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Venerdì, 06 Dicembre 2019 10:35

II Domenica di Avvento – Domenica 8 Dicembre 2019

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Anno C

Omelia di don Paolo Squizzato

 

 

Prima lettura (Gen 3,9-15.20)

 

Dal libro della Genesi

 

[Dopo che l’uomo ebbe mangiato del frutto dell’albero,] 9il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: «Dove sei?». 10Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». 11Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». 12Rispose l’uomo: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». 13Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».

 

14Allora il Signore Dio disse al serpente:

«Poiché hai fatto questo,

maledetto tu fra tutto il bestiame

e fra tutti gli animali selvatici!

Sul tuo ventre camminerai

e polvere mangerai

per tutti i giorni della tua vita.

15Io porrò inimicizia fra te e la donna,

fra la tua stirpe e la sua stirpe:

questa ti schiaccerà la testa

e tu le insidierai il calcagno».

20L’uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi.

 

 

Salmo responsoriale (Sal 97)

 

Ris. Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie.

 

Cantate al Signore un canto nuovo,

perché ha compiuto meraviglie.

Gli ha dato vittoria la sua destra

e il suo braccio santo. Ris.

 

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,

agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.

Egli si è ricordato del suo amore,

della sua fedeltà alla casa d’Israele. Ris.

 

Tutti i confini della terra hanno veduto

la vittoria del nostro Dio.

Acclami il Signore tutta la terra,

gridate, esultate, cantate inni! Ris.

 

 

Seconda lettura (Ef 1,3-6.11-12)

 

3Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,

che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.

4In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo

per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,

5predestinandoci a essere per lui figli adottivi

mediante Gesù Cristo,

secondo il disegno d’amore della sua volontà,

6a lode dello splendore della sua grazia,

di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.

11In lui siamo stati fatti anche eredi,

predestinati – secondo il progetto di colui

che tutto opera secondo la sua volontà –

12a essere lode della sua gloria,

noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.

 

 

Vangelo (Lc 1,26-38)

 

In quel tempo, 26l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».

 

29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

 

34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

 

Omelia

 

«Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: “Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te”.
29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”.
34Allora Maria disse all’angelo: “Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?”. 35Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio”.38Allora Maria disse: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. E l’angelo si allontanò da lei». (Lc 1, 26-38)

Maria nel Vangelo è lì a ricordarmi che se permetto a Dio di agire in me, io diventerò ciò che lui ha sempre sognato per me. Maria non è il mesto rimpianto di ciò che avrei potuto essere se, ma viva speranza di ciò che posso diventare.
Paolo ci ricorda che il Padre «In Gesù ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo» (Ef 1, 4s.). La Tradizione afferma che Maria è Immacolata perché ‘preservata dal male’; il vangelo mi ricorda che io sarò immacolato nella misura in cui, grazia all’amore, guarirò il mio limite guarendo le ferite dei fratelli.
Nel testo di oggi a Maria viene rivolto questo saluto: «Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te» (v. 28). Qui Dio stesso (che si presenta come angelo) ha pronunciato insieme, in un pugno di parole il nome di Maria ‘piena di grazia’ e il proprio stesso nome: ‘Il Signore è con te’.’

È questa la medesima parola che Dio pronuncia su di me, ogni volta che mi pongo in ascolto, e faccio spazio. Egli dice il mio nome, il mio essere, la mia verità profonda: il mio nome è ‘graziato’, amato per grazia, a prescindere, immeritatamente. Al di là di tutto. A Maria è chiesto di rallegrarsi per questo. Ecco il motivo della mia gioia, ecco dove posso fondare la mia felicità: non sulla mia fedeltà a Dio, non sul successo della mia vita etica, ma perché Lui è con me! È la sua fedeltà verso di me che conta, non la mia nei suoi confronti; è il suo amarmi in maniera immeritata che salva, non il mio amore verso di lui. Paolo, quando comprenderà tutto questo, scriverà: «Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi. La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino!» (Fil 4, 4). Vicino nel senso di una cosa sola con me. E se la sua Vita è la mia vita, di cosa temerò? Di cosa o di chi avrò paura?

Ma questo messaggio di Dio, proclamato a Maria attraverso la bocca dell’angelo non si arresta più, e di stupore in stupore cresce sino a dire: «Darai alla luce un figlio» (v. 31). Se accetto il suo amore col quale sono ‘graziato’, se scopro il vero nome di Dio su di me, se faccio esperienza della gioia scaturita di avere il Dio infinito nella mia stessa finitudine, allora darò alla luce il Figlio.
Sì, darò carne al Verbo. Renderò presente niente meno che Dio. Partorirò vita, incarnerò luce (darai alla luce…); illuminerò il mondo perché l’amore strappa dal nero della notte ogni cosa, fa riemergere dall’indistinto la realtà, la riporta in vita.
Se vivrò questo, se incomincerò ad amare, illuminando chi sta nelle tenebre e nell’ombra di morte (cfr. Mt 4, 16) mi costruirò pian piano come persona bella, e vera, in ultima analisi ‘immacolato’, perché, in fondo, il volto bello è solo quello che ama.

 

CAMMINO DELLA SETTIMANA

 

Due spunti su cui meditare, a Voi cercarne altri:

 

«Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».

29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava ... (e noi?)

È la sua fedeltà verso di me che conta, non la mia nei suoi confronti;

 

 

Buon cammino!



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