65 a.C. La potenza romana compare in Siria-Palestina: Pompeo, dopo la guerra contro Mitridate, occupa la Siria (fine del regno seleucide). A lui si rivolgono, per averne i favori, due contendenti al potere in Palestina: Aristobulo e Ircano, figli del re asmoneo Alessandro Ianneo (morto nel 76 a.C.) che aveva governato su una Palestina resasi autonoma dal regno di Siria dopo la lotta dei Maccabei. Da questo momento la situazione politica in Palestina dipende dalle decisioni romane e prevale colui che sa ingraziarsi le massime autorità romane del momento. Da ciò una grande instabilità.
63 a.C. Aristobulo tenta di assicurarsi il potere senza il consenso romano: Pompeo interviene militarmente, attacca Gerusalemme (entra addirittura nel tempio: abominio per gli ebrei). Aristobulo è portato prigioniero a Roma, Ircano è confermato sommo sacerdote.
La Palestina è inserita nella provincia romana di Siria, il sommo sacerdote dipende dal governatore (la comunità religiosa dipendente dal tempio di Gerusalemme è Giudea Galilea-Perea).
Ma la situazione a Roma è in mutamento e a Gerusalemme continuano contrasti e intrighi nei gruppi dirigenti per vecchie rivalità (es. rivolta contro l'organizzazione romana della Palestina nel 53-51 a.C.).
A Gerusalemme è emerso da qualche tempo un certo Antipatro, consigliere di Ircano. Antipatro si appoggia a Pompeo, ma quando questi muore (48 a.C.) cerca i favori di Giulio Cesare, aiutandolo militarmente in Egitto. Cesare ricompensa Ircano, confermandolo sommo sacerdote e donandogli il titolo di Etnarca ( con giurisdizione autonoma per gli affari interni della comunità di Gerusalemme), e Antipatro, dandogli la cittadinanza romana e la nomina a procuratore della Giudea (garante degli interessi romani nel paese). Antipatro, così rafforzato nei suoi poteri, mette avanti i suoi figli, Fasael ed Erode (amministratori di Giudea-Perea e Galilea). Malcontento contro di loro dell'aristocrazia e dei sacerdoti.
44 a.C. Dopo la morte di Cesare, Antipatro offre i suoi servizi a Cassio, uno dei cesaricidi e governatore di Siria, scadendo così nella considerazione dell'opinione pubblica di Gerusalemme. Cade vittima di una congiura. Erode riesce a mantenere la sua posizione e si ingrazia il sommo sacerdote lrcano.
42 a.C. Dopo la battaglia di Filippi, M. Antonio governa l'Oriente. Erode sa ingraziarsene la fiducia. Ma nel 40, durante un attacco dei Parti, che avevano invaso la Siria spingendosi fino in Palestina, Fasael e Ircano sono fatti prigionieri; un avversario di lrcano, il nipote Antigono (figlio di quell'Aristobulo portato prigioniero a Roma 20 anni prima), prende il potere a Gerusalemme: Fasael è costretto al suicidio, a lrcano Antigono fa tagliare le orecchie, rendendolo inabile alla carica sacerdotale.
37 a.C. Erode, che ha posto in salvo la famiglia a Masada, è andato avventurosamente a Roma per guadagnarsi i favori delle autorità romane: qui ottiene dal Senato, grazie all'appoggio di Antonio e Ottaviano, un decreto di nomina a re di Giudea alleato di Roma. Con l'appoggio militare del governatore romano della Siria, occupa Gerusalemme, consegna Antigono ai romani e lo fa giustiziare. Da questo momento Erode è padrone incontrastato della Giudea, grazie all'aiuto romano.
30 a.C. Dopo la sconfitta di Antonio, Erode si reca personalmente da Ottaviano ("teatro": getta la corona ai suoi piedi, Ottaviano gliela restituisce, comprendendo che gli può essere utile in Palestina un individuo abile come Erode).
