Il Signore è il mio pastore;
io non temo più alcun male;
se il nemico ancor m'assale,
del Pastor m'ascondo in Cuore.
Che se poi mi son smarrita
Ei mi viene a ricercare;
sul suo Sen mi fa posare
e risana ogni ferita.
Buon Pastore e mite Agnello,
la tua Carne è mia vivanda,
il suo Sangue è mia bevanda;
mi ricopre col suo velo.
Dentro i pascoli ubertosi
dell'immenso Suo Amore,
della Croce e del dolore,
ove rivi son nascosi
di delizie celestiali,
mi conduce e, se son stanca,
che in meriggio il sole avvampa,
mi fan ombra le sue ali.
Quando l'ombra della notte
scendon cupe sopra il mondo,
(nel silenzio più profondo
già incominciano le lotte
tra le tenebre e la luce),
a Lui stretta, ben vicino,
io ho segno del cammino,
ch'Egli allor si fa mio Duce.
All'ovile alfin mi porta,
quell'ovile misterioso
ove Lui è luce e sposo
e del quale Egli è la porta;
Dove il cibo è Dio stesso
e bevanda inebriante;
dov'è il canto più esultante,
ché il dolor non v'ha più accesso.
In quel regno dell'Amore,
in Eternità beata
quale Agnella da Te amata
poserò sopra il Tuo Cuore,
o Gesù, mio buon Pastore!
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