Esperienze Formative

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 65

Sabato, 23 Novembre 2019 21:28

Solennità di Cristo, re dell'universo - 24 Novembre 2019

Vota questo articolo
(0 Voti)

Anno C

Omelia di Don Paolo Scquizzato,

Prima lettura: 2Sam 5,1-3

In quei giorni, vennero tutte le tribù d’Israele da Davide a Ebron, e gli dissero: «Ecco noi siamo tue ossa e tua carne. Già prima, quando regnava Saul su di noi, tu conducevi e riconducevi Israele. Il Signore ti ha detto: “Tu pascerai il mio popolo Israele, tu sarai capo d’Israele”».
Vennero dunque tutti gli anziani d’Israele dal re a Ebron, il re Davide concluse con loro un’alleanza a Ebron davanti al Signore ed essi unsero Davide re d’Israele.


Salmo: 121

Rit.: Andremo con gioia alla casa del Signore.

Alleluia, Alleluia, Alleluia.


Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme! Rit.

 

È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore,
secondo la legge d’Israele,
per lodare il nome del Signore.
Là sono posti i troni del giudizio,
i troni della casa di Davide. Rit.

 

Seconda lettura: Col 1,12-2020

Fratelli 12ringraziate con gioia il Padre che vi ha resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce.

13È lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre
e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore,
14per mezzo del quale abbiamo la redenzione,
il perdono dei peccati.

Inno a Cristo

15Egli è immagine del Dio invisibile,
primogenito di tutta la creazione,
16perché in lui furono create tutte le cose
nei cieli e sulla terra,
quelle visibili e quelle invisibili:
Troni, Dominazioni,
Principati e Potenze.
Tutte le cose sono state create
per mezzo di lui e in vista di lui.
17Egli è prima di tutte le cose
e tutte in lui sussistono.
18Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa.
Egli è principio,
primogenito di quelli che risorgono dai morti,
perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose.
19È piaciuto infatti a Dio
che abiti in lui tutta la pienezza
20e che per mezzo di lui e in vista di lui
siano riconciliate tutte le cose,
avendo pacificato con il sangue della sua croce
sia le cose che stanno sulla terra,
sia quelle che stanno nei cieli.

 

Canto del Vangelo: Mc 11,10

 

Alleluia, alleluia!

Benedetto colui che viene nel nome del Signore!

Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!

Alleluia!

Vangelo: Lc 23,35-43

 

In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] 35il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». 36Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto 37e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». 38Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».

39Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». 40L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? 41Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». 42E disse: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno». 43Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

 

OMELIA

«Tu sei re?» domanda Pilato a Gesù (cfr. Mt 27, 11 e parr.). Proprio tu? Tu che non hai in mano nulla e nessuno? Proprio tu che ti sei messo come oggetto nelle mani di tutti? Tu che sei un condannato a morte, ora pretendi, come sovrano, di dare la vita?

«Tu sei re?». Tu che entri, come in una parodia, nella città santa di Gerusalemme a dorso di un asino e non su un destriero valoroso, o su un carro simbolo di potere?

Ma che razza di re sei? Il re, da che mondo è mondo, ha il potere di comminare la morte per avere in cambio la vita, di mettere in croce gli altri per non essere messo in croce. Il re è una figura archetipa; è il sogno di tutti gli uomini diventare re e regina, per essere riconosciuti egregi, ossia ‘fuori dal gregge’ dell’umana avventura, per stare assisi sopra gli altri, non soccombere e nutrirsi dei tre grandi deliri di sempre: il potere, l’avere e il successo.

«Tu sei re?» domanda Pilato a Gesù (cfr. Mt 27, 11 e parr.). Proprio tu? Tu che non hai in mano nulla e nessuno? Proprio tu che ti sei messo come oggetto nelle mani di tutti? Tu che sei un condannato a morte, ora pretendi, come sovrano, di dare la vita?

«Tu sei re?». Tu che entri, come in una parodia, nella città santa di Gerusalemme a dorso di un asino e non su un destriero valoroso, o su un carro simbolo di potere?

Ma che razza di re sei? Il re, da che mondo è mondo, ha il potere di comminare la morte per avere in cambio la vita, di mettere in croce gli altri per non essere messo in croce. Il re è una figura archetipa; è il sogno di tutti gli uomini diventare re e regina, per essere riconosciuti egregi, ossia ‘fuori dal gregge’ dell’umana avventura, per stare assisi sopra gli altri, non soccombere e nutrirsi dei tre grandi deliri di sempre: il potere, l’avere e il successo.

Sì, Gesù tu sei veramente re, ma di una regalità ‘altra’ e ‘oltre’ ogni regalità delirante. E ci hai svelato che il nostro sogno di diventare re non è assurdo, semplicemente perché re, e regine, lo siamo già. Basta prenderne consapevolezza: è la nostra vocazione più alta. E ci hai insegnato – in tutto il Vangelo – la via per questa regalità: ridonare dignità a chi l’ha infangata, rialzare dalla polvere i deboli e i fragili, chi non si è mai sentito ‘idoneo’, pulito o a posto. Far camminare i “paralitici”, i bloccati a terra da devastanti sensi di colpa e da leggi e norme promulgate da sacerdoti assetati di ordine e pulizia, e gettate addosso a povere creature incapaci di portarne il peso. Ridonare quella libertà cui agogniamo come l’aria per respirare e il pane da mangiare. Donare il ‘pane’ capace di sfamare la “fame” di senso che ciascuno si porta dentro, fame di esistenza, a differenza di tutti i re della terra disposti a saziare gente già sazia togliendo così il primo ed ultimo desiderio di vivere. Questo vuol dire essere re, vivere in maniera regale e fare di questo nostro mondo un regno diverso: saper dare il pane invece di prenderlo, dare la vita invece di toglierla, liberare dalla legge invece di imporla. Mettersi nelle mani degli uomini, e non tenere in mano nessuno.

Lavare i piedi e servire, e non schiavizzare gli altri ponendoli a proprio servizio.

Il vero re è colui che fa la verità, piuttosto che dirla.
Pilato la verità non l’ha fatta, ma se n’è riempito la bocca filosofando su essa: «Che cos’è la verità?» (Gv 18, 38).
«È re non chi ha autorità sulle persone in virtù del suo potere, bensì colui che con la sua vicinanza è fonte di felicità; egli dispone come fosse naturale di tutto il ‘potere’ che una persona possa mai avere su un’altra, ma possiede tale potere proprio perché non intende rivendicarne per sé alcuno. Ciò che egli vuole, se è veramente re, è soltanto promuovere la vita dell’altro» (E. Drewermann).
Il re, in ultima analisi, non è uno che dall’alto del suo scranno può fare a meno dell’umanità, ma è un cuore che sa che il motivo fondante dell’amore risiede nell’aver bisogno dell’altro per trovare la strada che conduce a sé stessi, ossia alla felicità. È solo amando l’altro che scopriremo chi siamo veramente.
«Ascolta Come mi batte forte il tuo cuore» (Wisława Szymorska)

 

CAMMINO DELLA SETTIMANA

Due spunti su cui meditare, a Voi cercarne altri

  • «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

  • Il vero re è colui che fa la verità, piuttosto che dirla.

    Buon cammino!!

    Clicca qui per andare a:

    "Una guida sintetica per condurre la Liturgia della Parola"

    INDICE di questo TEMA: "Commento ai Vangeli della domenica"

    Letto 20975 volte Ultima modifica il Venerdì, 08 Maggio 2020 18:35

    Search