37-4 a.C. Erode è re alleato di Roma, non dipende dal governatore della Siria ma direttamente dall'imperatore e riceve da Roma le direttive di politica estera; nell'amministrazione interna è indipendente ed esente da tributi.
Allarga i territori del suo regno (Giudea, Idumea, Perea, Galilea; poi: Samaria, città costiere prima egiziane, Traconitide, Batanea, Auranitide = tutta la Palestina meno la Decapoli) [si veda cartina].
E' sempre in ottimi rapporti con Augusto, omaggiandolo personalmente in varie occasioni.
Straordinaria attività edilizia in tutto paese: fa sistemare Samaria (Sebaste) e costruire Cesarea (grandiosa città e porto); a Gerusalemme fa costruire molti edifici e soprattutto amplia e abbellisce il tempio (lavori iniziati nel 19 a.C. e inaugurati dieci anni dopo, ma seguiranno ancora vari interventi); fortezze di Masada, Macheronte, Herodion, Gerico. Questa attività costruttiva ha lo scopo di esprimere una grandezza politica, ma anche di stimolare l'economia dando lavoro a disoccupati e incrementando i commerci.
Per tutto ciò c'è bisogno di enormi risorse finanziarie; quindi il suo governo è autoritario e rapace, una dominazione fondata su violenza e terrore. Odio verso di lui in molti ambienti della comunità religiosa di Gerusalemme (anche perché è amico di Roma, considerata un'opprimente dominatrice straniera, e perché è egli stesso straniero: è in fondo un re ellenistico e pagano). I Sadducei (gruppo dirigente sacerdotale) sotto Erode non possono avere influenza sul paese: Erode usa il sommo sacerdozio per i suoi fini politici (vi nomina sacerdoti suoi amici e toglie autorità al Sinedrio). I Farisei, i pii del paese, considerano una vergogna il suo modo di agire. Sotto Erode il paese ha almeno la fortuna di vivere senza guerre esterne o particolari conflitti interni, se non intrighi e delitti di corte; ma manca alla tirannia di Erode un fondamento solido, basata com'è unicamente sul sostegno di una potenza esterna.
Tragica vita famigliare: continuamente sospettoso di attentati al suo potere, elimina tra gli altri il cognato Aristobulo, la moglie Mariamne, la suocera Alessandra, i figli Alessandro, Aristobulo e Antipatro.
4 a.C. Erode muore. Augusto decide per la successione secondo il testamento di Erode:
Archelao ha la Giudea e la Samaria col titolo di Etnarca; Erode Antipa è Tetrarca di Galilea e Perea; Filippo è Tetrarca di Traconitide, Batanea e Auranitide.
Varie sommosse nel paese contro Archelao e Roma. Interventi militari di Roma, violenze.Inasprirsi del risentimento antiromano.
6 d. C. Archelao, odiato per la sua durezza dai Giudei, è deposto da Augusto. Giudea e Samaria diventano procuratura annessa alla provincia di Siria: il governatore risiede a Cesarea, ha il potere giudiziario (tranne che nelle questioni religiose), è responsabile della riscossione delle imposte e comandante delle truppe reclutate nel paese. Il titolo di governatore è "prefetto" fino al 41, poi "procuratore". Dispone di una modesta forza militare: truppe ausiliarie reclutate in Siria-Palestina; una coorte risiede a Gerusalemme, piccole guarnigioni occupano le fortezze sparse nel territorio. Durante le feste il governatore si reca a Gerusalemme con una scorta per prevenire sommosse. L'amministrazione romana rispetta le usanze locali, ma interviene a nominare il sommo sacerdote.
Già nel 6 d.C., quando inizia la prefettura di Giudea, vi sono subito delle sommosse provocate da un censimento a fini fiscali: l'insurrezione è guidata da un certo Giuda il Galileo, considerato iniziatore del movimento nazionalista degli Zeloti, ma è subito domata.
