Vorrei qui presentarvene una che ho avuto il piacere di conoscere!
Gli occhi ed il cuore di un missionario vedono e sentono cose che a pochi è dato percepire, e se poi ha la sensibilità di un uomo tra gli uomini, di una creatura nel creato, di un servitore degli uomini e di Dio ......
Ascoltiamolo!
Nella mia infanzia conobbi un vecchio taglialegna. A forza di vivere tra faggi, querce e castagni, s'era ridotto, per una specie di adattamento ambientale, a sembrare un albero anche lui. La barba d'un grigio verdastro e i baffi e le sopracciglia dello stesso colore gli chiazzavano il volto, come il musco e il lichene chiazzano la scorza degli alberi centenari. Le braccia, lunghe, forti, legnose, si ramificavano nelle mani dalle dita enormi e nocchiute. Il vecchio vestiva di fustagno grigio e calzava pesanti zoccoli, che parevano squadrati in un ceppo, a colpi d'ascia.
Ed ora immaginatelo sul sentiero del bosco, nell'ombra mossa da tremolii di sole, e avrete l'idea d'un albero che cammina.
Tutto nocchi e rughe, egli aveva conservato un cuore di bimbo. Lo dicevano due occhi chiari, infantili, d'un verde acquamarina, teneri come due gemme appena schiuse. (Le gemme sono appunto gli occhi degli alberi, che ogni anno, a primavera, guardano il mondo con meraviglia nuova).
E come gli alberi, che ospitano tanti uccelli, a forza di udirli, aveva imparato a capirli. Sapeva ciò che dice l'usignuolo di notte e la rondine di mattina. Conosceva le variazioni del merlo e il canto del rigogolo: « Compare Perù, le ciarese a són già mure... ». Mi pare di sentirlo...
E fu appunto lui che, un mattino di marzo, m'insegnò in dialetto (Tenie 'n sii) le tre note della cinciallegra. Esse tornano a squillare, fresche come un sonaglio, nel titolo d'un libro, che vuoi essere un invito a salire. Fosse anche solo per ascoltare un uccello, specchiarsi in una fontana o raccogliere un fiore.
Don Piero Bossù Guatemala, 29 giugno 1975
Poesie tratte da "Tintinsù", ed. Dehoniane
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