscono in una nuova comunione di vita tra loro e con lui.
1) Sul peccato delle origini e sulla condizione peccatrice dell’umanità vedasi i nn. 11 e 12 del c. «La sapienza cristiana».