Vari prefetti si comportano in modo poco rispettoso delle usanze degli ebrei e con disonestà; tra questi Ponzio Pilato, governatore tra 26 e 36 d.C., uomo avido e rude che tiene in varie occasioni un comportamento irriguardoso verso le usanze ebraiche.
Erode Antipa governa dal 4 a.C. al 39 d.C. su Galilea e Perea. Astuto e ambizioso, alternò manifestazioni di filellenismo (es. costruzione di Tiberiade sul lago di Genezaret, ispirata a modelli ellenistici) a un rispetto formale della tradizione giudaica (saliva a Gerusalemme per la Pasqua). Sposò Erodiade (figlia di un suo fratellastro), dopo il divorzio di entrambi da un precedente matrimonio. Caduto in disgrazia a Roma (anche per le trame di Agerippa, fratello di Erodiade), perse il potere e i territori.
Filippo governa dal 4 a.C. al 34 d.C. su Traconitide, Batanea e Auranitide. Di carattere pacifico, ricostruì alcune città (tra cui Cesarea "di Filippo"). Sposò la nipote Salomè (figlia di Erodiade).
37-44 d.C. L'imperatore Caligola concede ad Agrippa (un nipote di Erode che vive a Roma) i territori di E. Filippo e il titolo di re. Nel 39 d.C ottiene la deposizione di E. Antipa e i territori di Galilea e Perea. Nel 41 anche Giudea e Samaria. Così Agrippa per qualche anno riunisce i territori del regno del nonno.
Scoppiano intanto incidenti per questioni religiose (pretese romane di imporre un culto imperiale), ma Agrippa mostra di sapersi procurare simpatie negli ambienti religiosi di Gerusalemme per il suo formale rispetto per le tradizioni ebraiche. Anni di pace.
44 d.C. Morte di Agrippa. L'imperatore Claudio riduce la Palestina a provincia romana, ma la situazione giuridica è la stessa della procuratura.
Ben presto si fanno di nuovo tesi i rapporti tra amministrazione romana e comunità religiosa di Gerusalemme. Insofferenza contro il dominio romano, permanente agitazione ad opera del movimento degli Zeloti (nato tra le file dei Farisei, ma in polemica con questi per il loro adattarsi al dominio straniero, e ovviamente in polemica coi Sadducei).
Dopo il 48 d.C. Incidenti gravi (sotto il procuratore Ventidio Cumano) e poi vaste agitazioni (procuratore Antonio Felice, 58-60 d.C, che governa in modo arbitrario; procuratore Albino, 62-64 d.C, corrotto e venale; procuratore Gessio Floro, 64-66, violento e disonesto). La lotta contro Roma è sostenuta soprattutto negli ambienti intransigenti della comunità religiosa di Gerusalemme.
66 d.C.. Un sopruso di Gessio Floro (preleva 17 talenti da tesoro del Tempio; deriso dalla popolazione, fa saccheggiare la città dai soldati) fa scoppiare la rivolta aperta. Sommo sacerdote e capi dei Farisei cercano di frenarla, ma gli estremisti uccidono il sommo sacerdote e diventano padroni di Gerusalemme. La rivolta si estende. Interviene il governatore della Siria, C. Cestio Gallo, con delle truppe, ma viene sconfitto. Disaccordi tra gli insorti, si impongono i più estremisti. L'imperatore Nerone incarica il generale Vespasiano di domare la rivolta.
67-68 d.C. Vittorie di Vespasiano in Galilea, forti contrasti a Gerusalemme tra fazioni diverse. Nel 68 d.C muore Nerone e Vespasiano è proclamato imperatore. Tito continua l'attacco ai rivoltosi.
70 d.C. Tito conquista Gerusalemme dopo una lotta accanita e spaventose violenze: il Tempio va distrutto come quasi tutta la città. Nel 73 d.C, con la caduta di Masada (ultima fortezza in mano agli insorti) la rivolta finisce. La Giudea è provincia imperiale.
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